Dopo le prime stroncature pubblicate per sbaglio, arrivano diversi pareri favorevoli. Su una cosa tutti sembrano d’accordo: David Corenswet è un ottimo Clark Kent.
Superman non ha salvato solo la Terra ma anche Warner Bros.
La performance al botteghino dell'Uomo d'acciaio è stata migliore delle aspettative, salvando lo studio dalla crisi nera del 2024.

In oltre trent’anni di dati “moderni” del botteghino, una storia di rivalsa come quella che sta vivendo Warner Bros. non si era mai vista. Parola di Paul Dergarabedian, analista di Comscore che per il New York Times ha analizzato l’inversione a U fatta dallo studio in pochi mesi. Un successo figlio di una strategia attentamente pianificata ma in cui credevano pochissimi, di cui Superman è solo l’ultimo, rischioso tassello. Il reboot del supereroe per eccellenza nel pieno della crisi di popolarità dei cinecomic sembrava una scommessa persa e per giunta salatissima, considerando un budget stimato in almeno 350 milioni di dollari. Senza contare che il regista e mente dell’operazione, James Gunn, non ha esitato a sottolineare la svolta “politica” dell’eroe, spiegando che il film lo racconta non come un alieno ma un immigrato, attirandosi le accuse di aver reso Superman “superwoke”.
Oltre alle recensioni, anche il botteghino però ha dato ragione a WB: 217 milioni di dollari a livello globale nel primo fine settimana di programmazione, di cui oltre 120 nei soli Stati Uniti, dove gli analisti più ottimisti prevedevano che, nella migliore delle ipotesi, il film avrebbe a malapena superato quota 100. In Italia Superman è attualmente secondo al botteghino dietro il nuovo capitolo della saga di Jurassic Park: a vedere l’Azzurrone sono andate poco meno di 60 mila persone, per un incasso di circa due milioni di euro. Ora bisognerà vedere se il film continuerà a macinare ingressi e incassi, ma dopo il successo da quasi un miliardo di dollari di Minecraft, l’ottimo botteghino di Sinners (che pare già uno dei favoriti per i prossimi Oscar) e i buoni incassi di Final Destination: Bloodlines e F1: Il film, bisogna ammettere che Warner Bros. non sta sbagliando un colpo.
«Una corsa incredibile» ha detto David Zaslav, amministratore delegato, al New York Times «Siamo organizzati e all’attacco». L’eroe di questa storia è lui, dopo che per mesi la sua poltrona è stata in bilico. Il 2024 di Warner infatti è stato così disastroso a livello d’incassi che si erano diffuse persino voci di una vendita dello studio. Anche il 2025 è cominciato male, con Mickey 17 e The Alto Knights rivelatisi deludenti sia in fatto di recensione che di incassi. In molti sostenevano che le scommesse sul fronte videoludico e fumettistico di Zaslav l’avrebbero portato alla disoccupazione. Invece da Minecraft a Superman, Warner ha saputo dimostrare che puntando sulla distribuzione in sala e rischiando si può ancora conquistare il botteghino.