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Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
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Secondo una ricerca dell’università di Cambridge l’adolescenza non finisce a 18 anni ma dura fino ai 30 e oltre Secondo nuove analisi neuroscientifiche, la piena maturità cerebrale degli adulti arriva molto dopo la maggiore età.
I fratelli Duffer hanno spiegato come settare la tv per guardare al meglio l’ultima stagione di Stranger Things I creatori della serie hanno invitato i fan a disattivare tutte le “funzioni spazzatura” delle moderne tv che compromettono l'estetica anni '80 di Stranger Things.
L’incendio di Hong Kong potrebbe essere stato causato dalle tradizionali impalcature in bambù usate nell’edilizia della città Le vittime accertate sono 55, ci sono molti dispersi e feriti gravi. Sembra che il rogo sia stato accelerato dal bambù usato nei lavori di ristrutturazione.
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.

Breve storia del revenge pop da Alanis a Shakira

La popstar colombiana e Miley Cyrus stanno scalando le classifiche con brani che attaccano i loro ex, ma sono solo gli ultimi due casi di una lunga storia di vendette musicali.

17 Gennaio 2023

La vendetta è un piatto che va servito su YouTube. Questa è la logica apparentemente alla base del brano di Shakira “Music Sessions vol. 53”, che ha ottenuto più di 63 milioni di visualizzazioni in sole 24 ore. Nel pezzo, realizzato in collaborazione con il produttore argentino Bizarrap, l’artista colombiana ha riservato un trattamento speciale al suo ex Gerard Piqué e alla sua compagna 23enne Clara Chía.Nella traccia Shakira canta: «Io valgo due 22enni», aggiungendo, com’è stato ormai riportato fino alla nausea: «Hai scambiato una Ferrari con una Twingo / Hai scambiato un Rolex con un Casio». «Ero fuori dalla tua portata, ed è per questo che stai con qualcuno proprio come te», canta ancora la popstar colombiana.

Un contesto simile ha incorniciato il ritorno di Miley Cyrus, che con la sua “Flowers”, ha rotto un silenzio lungo tre anni proprio nel giorno del trentatreesimo compleanno del suo ex marito Liam Hemsworth, da cui ha divorziato nel gennaio 2020 dopo due anni di matrimonio. Non esattamente una coincidenza, se si considera il testo della canzone. «Posso comprarmi dei fiori / […] E posso tenere la mia mano da sola”, versi che riformulano il testo di “When I was your man” di Bruno Mars, brano che Hemsworth pare le avesse dedicato, che recita: «Avrei dovuto comprarti dei fiori e tenerti per mano». Ma Shakira e Miley non sono certe le prime. C’è una lunghissima storia di popstar che con le loro revenge songs hanno scalato le classifiche. Tra le campionesse del genere c’è Taylor Swift: Midnights è considerato da molti l’ingresso in una nuova “Revenge Era”, una fase più matura per l’artista e forse per tutto il genere. Va detto che tutta la discografia di Taylor Swift ha dato un grosso contributo a questo filone e sfogliando la sua produzione c’è l’imbarazzo della scelta. Già in Picture to Burn, il suo album autoprodotto del 2006, scrive di un ex fidanzato che le ha fatto un torto, cantando: “Sono seduta qui, a pianificare la mia vendetta. Niente mi impedisce di uscire con tutti i tuoi migliori amici”. Un esempio plastico è “We Are Never Ever Getting Back Together”, la hit con cui di solito Taylor chiudeva i suoi concerti a cavallo del 2018. Un brano diretto al suo ex che, a suo dire, l’aveva trattata come un oggetto, da prendere e gettare via a seconda delle esigenze. Si dice che il destinatario fosse Jake Gyllenhaal, con cui Swift aveva avuto una relazione. La cantante non ha mai confermato né smentito questa ipotesi. A prescindere da questo mistero, il testo non sembra fare molti sconti al suo protagonista. Swift ricorda, ad esempio, come il suo fidanzato di allora guardasse con disprezzo le sue canzoni: «Ti nascondevi e trovavi la tua pace mentale / con qualche disco indie molto più figo del mio».

Anche Beyoncé ha inaugurato una nuova fase della sua carriera con Lemonade, che sottotraccia, ma neanche tanto, sembrava tutto dedicato al tradimento di Jay-Z: «Questo è l’ultimo avviso, sai che ti ho dato la vita, se fai un’altra cazzata ancora perderai tua moglie». E anche Lana Del Rey ha scelto di annunciare l’uscita del suo nuovo disco Did You Know There’s a Tunnel Under Ocean Blvd proprio nel giorno del compleanno del suo ex Sean Larkin. Non contenta, ha pubblicizzato l’album solo a Tulsa, città d’origine di Larkin. Ma probabilmente il revenge pop, per come lo conosciamo oggi, nasce negli anni Novanta. Björk, Tori Amos e i No Doubt di Gwen Stefani hanno posto le basi per la nascita di un vero e proprio sottogenere. La regina però è stata una: Alanis Morissette. Gran parte della sua carriera è stata costruita su Jagged Little Pill del 1995 con il partner doppiogiochista protagonista di molti pezzi del disco. Con 33 milioni di copie vendute, si può tranquillamente dire che la ricerca di vendetta sia andata a buon fine, gettando un’ombra sulla vita dell’ex David Coulier. L’uomo si ritrovò perseguitato dai giornalisti desiderosi di scoprire se fosse stato lui a fare a pezzi il cuore di Alanis. “You Oughta Know” di Morissette può essere considerata come l’archetipo delle revenge songs moderne, un po’ come un film di John Ford per il genere western.

Non bisogna dimenticare quanto questi brani fossero complementari alle dinamiche tossiche dello showbiz a cavallo tra Novanta e Duemila, soprattutto negli Stati Uniti. Un momento di attenzione morbosa nei confronti di giovani popstar come Britney Spears, destinataria anche lei di un’intensa e discussa canzone di vendetta targata Justin Timberlake, la famosa “Cry me a river” che impose l’ex N-Sync sulla scena globale.Ovviamente la fine di una storia d’amore è sempre un topos ricorrente della produzione artistica occidentale, dalla grande poesia in poi: a cambiare è il modo in cui la conclusione di un rapporto viene declinata dall’autore o dall’autrice. In questo senso, il Revenge Pop potrebbe ricordare la tradizione popolare e i canti di sdegno folkloristici, largamente diffusi soprattutto nel meridione tra Sicilia e Calabria, con protagonisti come Otello Profazio.Nei canti di sdegno l’innamorato indirizza una serenata dai toni denigratori alla donna che ha rifiutato le sue avances, esemplificando in modo cristallino il principio della volpe e dell’uva. Un principio rielaborato a partire dalla poesia popolare, spesso tramandata in forma orale. Ciò che lo differenzia dal revenge pop, al di là dell’abissale differenza del contesto, è chi canta: se nella tradizione popolare meridionale erano solo uomini rifiutati, le revenge song sono un affare soprattutto delle popstar, con rare incursioni maschili. Da Selena Gomez, regina della canzone di vendetta all’indomani della sua turbolenta rottura con Justin Bieber, fino a Taylor Swift con il suo esercito di swifties pronte a inveire contro i loro ex, questo genere vede ormai come consolidate protagoniste le donne.

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