Bullettin ↓
06:31 lunedì 23 giugno 2025
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.
Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.

Perché non ha senso raccontare agli altri i nostri sogni

11 Maggio 2017

Le neuroscienze, nel corso dei decenni, hanno provato a formulare diverse teorie che spieghino l’origine, e, in un certo senso, “la meccanica” dei sogni: negli anni Settanta gli psichiatri di Harvard Hobson e McCarley hanno proposto l’ipotesi di attivazione-sintesi, per la quale i sogni non sono altro che interpretazioni a opera del prosencefalo e del sistema limbico di una massa indistinta di stimoli prodotta casualmente dal cervello durante la fase Rem del sonno. Un altro importante sistema teorico è la cosiddetta teoria di simulazione della minaccia, che guarda ai sogni da un punto di vista evolutivo: in sostanza, che senso ha continuare a sognare di essere rincorsi da animali selvatici, quando – di norma – non succede quasi a nessuno? Tutta la produzione onirica incentrata sulla fuga da un pericolo imminente sembra segnalare, secondo questa teoria, una serie di paure innate dell’essere umano.

Queste due teorie offrono anche un terreno comune da usare per rispondere a una domanda: perché sentiamo il bisogno di raccontare i nostri sogni? Dal punto di vista della simulazione della minaccia, il senso potrebbe essere quello di condividere le nostre reazioni per farci trovare più preparati quando le fonti di timore si ripresenteranno in futuro. E ad alimentare la nostra voglia di farlo è quasi certamente ciò che la scienza chiama “negative bias”, il preconcetto negativo che focalizza la nostra attenzione sui pericoli dei brutti sogni, che rappresentano la grande maggioranza dei sogni che ricordiamo.

An Alternative View: Melbourne Spring Carnival 2014

Un altro aspetto importante è la natura strettamente emotiva dei sogni: scrivendo su un blog dello Scientific American, Jim Davies racconta di aver riportato alla sua ragazza di un suo sogno di una «scalinata terrificante», che lei ha accolto deridendolo durante un’intera serata. Ciò che per Davies era stato psicologicamente segnante, per la sua compagna rasentava il nonsense, ed era piuttosto ovviamente qualcosa su cui ridere. Tra l’altro, il considerare i sogni come qualcosa di estremamente strano è una nostra convinzione erronea: l’80 per cento dei sogni, statistiche alla mano, presenta scene del tutto ordinarie. Solo che tendiamo a non ricordarle. Come in un delirio psicotico, nota Davies, la spinta emozionale dei (brutti) sogni porta noi sognatori a vedere un senso recondito e sempre interpretabile nelle incongruenze più assurde, che ai nostri occhi riesce a renderle meritevoli di esegesi e discussioni. In realtà, tristemente, a nessuno interessa dei nostri quanto a noi stessi: e non potrebbe essere altrimenti.

Articoli Suggeriti
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

Leggi anche ↓
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.

Assediati dai tassisti

Cronaca tragicomica di come non sia possibile sfuggire alla categoria più temuta e detestata del Paese.