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07:24 mercoledì 19 novembre 2025
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.
Per la prima volta è stata pubblicata la colonna sonora di Una mamma per amica In occasione del 25esimo anniversario della serie, su tutte le piattaforme è arrivata una playlist contenente i migliori 18 brani della serie.
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.
Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.

Penguin è la prima casa editrice a proibire alle intelligenze artificiali di leggere i suoi libri

21 Ottobre 2024

Con una mossa che fa a suo modo storia per il mondo editoriale, Penguin Random House ha deciso di proibire l’utilizzo di tutti i suoi libri ai sistemi di training di intelligenze artificiali. Significa cambiare tutte le sue regole sul diritto d’autore, o meglio, aggiornarle, inserendo la dicitura: «No part of this book may be used or reproduced in any manner for the purpose of training artificial intelligence technologies or systems» (ovvero: Nessuna parte di questo libro può essere utilizzate o riprodotta in qualsiasi maniere con lo scopo di allenare sistemi o tecnologie di Intelligenza artificiale»).

Questi sistemi, inclusi i cosiddetti chatbot, infatti, sono soliti “leggere” enormi quantità di testi per “imparare” e migliorare il proprio linguaggio, la propria sintassi e i propri “ragionamenti”. Il Ceo di Penguin Random House UK, Tom Weldon, ha dichiarato che l’editore «difenderà con forza la proprietà intellettuale appartenente ai nostri scrittori e artisti», ma anche che «innoverà in modo responsabile» e «userà sistemi di intelligenza artificiale generativa in modo selettivo e responsabile, laddove vedremo chiaramente che può servire a portare avanti i nostri obiettivi».

Come riporta The Bookseller, antica e stimata pubblicazione specializzata in editoria, anche la Autors’ Licensing and Collecting Society ha accolto bene la decisione di Penguin. La Ceo Anna Ganley ha però detto che servirà aggiornare anche tutti i contratti tra case editrici e autori/autrici, per garantire che il lavoro di questi ultimi non venga utilizzato (o venga utilizzato con il consenso) nemmeno per attività promozionali, o nella creazione di immagini per le copertine, e così via. Insomma: il libro deve essere letto dai lettori e basta, e non usato come mezzo per arrivare a un altro fine – a meno che non sia contrattualizzato.

Le compagnie tech scandagliano tutto l’internet, solitamente, per dare in pasto i testi alle intelligenze artificiali. Sono testi quindi pieni di bias, razzismo, errori, cattivo linguaggio. I libri sono invece molto ricercati: per questo la decisione di Penguin è molto importante: potrebbe essere il primo passo per far sì che queste compagnie paghino per i contenuti che vogliono dare “da imparare” alle loro macchine.

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