Cose che succedono | Stati Uniti

Paris Hilton ha scritto un articolo sul Washington Post

«Quando avevo 16 anni, sono stato svegliata una notte da due uomini con le manette. Mi hanno chiesto se volevo andare con loro “con le buone o con le cattive”, prima di portarmi via da casa mentre urlavo chiedendo aiuto. Non avevo idea del perché o dove sarei stata portata contro la mia volontà. Ho scoperto presto che mi stavano mandando all’inferno». Inizia così l’articolo pubblicato il 18 ottobre sul Washington Post, in cui Paris Hilton chiede espressamente al presidente Joe Biden e al Congresso di mettere in atto una riforma a tutela dei giovani “problematici” nei programmi di recupero e correzione del comportamento, di cui lei stessa è stata vittima. Hilton si riferisce, e racconta con zelo di dettagli, al trauma subito da adolescente, quando con l’approvazione dei genitori venne trasferita di peso alla Provo Canyon School in Utah, istituto che ha accusato direttamente l’anno scorso specializzato nel trattare ragazzini ribelli o con disturbi del comportamento. Paris scrive di come i genitori furono manipolati dal marketing  fuorviante di quella che definisce “l’industria degli adolescenti in difficoltà”, ovvero una rete di collegi terapeutici, campi di addestramento in stile militare, programmi di terapia sul comportamento, un business che Hilton scrive valere 50 miliardi di dollari all’anno negli Stati Uniti e che spacciano provvedimenti correttivi violenti come risposta al comportamento problematico degli adolescenti. 

 

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«In tutte e quattro le strutture in cui sono stato mandata da adolescente, ho subito abusi fisici e psicologici da parte del personale: mi hanno stretto le mani al collo, schiaffeggiato, spiato mentre facevo la doccia e privato del sonno. Sono stata chiamata con nomi volgari e costretta a prendere farmaci senza una diagnosi», prosegue Hilton. In una struttura dello Utah, sono stata rinchiusa in isolamento in una stanza dove le pareti erano ricoperte di graffi e macchie di sangue». La star di The Simple Life, ha richiamato l’attenzione sulla morte dello scorso anno del sedicenne Cornelius Frederick, per la quale tre membri dello staff della Lakeside Academy di Kalamazoo, nel Michigan, sono stati accusati di omicidio colposo all’inizio di questo mese, come caso emblematico del fenomeno che segnala. «Garantire che i bambini siano al sicuro da abusi istituzionali, negligenza e coercizione non è una questione repubblicana o democratica, è una questione fondamentale dei diritti umani che richiede un’azione immediata. Chi è al potere ha l’obbligo di proteggere chi è impotente», ha concluso l’attrice ed ereditiera, non prima di aver sottolineato come un provvedimento come questo avrebbe potuto evitare a lei e ad altri ragazzi traumatizzati di patire le conseguenze di queste esperienze.