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16:37 mercoledì 5 novembre 2025
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare i suoi film per addestrare Sora 2 a crearne delle brutte copie Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni, il neosindaco di New York Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump Nelle prime dichiarazioni pubbliche e social, il neosindaco ha anche ribadito la promessa di ridisegnare NY a misura di migranti e lavoratori.
Ogni volta che va a New York, Karl Ove Knausgård ha un carissimo amico che gli fa da cicerone: Jeremy Strong E viceversa: tutte le volte che l'attore si trova a passare da Copenaghen, passa la serata assieme allo scrittore.
È uscito il trailer di Blossoms Shanghai, la prima serie tv di Wong Kar-wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.

Ci sono centinaia di app per diventare dei veri comunisti cinesi

18 Ottobre 2017

Ci sono continui segnali del fatto che la Cina abbia accettato la sfida delle nuove tecnologie. Le politiche di sviluppo del Paese di focalizzano sull’intelligenza artificiale, mentre i leader manifestano una continua attenzione alle applicazioni della tecnologia in ogni i campo, compreso quelli in cui sarà necessario interagire con le emozioni umane. Viene da chiedersi se la svolta tech cinese metta a rischio la sopravvivenza di un regime autoritario, o se, al contrario, possa rendere più stretto il controllo sulla popolazione. Un indizio potrebbe arrivare dalle centinaia di applicazioni che servono a plasmare “comunisti modello”. In questo articolo, scritto in occasione del 19esimo Congresso del Partito comunista cinese,  Quartz le descrive come tutte più o meno simili, destinate alle tante associazioni o ramificazioni del partito nei settori della vita organizzata.

Smart Red Cloud, ad esempio, sviluppata dall’università di Chengdu, usa l’intelligenza artificiale per educare e valutare gli utenti che la scaricano dagli store Apple e Android. Le sue funzioni comprendono tutorial ideologici, chat tra affiliati e notifiche per ogni evento del partito. Liang Lihua, a capo della startup universitaria che l’ha sviluppata, dice a Quartz che in questo modo sarà possibile raccogliere anche informazioni personali, riguardanti la storia familiare, l’esperienza lavorativa e i movimenti online, utili in quanto internet «è strettamente legato alle abitudini quotidiane». L’applicazione è anche in grado di compilare un profilo che indichi l’orientamento politico dell’utilizzatore, stabilendo, ad esempio, se è un riformista o un conservatore, in qualche modo facendo le veci dei vecchi meeting di partito, dove i funzionari parlavano in pubblico.

Secondo Liang sono due milioni gli utenti che hanno installato Smart Red Cloud sul proprio telefono. Anche l’azienda Hua Yu è specializzata nello sviluppo di applicazioni “ideologiche” scaricate su 6 milioni di smartphone. Hua Yu ha venduto il suo prodotto a centinaia di clienti, dalle aziende statali, che lo utilizzano per organizzare meeting interni, alle diramazioni locali del partito, in modo da connettere i membri disseminati nelle campagne. Ora Hua Yu sta testando un bot per rispondere automaticamente ai dilemmi ideologici degli utenti, mentre un’AI per la profilazione è ancora giudicata uno strumento “troppo sensibile” dai capi dell’azienda, almeno per adesso.

Foto Getty
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