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17:18 sabato 21 giugno 2025
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.
Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.

Lo street food hawaiano (e il poke) alla conquista del mondo

28 Giugno 2017

Dopo l’affermazione mondiale del sushi, dopo il ritorno dei carpacci mediterranei, dopo il successo del ceviche peruviano, è la volta del poke: l’insalata di pesce crudo delle Hawaii sta lentamente ma progressivamente conquistando il suo posto al sole nei food trend globali. Come riporta Bloomberg, nell’ultimo biennio gli Stati Uniti hanno assistito all’apertura di più di 300 ristoranti che preparano il piatto tipico hawaiano.

Il poke è un piatto dalla preparazione molto semplice: pesce – tonno o salmone, di solito – crudo tagliato a cubetti condito con avocado, edamame, alghe e noci, servito insieme a riso e verdure miste. Per spiegare la sua affermazione, Bloomberg ricorda che è una pietanza fresca, ad alto contenuto di proteine e dai prezzi contenuti (una scodella di poke costa attorno ai 13 dollari), che unisce l’allure della cucina giapponese all’appagamento del cibo di strada. Ma non è soltanto questo: «Uno chef che vuole una cucina decente dovrà sborsare 500 mila dollari solo per quella», ha dichiarato Leslie Siben, impresario immobiliare attivo nel settore ristorazione a New York. Per il poke, invece, bastano due prese elettriche: una per cuocere il riso, l’altra per conservare il pesce.

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L’unico problema all’orizzonte è la reperibilità di pesce fresco: il tonno di alta qualità, ad esempio, in America è sempre meno disponibile, e i suoi prezzi stanno aumentando vertiginosamente. Ma questo non ferma la pokemania: Sweetcatch Poke, sito davanti al Citigroup Center sulla Cinquantatreesima strada, dice di vendere 800 bowls ogni giorno; a Drew Crane, ex Asset manager di Goldman Sachs, è bastata una vacanza alle Hawaii per fiutare l’affare e decidere di rendere gli spazi di un’ex gioielleria di Chelsea il ristorante Wisefish Poke.

Immagine in testata Getty Images; in evidenza Sweetcatch.
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