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02:24 mercoledì 3 settembre 2025
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.

Per rifare la Serie A

Le cose che ci siamo detti a Studio in Triennale: oltre le battute su Luciano Moggi, Andrea Agnelli ha parlato a lungo (con Simon Kuper) dello stato del calcio italiano, di cosa significa amministrare uno stadio di proprietà, di quali modelli prendere a riferimento.

27 Novembre 2014

Studio in Triennale si è aperto con il talk in collaborazione con Undici, la nuova rivista calcistica “cugina” di Studio, e diretta da Giuseppe De Bellis. Il talk, poco sorprendentemente, affrontava il tema del calcio. Non il calcio giocato oggi, o meglio non strettamente: il modello del calcio del futuro, e con un’attenzione particolare al calcio italiano, da troppi anni in crisi e incapace di sollevarsi. A parlarne sono stati Andrea Agnelli, presidente della Juventus, e – nel ruolo di intervistatore – Simon Kuper, editorialista del Financial Timesi e collaboratore di Undici.

Agnelli ha avuto spazio per ricordare i primi anni di tifo, la tradizione familiare, la storia antica e più recente della Juventus, senza escludere gli anni che hanno portato più polemiche: quelli immediatamente pre e post 2006. Per quanto riguarda il “modello Juventus”, il cui fiore all’occhiello è lo Stadium, e la sua possibile diffusione italiana, Agnelli ha sottolineato lo sforzo positivo di alcune società ma il gap che ancora separa l’Italia da nazioni virtuose come, soprattutto, Germania e Inghilterra. Ha definito la Premier League il vero benchmark della Serie A. Uno stadio contemporaneo, ha spiegato, deve prevedere un utilizzo che non sia quello esclusivo della partita, da due ore: deve essere ospitale e offrire servizi per almeno quattro ore; le strutture devono essere nuove e curate, perché è dimostrato che uno stadio pulito e funzionante è il primo deterrente verso danneggiamenti e vandalismi.

Un importante punto affrontato è stato quello della permanenza di grandi giocatori come Arturo Vidal o Paul Pogba. Andrea Agnelli ha descritto il campionato di Serie A come «un campionato di passaggio», e non più un campionato di arrivo. A pagare per questa situazione sono tutti i club, e la cosa, se non limitata da una politica oculata, rischia di essere un pericoloso e continuo corto-circuito: se nemmeno i top club riescono a trattenere i più forti calciatori del mondo, le competizioni internazionali andranno sempre peggio, e da ciò deriverà un ulteriore impoverimento della Serie A tutta, e così via. Anche per questo Andrea Agnelli ha ribadito il suo sostegno al progetto di Demetrio Albertini alla guida della Figc. Ciò che deve rendere vivo il calcio è quello che il presidente di Juventus FC ha chiamato “coopetition”: competere con le altre cosiddette “big”, ossia le squadre rivali, in campo, ma collaborare fuori dal campo, per creare modelli di business e sostenibilità.

Infine, una speranza per l’Italia. Per Agnelli, ciò che non manca è la vera benzina del calcio, ovvero la passione dei tifosi. È l’ingrediente primo per far ripartire la “macchina” un tempo ammirata da tutto il mondo che si chiama Serie A.

Fotografie: Studio fotografico Lops

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