Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
C’è una serie sui diari di Andy Warhol in cui hanno ricreato artificialmente la sua voce che li legge
Famosi per i loro aneddoti sulle celebrità di quegli anni, da Mick Jagger a Truman Capote, da Madonna a Federico Fellini, i diari di Andy Warhol permettono di rivivere la scena artistica di New York. Curati dalla sua collaboratrice nonché vecchia amica Pat Hackett e pubblicati postumi – l’artista ci ha lavorato fino all’anno della sua morte, nel 1987 – gli scritti intimi di Andy Warhol sono stati definiti la sua «ultima opera d’arte».
L’8 marzo su Netflix arriva una serie in cui questi diari avranno un ruolo fondamentale. Prodotto da Ryan Murphy, The Andy Warhol Diaries è un documentario in sei parti che racconta la storia di Warhol dall’infanzia fino alla sua carriera di artista, regista, editore e molte altre cose. «Sono solo un freak», dice Warhol a un certo punto durante il trailer. «Non ero molto vicino a nessuno. Anche se immagino che volessi esserlo». Ovviamente non è davvero lui a leggere i suoi diari: la sua voce è stata ricreata utilizzando un programma di intelligenza artificiale. Diretto da Andrew Rossi, il documentario comprende anche ricordi e testimonianze di amici e conoscenti dell’artista tra cui Julian Schnabel, John Waters, Fab Five Freddy, Jerry Hall, Debbie Harry.
Con tanto di lettera indirizzata a tutti i Ceo delle aziende Fortune 500, invitati a vedere il film il 17 dicembre a New York alle ore 17 locali.
La serie di Ryan Murphy con protagonista Kim Kardashian è stata descritta come la peggiore di tutta la storia della televisione. Ma chi ama davvero la tv spazzatura sa di aver visto un classico immediato, un capolavoro del genere.