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17:37 venerdì 25 luglio 2025
La Casa Bianca è arrabbiatissima con South Park per una scena in cui Trump vuole fare sesso con Satana E anche per il fatto che il Diavolo sottolinea la scarsa virilità del Presidente e lo prende in giro per la sua tendenza a fare causa a tutti.
Un documentario Netflix ha portato alla riapertura dell’indagine sulla morte dell’ex moglie di Bertrand Cantat Inizialmente ritenuto un suicidio, ora si indaga sulla possibilità che l'ex Noir Desir, già condannato per la morte dell'attrice Marie Trintignant, abbia indotto la donna a uccidersi.
Macron ha annunciato che a settembre la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina Una decisione storica: la Francia diventa così il primo Paese del G7 a sostenere la legittimità dello Stato palestinese.
Jeremy Corbyn ha fondato un nuovo partito ma c’è già un problema: non si capisce come si chiama In molti si sono convinti che si chiami Your Party, ma quello in realtà è solo il nome del sito per iscriversi al partito.
Berghaus ha rifatto la Meru Jacket, la giacca resa famosissima da Liam Gallagher Dopo quasi 30 anni da quel concerto a Oslo, torna il "modello Oasis", negli stessi identici colori.
Dire a una persona che quello che ha scritto sembra scritto dall’AI adesso è un’offesa e si chiama AI shaming Ed è anche un insulto classista, come si legge in un paper appena pubblicato e dedicato a questa delicata questione.
Montmartre è diventata la capitale dell’odio antituristico in Francia I residenti denunciano la “disneyficazione” del loro quartiere, preso d’assalto da un numero di turisti senza precedenti.
Luca Guadagnino ha scelto l’attore che interpreterà Elon Musk nel suo prossimo film Artificial E bisogna ammettere che è stata un'ottima scelta di casting: la somiglianza tra l'attore Ike Barinholtz e Musk è notevole.

Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra

Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.

20 Giugno 2025

Disattivare tutte le notifiche riguardanti le breaking news per poter tirare il fiato. Da cosa? Si chiama alert fatigue, ovvero l’affaticamento causato dal venire continuamente infastiditi da alert riguardanti ciò che succede nel mondo. Stavolta gli utenti sembrano aver messo a fuoco il problema ancor prima dei principali colpevoli del fenomeno: le grandi testate giornalistiche. Un’approfondita ricerca condotta in 28 nazioni dal Reuters Institute for the Study of Journalism conferma quanto si sospettava da tempo: che gran parte degli utenti disattiva le notifiche di Google e Apple News perché sopraffatto dal numero di alert giornalieri. Il 79 per cento di quanti attivano le notifiche sui due principali aggregatori di notizie, infatti, le disattiva poco tempo dopo. 

I motivi sono riassumibili con un affaticamento mentale dovuto alle continue interruzioni alla propria attività quotidiana date dai ping delle notifiche (a quelle delle news vanno aggiunte tutte le altre, tantissime, che arrivano ormai in continuazione da qualsiasi app). Il Guardian riporta anche i dati riguardanti il numero medio di notifiche che le singole testate mandano ai proprio lettori, che è cresciuto moltissimo nel tempo. Lo scopo delle stesse sarebbe quello di avvisare gli utenti istantaneamente solo per notizie di reale importanza e urgenza, ma nell’ultimo decennio gli alert settimanali sono cresciuti dal 6 per cento al 23 per cento negli Stati Uniti, con percentuali simili in tutto il Vecchio continente. 

Il settore dell’informazione viene così sempre più spesso zittito e scacciato dallo spazio più ambito da tutti i media: la schermata di blocco degli smartphone. Dato che è il primo spazio che vediamo quando afferriamo il cellulare, anche senza sbloccarlo, tutti vogliono apparirvi con i propri alert; dai social media alle app d’intrattenimento, fino ai fornitori di servizi. Trovare un equilibrio tra rimanere aggiornati e vedere la propria quotidianità costantemente interrotta da un flusso di notizie che può avere anche un forte impatto emotivo, specie considerando l’attuale situazione internazionale, sembra quasi una battaglia impossibile. Tanto che molti utenti ricorrono alla soluzione più drastica, disinstallando del tutto gli aggregatori di notizie.

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