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19:11 martedì 15 luglio 2025
Il figlio di Liam Gallagher si sta facendo bello ai concerti degli Oasis indossando le giacche del padre Gene Gallagher è stato pizzicato a indossare una giacca Burberry di papà al concerto di Manchester: l’ha definita un «cimelio di famiglia».
In una piccola città spagnola, una notizia che non si sa se vera o falsa ha portato a una caccia all’immigrato lunga tre giorni Tutto è partito da una denuncia che ancora non è stata confermata, poi sono venute le fake news e i partiti di estrema destra, infine le violenze in strada e gli arresti.
Una ricerca ha scoperto che quando sono stressate le piante ne “parlano” con gli animali Soprattutto con gli insetti, attraverso dei suoni specifici. Gli insetti però non sono gentilissimi: se una pianta sta male, loro la evitano.
Hbo ha pubblicato la prima foto dal set della serie di Harry Potter e ovviamente ritrae il nuovo Harry Potter L'attore Dominic McLaughlin per la prima volta volta in costume, con occhiali e cicatrice, sul set londinese della serie.
Nel nuovo disco di Travis Scott c’è un sampling di Massimo Ranieri In uno dei più improbabili crossover di sempre, nella canzone "2000 Excursion" di Scott si trova anche "Adagio Veneziano" di Ranieri.
L’annuncio dell’arrivo a Venezia di Emily in Paris lo ha dato Luca Zaia Il Presidente della Regione Veneto ha bruciato Netflix sul tempo con un post su Instagram, confermando che “Emily in Venice” verrà girato ad agosto in Laguna.
Ancora una volta, l’attore Stellan Skarsgård ha voluto ricordare il fatto che Ingmar Bergman era un ammiratore di Hitler «È l’unica persona che conosco ad aver pianto quando è morto Hitler», ha detto. Non è la prima volta che Skarsgård racconta questo lato del regista.
Superman non ha salvato solo la Terra ma anche Warner Bros. La performance al botteghino dell'Uomo d'acciaio è stata migliore delle aspettative, salvando lo studio dalla crisi nera del 2024. 

L’importanza degli ombrelli nella letteratura

13 Novembre 2017

Le giornate piovose sono tornate, e con loro l’ombrello. Ingombrante e umidiccio, dimenticabile ovunque, sgargiante o serioso, lussuoso o fragilissimo, ereditato dal bisnonno o comprato in metro a 5 euro: l’ombrello è uno degli oggetti che accompagna i nostri autunni e inverni. È sempre uguale, non si evolve. Sarà stata anche questa sua fedeltà a se stesso a permettergli di diventare un simbolo così ricorrente nella nostra cultura? Se nella realtà ha un’unica, invariabile, funzione, nei libri e nei film diventa flessibile e si presta a qualsiasi utilizzo: simbolo sessuale per Freud, oggetto scelto dai surrealisti per la frase-manifesto della loro poetica («bello come l’incontro casuale di una macchina da cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio», disse il Comte de Lautréamont), ma anche protagonista di una delle prime hit di Rihanna.

Su Literary Hub, Marion Rankine, che ha dedicato all’argomento un intero libro (Brolliology, a history of umbrella in life and literature, appena pubblicato da Melville House) ne ha brevemente ripercorso la storia. Il potere dell’ombrello, secondo l’autrice, risiede nella sua “sgraziata eleganza”: è un oggetto che può rivelarsi indispensabile come del tutto inutile, che si rompe piuttosto facilmente e spesso ci fa sembrare patetici, la cui morte è spesso tragica e triste, quando viene impietosamente abbandonato per strada. Da Singing in The RainHarry Potter, da Dickens a Mary Poppins, seguire il percorso dell’ombrello nella storia della cultura è un’occasione per riscoprire opere letterarie, filosofiche, artistiche e cinematografiche, da un nuovo, inedito, punto di vista.

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