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15:39 martedì 21 ottobre 2025
I trafficanti di Captagon, l’anfetamina siriana, si stanno rivelando un grave problema per il nuovo governo siriano In questi giorni le autorità hanno sequestrato 12 milioni di pasticche, la più grande operazione di questo tipo dalla caduta del regime di Assad.
In carcere Sarkozy verrà messo in isolamento per evitare che gli altri detenuti si facciano i selfie con lui L'amministrazione della prigione di La Santé di Parigi ha preso questa decisione per proteggere il Presidente dal suo "fandom" carcerario.
La prima serie tv tratta dal Signore delle mosche l’ha realizzata Jack Thorne, il creatore di Adolescence Con la consulenza degli eredi di William Golding, per garantire la massima fedeltà della serie, prodotta da Bbc, ai temi e alle atmosfere del romanzo.
Il figlio del fondatore di Mango sarebbe sospettato nell’indagine sulla morte del padre Lo riportano i quotidiani El Pais e La Vanguardia: la polizia starebbe verificando delle supposte incongruenze nelle dichiarazioni di Jonathan Andic relative alle circostanze della morte del padre Isak.
È morta Sofia Corradi, la donna che ha inventato l’Erasmus “per colpa” della burocrazia italiana Aveva 91 anni e l'idea dell'Erasmus le venne quando in Italia non le furono riconosciuti degli esami universitari fatti negli Usa.
Persino la ministra della Cultura francese ha ammesso che i ladri che hanno rubato i gioielli dal Louvre sono stati «molto professionali» Una sconsolata Rachida Dati ha dovuto ammettere che i ladri hanno agito con calma, senza violenza e dimostrandosi molto esperti.
Gli addetti stampa della Casa Bianca hanno risposto «tua madre» a una normalissima domanda di un giornalista durante una conferenza stampa Una domanda sul vertice tra Trump, Putin e Zelensky a Budapest, che Karoline Leavitt e Stephen Cheung hanno preso molto male, a quanto pare.
Hollywood non riesce a capire se Una battaglia dopo l’altra è un flop o un successo Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari. 

A Kiev c’è una mostra con tutti gli oggetti che i russi hanno lasciato sul campo di battaglia

23 Maggio 2022

A Kiev, in via Kriposnyi, poco distante dal bunker in cui Volodymyr Zelenskiy vive dallo scorso 24 febbraio, c’è il Museo di Storia Militare. Da qualche giorno, il museo ospita una nuova mostra, un’esposizione temporanea di tutti gli oggetti (carrarmati, bombe, missili, armi, equipaggiamento, documenti) che i soldati russi hanno lasciato sul campo di battaglia dall’inizio dell'”operazione militare speciale”. Dall’altra parte di Kiev c’è, invece, il museo dedicato alla Seconda guerra mondiale. Anche qui, negli ultimi giorni, una nuova mostra è stata inaugurata: è più grande e completa di quella del Museo di Storia Militare, si intitola Crucified Ukraine, è un “raccolta” di tutto ciò che i russi hanno abbandonato per strada durante l’assedio di Kiev. «Tre giorni dopo la liberazione della città, lo staff del museo ha cominciato una serie di missioni per recuperare tutto quello che si poteva recuperare sul campo di battaglia, aiutato dai soldati», ha raccontato al Guardian Dmytro Hainetdinov, dirigente del museo.

Alcuni degli oggetti esposti, racconta Shaun Walker nel suo pezzo sul Guardian, sono “sistemati” come se fossero delle vere e proprie opere d’arte. Centinaia di paia di stivali da combattimento dei soldati russi sono disposti in modo tale da formare una stella rossa. Al soffitto è appesa la cupola di una chiesetta distrutta dai bombardamenti. Tra i “reperti” più amati dai visitatori c’è una mappa di Kiev che pare venisse usata da un gruppo di sabotatori russi che erano riusciti a entrare in città e a nascondersi tra la popolazione civile, fino a quando non sono stati scoperti e catturati dai soldati ucraini. Nel seminterrato i visitatori entrano nella fedele ricostruzione di un rifugio anti-bombe di Hostomel in cui alcuni abitanti della città sono sopravvissuti per più di un mese mentre i russi bombardavano senza sosta. Gli oggetti dentro questa “copia” del rifugio sono tutti autentici: ci sono coperte, bustine di tè, cibo e persino la lapide improvvisata per una donna morta durante l’occupazione russa.


Per i responsabili del museo la mostra è importante per due ragioni: la prima è conservare il ricordo di quanto successo in queste settimane di guerra; la seconda è far capire, almeno in piccola parte, cosa sia la guerra a quegli ucraini che non la stanno vivendo in prima persona. «Questo è un progetto che serve a far capire cosa succede quando ci rifiutiamo di imparare le lezioni che la storia ci offre», ha detto Hainetdinov.

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