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16:34 martedì 9 dicembre 2025
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.
Dopo il furto dei gioielli, ora il Louvre è nei guai a causa delle infiltrazioni di acqua e degli scioperi dei dipendenti Le infiltrazioni hanno danneggiato 400 documenti della biblioteca del Dipartimento delle antichità egizie, confermando i problemi che hanno portato i lavoratori allo sciopero.
Le cose più interessanti dei Golden Globe 2026 sono The Rock, i film d’animazione e il nuovo premio per i podcast Più delle candidature per film e serie tv, queste categorie raccontano come sta cambiando l’industria dell'intrattenimento oggi.
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.

Per Slate nessuno «merita» il Nobel: specie Bob Dylan e Philip Roth

14 Ottobre 2016

Il Nobel per la Letteratura crea sempre polemiche, spesso legate alla notorietà o alla effettiva qualità dell’autore, quest’anno però, con l’assegnazione del premio a Bob Dylan, il fronte delle polemiche è completamente mutato. Innanzitutto c’è il problema che Dylan non è uno scrittore ma un cantautore, e poi l’altra questione, chiamata in causa in queste ore, della sua notorietà globale.

L’editorialista letteraria di Slate Laura Miller critica l’assegnazione del premio di quest’anno da una prospettiva particolare: dare il Nobel a Bob Dylan, scrive, è un atto «fondamentalmente anti-letterario», nella stessa misura in cui è «anti-letteraria» la posizione di chi dice che Philip Roth merita il Nobel.

Miller parte da una polemica ben nota al pubblico italiano, notando che il Nobel, «è famigerato per essere lontano dai gusti del pubblico e della stampa». A differenza del Pulitzer, infatti, il premio dell’Accademia svedese spesso corona autori sconosciuti non soltanto al grande pubblico ma anche agli stessi critici letterari, per lo meno nel mondo anglo-occidentale: l’editorialista ricorda «svariate mattine d’ottobre passate a spiegare al caporedattore, con somma umiliazione, che non hai mai sentito, per non dire letto, quell’autore che è appena stato dichiarato un genio assoluto».

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Secondo alcuni, la tendenza da parte dell’Accademia svedese a premiare autori relativamente sconosciuti è «oscurantista», e forse il risultato di una scelta precisa, e «troppo politicamente corretta», di discostarsi dall’establishment letterario anglo-americano. “Perché non danno il Nobel a Philip Roth?”, è una delle reazioni più frequenti tra chi non condivide questo approccio. L’editorialista però ricorda che per molti altri il «lavoro del Nobel» è proprio questo, cioè «mettere noi provinciali anglo-americani a disagio per la nostra ignoranza sugli autori del resto del mondo, che gli editori non si sono dati la briga di tradurre perché eravamo tutti concentrati sul nuovo romanzo di Franzen».

Visto che la brand identity del Nobel è strettamente associata all’incoronazione di autori relativamente sconosciuti ma dall’alto valore letterario, secondo il giudizio dell’Accademia di Svezia, la scelta di Dylan probabilmente è una sorta di «jolly volta a confondere le acque di questa identità». Comunque la si pensi, prosegue Miller, il punto del Nobel è dare «prestigio», che è una valuta completamente separata dalla celebrità. E il «prestigio» è, per definizione, una cosa assai fumosa e arbitraria: «Proprio come la fata Campanellino, esiste soltanto se tu ci credi».

Può dare fastidio che un autore molto amato e riverito, come per l’appunto Philip Roth, non riceva il Nobel. Ma a conti fatti «l’idea stessa che alcuni autori abbiano diritto a un Nobel è profondamente anti-letteraria», conclude. «Lo è, sfortunatamente, anche dare il Nobel a Dylan».

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