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11:15 giovedì 11 dicembre 2025
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.
La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrato dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
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Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui per gestire lo stress invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.

Il culto di Nick Cave

La mostra co-curata da lui stesso è insieme un autoritratto e un'immersione guidata nel laboratorio di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi.

di Studio
23 Giugno 2020

Durante la pandemia, mentre i suoi colleghi si affannavo tra dirette streaming e concertini in salotto, lui aveva ribadito il diritto al silenzio, invitando ognuno a utilizzare il periodo di crisi per la propria “ricerca personale”. Ora che i musei europei hanno in gran parte ripreso la loro attività, possiamo capire cosa intendeva Nick Cave quando suggeriva di ritirarsi in un microcosmo mentale e privato che non conosce l’esigenza immediata di essere condiviso, e si rivela anzi, buio e protetto com’è, l’ambiente ideale in cui far germogliare la creazione artistica. Dopo la posticipazione a causa dall’epidemia di Covid-19, il Black Diamond di Copenhagen ha inaugurato Stranger Than Kindness: The Nick Cave Exhibition, una mostra che raccoglie oltre 300 oggetti raccolti o realizzati da Nick Cave in sei decenni di attività creativa. Progettata per la Royal Danish Library, con Cave in qualità di co-curatore e co-designer, la mostra, supportata da Gucci e prolungata fino al 13 febbraio 2021, è una fusione di biografia, autobiografia e fiction che invita i visitatori a seguire la traiettoria artistica di Cave e a scoprire i temi principali delle sue opere, i metodi di lavoro e le fonti d’ispirazione. Un’immersione nel laboratorio di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi.

La mostra ripercorre il periodo dall’infanzia di Cave negli anni ’60 a Wangaratta, in Australia, gli anni con le sue prime band, The Boys Next Door e The Birthday Party, il suo trasferimento a Berlino e poi a Londra, la collaborazione Nick Cave & The Bad Seeds, dalla nascita della band nel periodo più ossessivo di Cave a Berlino, fino al loro ultimo album Ghosteen (2019). Insieme a Warren Ellis, suo collaboratore musicale di lunga data, Cave ha anche composto e registrato un paesaggio sonoro di 800 mq che accompagna il visitatore lungo le otto sale dell’esposizione. La mostra contiene anche due installazioni create con gli artisti Iain Forsyth e Jane Pollard, che hanno scritto e diretto il lungometraggio di Nick Cave 20,000 Days on Earth, nominato ai Bafta 2014.

Gli archivi di Nick Cave comprendono bozze, illustrazioni originali, testi di canzoni autografi, diari, fotografie, video, oggetti trovati. «C’è un’enorme quantità di questa roba periferica – disegni, cartine, liste, ghirigori, fotografie, dipinti, collage, scarabocchi e bozze – che sono la proprietà segreta e informe dell’artista. Non si tratta di opere artistiche, quanto piuttosto della sovrastruttura spiritata e compulsiva che porta con sé la canzone o il libro, la sceneggiatura o la partitura. Sono un sistema di supporto di informazioni maniacali e tangenziali», commenta Cave. La mostra è accompagnata dal bellissimo libro Stranger Than Kindness. Pubblicato il 23 marzo 2020, sviluppato e curato dall’artista in collaborazione con Christina Back, presenta riproduzioni a colori di opere originali, testi scritti a mano, fotografie e oggetti personali, con commenti e riflessioni di Nick Cave, di Janine Barrand e un saggio di Darcey Steinke.

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