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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

A che ora sapremo chi ha vinto le elezioni americane

08 Novembre 2016

Oggi si vota negli Stati Uniti per eleggere la Camera dei rappresentanti, una parte del Senato e, soprattutto, il nuovo capo di Stato. Quand’è, dunque, che sapremo chi sarà il prossimo presidente americano? Il New York Times stima che probabilmente lo sapremo tra le 9 e le 10 di sera, ora di New York, cioè le tre o quattro del mattino in Italia; sempre secondo il quotidiano, inoltre, nel caso di una vittoria di Hillary è più probabile che i risultati arrivino prima, mentre nel caso di una vittoria di Trump è più probabile che arrivino dopo.

La faccenda è complicata dal fatto che gli Usa includono quattro fusi orari distinti (da est a ovest: Eastern Time, Central Time, Mountain Time e Pacific Time) e dal modello elettorale: il presidente viene eletto da un collegio 538 grandi elettori, ogni Stato ne assegna un numero diverso in base alla popolazione (la California, per dire, ne ha 55, l’Alaska tre); per vincere serve una maggioranza di 270 grandi elettori. In molti Stati, però, l’elettorato è polarizzato al punto che la direzione del voto sembra già segnata; dunque per avere un’idea dei risultati bisogna tenere d’occhio con particolare attenzione gli Stati indecisi, come si può vedere in questo grafico di Vox.

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Perché tutti e 538 grandi elettori vengano assegnati bisognerà aspettare l’una di notte, ora di New York, cioè le sette del mattino di mercoledì in Italia. Tuttavia è assai probabile che si venga a sapere chi ha vinto le elezioni molto prima. Secondo i calcoli del New York Times, infatti, i grandi elettori assegnati dagli Stati dove la competizione è aperta sono 106. Circa il 90 per cento di questi voti dovrebbe essere conteggiato entro le nove di sera, sempre orario di New York. Hillary però parte con una base di grandi elettori assegnati da Stati non indecisi più solida: dunque se ci fosse una netta vittoria di Hillary, la cosa dovrebbe essere già palese entro quell’ora; nel caso di una vittoria di Trump, o di un testa-a-testa, sarà necessario più tempo.

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