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Father Mother Sister Brother di Jim Jarmush ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia A The Voice of Hind Rajab di Kawthar ibn Haniyya il Gran premio della giuria, Toni Servillo vince la Coppa Volpi per la sua interpretazione in La grazia, di Benny Safdie la Miglior regia con The Smashing Machine.
Marco Bellocchio girerà un film su Sergio Marchionne Le riprese inizieranno nel 2026 e si svolgeranno in Italia, Stati Uniti e Canada, i tre Paesi della vita di Marchionne.
Il responsabile per la Salute della Florida ha detto che eliminerà tutte le vaccinazioni obbligatorie Non solo quelle legate al Covid ma anche quelle che riguardano le fasce più giovani, dal morbillo all’epatite B.
Lena Dunham ha annunciato la data di uscita del suo nuovo libro, Famesick Un memoir scritto nell'arco di sette anni che parla di «malattia, dipendenza e sofferenza amorosa».
A Broadway è arrivato il musical dell’Italian Brainrot e durante la prima ovviamente è successo di tutto Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur è stato arrestato, il pubblico l'ha presa male, la protesta è arrivata fino a Times Square.
Drake ha girato un lungometraggio in cui se ne va in giro per i luoghi di culto di Milano C'è anche la Bocciofila Caccialanza di via Padova, dove incontra Sfera Ebbasta.
Trump vuole cambiare il nome del ministero della Difesa americano in ministero della Guerra Non il più rasserenante dei messaggi per il mondo, il fatto che il segretario alla Difesa Pete Hegseth diventi segretario alla Guerra. 
Un quadro trafugato dai nazisti è stato ritrovato in Argentina grazie a un annuncio immobiliare È il "Ritratto di signora” del pittore italiano Giuseppe Ghislandi, meglio conosciuto come Fra Galgario.

Cosa significa il referendum ungherese per l’Europa

03 Ottobre 2016

Domenica 2 ottobre si è tenuto in Ungheria un referendum sulle quote di redistribuzione dei migranti. L’Unione europea aveva chiesto al Paese dell’Est di ospitare 1,300 migranti. Così il primo ministro Viktor Orbán, un nazionalista dalle note posizioni xenofobe ed euroscettiche, ha indetto un referendum in cui chiedeva ai cittadini se volevano accettare il piano di Bruxelles, in assenza di un’approvazione del Parlamento ungherese. Il referendum non ha raggiunto il quorum: soltanto il 43 per cento degli aventi diritto è andato a votare. Ma tra chi ha votato, una maggioranza a dir poco schiacciante – ben il 98 per cento – ha votato contro i profughi.

Orban ha dichiarato vittoria, sebbene tecnicamente il referendum non sia valido. Mentre i suoi critici dicono che è stata una sconfitta per la sua politica xenofoba. Comunque la si pensi, il referendum avrà delle ricadute più ampie per tutta l’Europa. Infatti i temi toccati dal voto ungherese – cioè l’arrivo di rifugiati e migranti da un lato, e una diffusa insofferenza verso l’autorità di Bruxelles dall’altro – sono sentiti in molti Paesi: la Gran Bretagna ha votato la Brexit, mentre in Germania Angela Merkel è in difficoltà proprio sull’accoglienza. Sono questioni cavalcate da vari movimenti populisti in molti Paesi, Italia inclusa.

Referendum immigrati Ungheria

Dunque, che effetto avrà il voto di Budapest sul resto d’Europa? Sul Corriere della Sera Franco Venturini scrive che, forte di quel 98% incassato, adesso Orban «tenterà di seminare la voglia di un referendum sui migranti anche altrove, in Germania prima di tutto». Invece su Le Monde l’inviato speciale a Budapest, Blaise Gauquelin, sostiene che il «risultato estremamente mediocre» del referendum gioca a favore delle cancellerie europee, che «ridimensioneranno il potere generalmente accordato al primo ministro euroscettico».

Della questione ha fatto inoltre un’ampia analisi su Politico David Herszenhorn. Secondo il giornalista, esperto di politica europea, il risultato del referendum ha mandato «un messaggio forte» a Bruxelles. Che da un lato si trova a dovere prendere sul serio le minacce di Orban, prima liquidate come poco più che deliri, e dall’altro probabilmente dovrà rivedere la sua politica di redistribuzione dei richiedenti asilo. Inoltre la vicenda ungherese mostra che la politica interna – e in particolare la necessità di rispondere al malcontento degli elettori davanti a questioni legate all’Europa – è sempre più determinante nel modo in cui i capi di Stato e governo negoziano con la Ue stessa.

In altre parole, la pressione degli elettori si fa sentire sempre di più, quella di Bruxelles diventa sacrificabile: «Alcuni dei leader europei, come François Hollande in Francia, devono costantemente guardare ai sondaggi, pensando alle elezioni del prossimo anno, quando affrontano questioni più ampie della Ue», scrive Herszenhorn. Lo stesso discorso si potrebbe fare per Merkel.

Il muro di un campo per rifugiati tra Serbia e Ungheria, nei pressi della cittadina serba di Horgos, 29 settembre 2016 (ANDREJ ISAKOVIC/AFP/Getty Images) Un poliziotto ungherese davanti a migranti in arrivo dalla Serbia alla città di confine Roszke (Christopher Furlong/Getty Images)
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