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17:11 venerdì 24 ottobre 2025
Al caso del furto al Louvre adesso si è aggiunto uno stranissimo personaggio che forse è un detective, forse un passante, forse non esiste È stato fotografato davanti al museo dopo il colpo, vestito elegantissimamente, così tanto che molti pensano sia uno scherzo o un'immagine AI.
L’azienda che ha prodotto il montacarichi usato nel colpo al Louvre sta usando il furto per farsi pubblicità «È stata un'opportunità per noi di utilizzare il museo più famoso e più visitato al mondo per attirare un po' di attenzione sulla nostra azienda», ha detto l'amministratore delegato.
I dinosauri stavano benissimo fino all'arrivo dell'asteroide, dice uno studio Una formazione rocciosa in Nuovo Messico proverebbe che i dinosauri non erano già sulla via dell’estinzione come ipotizzato in precedenza.
Nelle recensioni di Pitchfork verrà aggiunto il voto dei lettori accanto a quello del critico E verrà aggiunta anche una sezione commenti, disponibile non solo per le nuove recensioni ma anche per tutte le 30 mila già pubblicate.
Trump ci tiene così tanto a costruire un’enorme sala da ballo alla Casa Bianca che per farlo ha abbattuto tutta l’ala est, speso 300 milioni e forse violato anche la legge Una sala da ballo che sarà grande 8.361 e, secondo Trump, assolverà a un funzione assolutamente essenziale per la Casa Bianca.
L’episodio di una serie con la più alta valutazione di sempre su Imdb non è più “Ozymandias” di Breaking Bad ma uno stream di Fortnite fatto da IShowSpeed Sulla piattaforma adesso ci sono solo due episodi da 10/10: "Ozymandias" e “Early Stream!”, che però è primo in classifica perché ha ricevuto più voti.
Sono passati 26 anni dai Soprano e finalmente David Chase si è deciso a fare una nuova serie tv Racconterà la storia del famigerato programma MKUltra della Cia, una serie di angoscianti esperimenti sugli esseri umani per ottenere il "controllo della mente".
A Los Angeles hanno organizzato una proiezione di Bugonia solo per persone pelate o disposte a farsi rasare a zero prima di entrare È anche una maniera per sentirsi vicini a Emma Stone, che per la sua interpretazione nel film ha deciso anche lei di rasarsi a zero.

Non solo cartellonistica

Un grande classico pubblicitario che sta conoscendo nuova vita: non più manifesti incollati ma esperienze personali e dinamiche che dai muri delle città arrivano al nostro telefono.

14 Ottobre 2014

Le prime cose che ho imparato a leggere all’età di tre anni sono stati i cartelloni pubblicitari sulla via Emilia che guardavo ogni domenica dalla macchina quando andavo in campagna dai nonni. Anni dopo, le volte che capitavo a Milano, non rimanevo affascinato tanto dalla magniloquenza del Castello Sforzesco o del Duomo bensì, proprio davanti alla chiesa più importante dell’arcidiocesi milanese, dall’insegna luminosa della Kores, dove una stilizzata e operosa signorina muoveva le mani sui tasti di una macchina da scrivere. E non voglio tediarvi sulla sindrome di Stendhal che ebbi quando capitai per la prima volta a Piccadilly Circus o a Times Square di sera (ho già una certa età e non so, sinceramente, se oggi riuscirei a reggere di fronte alle insegne di Ginza o Akiba a Tokyo). Insomma, tutto questo cappellino per dire che ho un rapporto particolarmente intenso e intimo con la cosiddetta pubblicità esterna: ho sempre pensato che sia per le dimensioni sia per la caratteristica di poter sfruttare la capacità comunicativa del contesto e del luogo, le pubblicità esterne avessero una spinta in più rispetto agli altri mezzi di comunicazione (tv, stampa, radio, etc…).

Oggi l’out-of-home (o l’outdoor, comunque la vogliamo chiamare) continua ad essere considerato dalle aziende e da chi si occupa di comunicazione un mezzo tradizionale, ma è un dato di fatto che, giorno dopo giorno, anche questo medium si stia arricchendo di elementi legati ai new media, grazie alla digitalizzazione e alle possibilità di interazione con gli apparecchi mobili e ai social. Quindi da strumento della comunicazione monodirezionale, l’outdoor sta gradualmente diventando un vero medium interattivo grazie al quale le persone riescono ad emozionarsi, ad avere maggiori informazioni, acquistare, e trasformarsi in un vero e proprio “servizio urbano”.

Se si prendono i dati degli investimenti pubblicitari nei principali paesi occidentali (e sopratutto orientali) si può notare come quelli destinati all’outdoor siano notevolmente cresciuti: in Italia la crescita è ancora debole anche a causa di alcuni problemi strutturali, tra cui l’affollamento di impianti e strutture, l’abusivismo diffuso, e i soliti impicci burocratici. Ma sui siti e nei festival che si occupano di advertising si notano sempre più progetti innovativi basati sull’outdoor ibridato con altri media digitali che amplificano ed espandono la portata del messaggio. Forse l’esempio più noto e paradigmatico è quello di British Airways e della campagna The Magic of Flying. Brevemente: a Piccadilly Circus è stato installato un grande monitor capace di attivarsi al passaggio dei voli British, mostrando l’immagine di un bambino che indica l’aereo nel cielo, nel punto esatto in cui si trova e che, successivamente, comunica dati relativi al volo e alle offerte della società. Come si può vedere dal video (che ha superato il milione di visualizzazione e un global reach di 350 milioni) l’output è molto semplice, intuitivo ed emozionale, ma dietro c’è una complessità tecnologica invisibile e gigantesca che va dalle antenne posizionate in luoghi strategici alla connessione alla rete aerea fino al nefoipsometro, ovvero quello strumento che misura l’altezza degli strati nuvolosi e che, quindi, decide se è il caso di mostrare il filmato del bambino o no. Questa campagna di British Airways (peraltro premiatissima all’ultimo Festival della Creatività di Cannes) è una di quelle che attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate e non invadenti permette di trasformare le città in un mass-media dove i brand possono sperimentare nuove relazioni e nuove sorprese.

Durante il recente Italians Festival organizzato a Milano da ADCI e Assocom, i due principali player del settore, IGPDecaux e Clear Channel Outdoor, hanno mostrato una serie di casi – dall'”Homage to Rome” creata per Vodafone alla storica campagna “Be Stupid” per Diesel – dove la creatività diventa situazionale, riconoscibile e coinvolgente capace di creare un’immediata condivisione, peraltro personalizzabile e declinabile attraverso i social.

Le cosiddette smart cities diventano così il territorio ideale per cartelloni pubblicitari che abbiano anche un uso pratico o un alto contenuto di servizio. Come accadde nel progetto di qualche anno fa chiamato Ibm People for a Smarter City, creato dall’azienda informatica americana insieme a Ogilvy France e che lavorando insieme ai sindaci e amministrazioni, permise di sviluppare progetti “visionari” e anche nuovi formati pubblicitari, come pensiline, sedute pubbliche e saliscendi, che favorissero la condivisione e sollecitassero il bene comune.

C’è poi tutta un’altra area da implementare e che sfrutta tutti quelle dimensioni e spazi che i sociologi definiscono interstiziali – tipici dei periodi di attesa, di passaggio o dei trasporti – che sono sempre di più e sfruttati da tutti noi attraverso dispositivi mobili. Ecco che questi diventano nuovi momenti di socialità e relazione ancora tutti da interpretare e utilizzare e le città cosiddette convergenti possono creare nuovi servizi e nuovi contenuti.

Ma di questo ne parliamo un’altra volta.
 

Immagine: l’installazione pubblicitaria “The Magic of Flying” della British Airway, a Londra

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