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La regista della quinta stagione del progetto Crossroads di Giorgio Armani sarà Celine Song Cinque artiste in altrettanti video per parlare di cosa voglia dire trovarsi di fronte a un bivio (e poi scegliere). Nel primo episodio la protagonista è Tecla Insolia.
Una donna australiana è stata “dimenticata” su un’isola durante una crociera ed è morta La donna si sarebbe allontanata durante un'escursione e non avrebbe fatto in tempo a tornare alla nave prima che ripartisse.
Amazon licenzierà 14 mila dipendenti, soprattutto dirigenti che a quanto pare verranno sostituiti dall’AI Non è l'unica multinazionale che ha preso o sta prendendo decisioni simili: entro la fine dell'anno i licenziamenti saranno diverse migliaia.
In una settimana Il mostro è diventata la serie più vista su Netflix in tutto il mondo  In 44 Paesi è in cima alla classifica dei titoli più visti, in 85 figura nella Top Ten: nessun altro si è avvicinato a questi risultati.
Era nell’aria da tempo ma adesso è confermato: ci sarà una reunion dei CSI La prova è un post pubblicato su Instagram da Gianni Maroccolo in cui si vede la band al completo.
È morto James Senese, leggenda della musica napoletana Talentuoso sassofonista dei Napoli Centrale, fondatore del Neapolitan Power, suonò per anni con Pino Daniele.
È morto Mimmo Jodice, uno dei più importanti fotografi italiani Tra i lavori che restano nella storia della fotografia le Vedute di Napoli, la serie Anamnesi e le foto ai capolavori del Museo Archeologico
Al Museo della moda di Anversa si terrà la prima mostra di sempre dedicata agli Antwerp Six La mostra inaugurerà il 28 marzo e rimarrà in cartellone fino al 17 gennaio 2027.

Per rifare la Serie A

Le cose che ci siamo detti a Studio in Triennale: oltre le battute su Luciano Moggi, Andrea Agnelli ha parlato a lungo (con Simon Kuper) dello stato del calcio italiano, di cosa significa amministrare uno stadio di proprietà, di quali modelli prendere a riferimento.

27 Novembre 2014

Studio in Triennale si è aperto con il talk in collaborazione con Undici, la nuova rivista calcistica “cugina” di Studio, e diretta da Giuseppe De Bellis. Il talk, poco sorprendentemente, affrontava il tema del calcio. Non il calcio giocato oggi, o meglio non strettamente: il modello del calcio del futuro, e con un’attenzione particolare al calcio italiano, da troppi anni in crisi e incapace di sollevarsi. A parlarne sono stati Andrea Agnelli, presidente della Juventus, e – nel ruolo di intervistatore – Simon Kuper, editorialista del Financial Timesi e collaboratore di Undici.

Agnelli ha avuto spazio per ricordare i primi anni di tifo, la tradizione familiare, la storia antica e più recente della Juventus, senza escludere gli anni che hanno portato più polemiche: quelli immediatamente pre e post 2006. Per quanto riguarda il “modello Juventus”, il cui fiore all’occhiello è lo Stadium, e la sua possibile diffusione italiana, Agnelli ha sottolineato lo sforzo positivo di alcune società ma il gap che ancora separa l’Italia da nazioni virtuose come, soprattutto, Germania e Inghilterra. Ha definito la Premier League il vero benchmark della Serie A. Uno stadio contemporaneo, ha spiegato, deve prevedere un utilizzo che non sia quello esclusivo della partita, da due ore: deve essere ospitale e offrire servizi per almeno quattro ore; le strutture devono essere nuove e curate, perché è dimostrato che uno stadio pulito e funzionante è il primo deterrente verso danneggiamenti e vandalismi.

Un importante punto affrontato è stato quello della permanenza di grandi giocatori come Arturo Vidal o Paul Pogba. Andrea Agnelli ha descritto il campionato di Serie A come «un campionato di passaggio», e non più un campionato di arrivo. A pagare per questa situazione sono tutti i club, e la cosa, se non limitata da una politica oculata, rischia di essere un pericoloso e continuo corto-circuito: se nemmeno i top club riescono a trattenere i più forti calciatori del mondo, le competizioni internazionali andranno sempre peggio, e da ciò deriverà un ulteriore impoverimento della Serie A tutta, e così via. Anche per questo Andrea Agnelli ha ribadito il suo sostegno al progetto di Demetrio Albertini alla guida della Figc. Ciò che deve rendere vivo il calcio è quello che il presidente di Juventus FC ha chiamato “coopetition”: competere con le altre cosiddette “big”, ossia le squadre rivali, in campo, ma collaborare fuori dal campo, per creare modelli di business e sostenibilità.

Infine, una speranza per l’Italia. Per Agnelli, ciò che non manca è la vera benzina del calcio, ovvero la passione dei tifosi. È l’ingrediente primo per far ripartire la “macchina” un tempo ammirata da tutto il mondo che si chiama Serie A.

Fotografie: Studio fotografico Lops

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