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Perchè i ritornelli delle canzoni sono fondamentali

13 Marzo 2014

Di quante canzoni ricordiamo solo il ritornello? Tante, tantissime. A volte non ricordiamo nemmeno il titolo del brano; altre l’abbiamo solo sentito di sfuggita alla radio; in altri casi ancora è una reminiscenza della nostra infanzia, ripescato chissà dove nella memoria. Il ritornello è spesso il cuore di una canzone eppure, a pensarci bene, è una banale ripetizione di una strofa. Una continua ripetizione.

Se nell’arte e nel cinema i ritornelli non sono ammessi, ma soprattutto non sarebbero apprezzati – pensate di guardare la stessa scena quattro, cinque volte di fila e poi, dopo venti minuti, assistere alla medesima ripetizione: spegnereste, probabilmente – la questione è dunque completamente diversa per quanto riguarda la musica: i ritornelli esistono proprio perché vengono apprezzati.

La ragione di questo amore per le ripetizioni canore l’ha spiegata Elizabeth Margulis, direttore del Music Cognition Lab della University of Arkansas, in un saggio pubblicato su Aeon. La sua tesi è semplice: la ripetitività del ritornello incarna quel desiderio inconscio dell’essere umano alla cosiddetta coazione a ripetere.

Margulis cita molti pareri specializzati e interessanti: «Il musicologo David Huron della Ohio State University ritiene che, in oltre il 90% del tempo che le persone passano a sentire musica, ascoltino passaggi che hanno già sentito in passato» scrive. La musicalità, secondo Margulis, sarebbe oltretutto un effetto della ripetizione: «La semplice azione di ripetere rende possibile un nuovo modo di ascoltare e un più diretto confronto con le caratteristiche sensoriali della parola stessa».

La ripetitività, inoltre, avallerebbe indirettamente un concetto chiave nell’atteggiamento di chi ascolta musica, quello che l’ascolto sottointenda un ruolo attivo più che passivo della persona: «La ripetizione cattura un circuito di sequenzialità che fa sembrare la musica qualcosa che si fa attivamente piuttosto che qualcosa che viene percepita» chiosa Margulis nel saggio.

(via)

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