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13:33 venerdì 19 dicembre 2025
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.
Nobody’s Girl, il memoir di Virginia Giuffre sul caso Epstein, ha venduto un milione di copie in due mesi Il libro è già alla decima ristampa e più della metà delle vendite si è registrata in Nord America.
YouTube avrebbe speso più di un miliardo di dollari per i diritti di trasmissione degli Oscar Nessuna tv generalista è riuscita a superare l'offerta e quindi dal 2029 al 2033 la cerimonia verrà trasmessa in esclusiva su YouTube.
Miss Finlandia ha perso il suo titolo dopo aver fatto il gesto degli “occhi a mandorla” ma in compenso è diventata un idolo dell’estrema destra Il gesto è stato imitato anche da due parlamentari del partito di governo Veri finlandesi, nonostante il Primo ministro lo abbia condannato.
In un editoriale su Politico, Pedro Sánchez ha definito la crisi abitativa «la più grande emergenza di questa epoca» E ha invitato tutti i Paesi dell'Ue a iniziare a trattare il diritto alla casa come quello alla sanità e all'istruzione.

Imparare a fallire

Fondazione Prada e Mubi, la piattaforma di streaming di film d'autore, hanno curato insieme una rassegna cinematografica di film andati malissimo nel momento della loro uscita.

03 Aprile 2020

Il fallimento è stato uno dei temi ricorrenti nell’arte degli anni ‘90. Maurizio Cattelan, ad esempio, ha costruito sul concetto di fallimento e di catastrofe tutta la sua (gloriosa e per niente fallimentare) carriera: dal papa abbattuto dal meteorite (1999) al Pinocchio suicida nella fontana del Gugghenheim nella fondamentale mostra di Nancy Spector theanyspacewhatever del 2008. L’interpretazione artistica e letteraria del concetto di fallimento ci piace perché è consolante, catartica. Per questo ogni volta che abbiamo perso, abbiamo sbagliato o abbiamo assistito al crollo di qualcosa in cui avevamo investito, siamo tornati a pensare alla famosa frase estrapolata con violenza (se letta nel suo contesto originale ha tutto un altro significato) da un racconto di Samuel Beckett del 1983, quella che purtroppo siamo stati tentati di ricopiare sul diario almeno una volta: «Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio».

Se gli anni ’90 sono tornati di moda ormai da un bel po’, la parola fallimento è ricomparsa nel nostro vocabolario quotidiano da poco. Oggi la paura di fallire non è più individuale, intima, ma collettiva: temiamo per il futuro del nostro lavoro, delle aziende, del commercio, del turismo, dell’economia del Paese, temiamo il crollo del sistema di scambi su cui si regge il mondo così come lo conosciamo. E poi certo, temiamo anche di dover rinunciare ai nostri progetti personali. Abbiamo paura per il futuro di Milano, e abbiamo osservato con sgomento come poche settimane siano bastate a bloccare lo slancio degli ultimi anni. Uno slancio senza il quale Milano, “la città che sale”, non è più se stessa. Solo qualche mese fa le si contestava di andare troppo veloce e spingersi troppo avanti, senza aspettare il resto dell’Italia, senza condividere i suoi traguardi. E adesso si è dovuta fermare per forza.

L’esaltazione nei confronti del futuro ha lasciato il posto a un silenzio sbigottito, che molte istituzioni culturali stanno cercando di interrompere. L’ultimo esempio è il nuovo progetto di Fondazione Prada, una selezione di film curata in collaborazione con Mubi, la piattaforma di streaming online di film d’autore, che potremo vedere a partire dal 5 aprile. Il significativo titolo di questa rassegna è Perfect Failures: si tratta di una collezione di film fortemente incompresi al momento della loro uscita, accompagnata da una nuova sezione del sito di Fondazione Prada dove saranno pubblicati materiali inediti, native content che rifletteranno sull’esperienza dello streaming, informazioni sui film selezionati e curiosità sui registi. Perfect Failures include fallimenti cinematografici, spiazzanti deviazioni di autori affermati, film troppo innovativi per il loro tempo. Questo viaggio cinematografico tra i passi falsi di importanti registi mostra come un contesto culturale completamente cambiato, nuovi strumenti di interpretazione, una maggiore distanza critica tra lo spettatore e quell’insieme di aspettative che costituiscono il contesto mediatico originario siano in grado di modificare completamente la ricezione di questi film, che decenni fa sono stati accolti con scetticismo, o addirittura repulsione.

Southland Tales, Così finisce il mondo, Richard Kelly, 2006

A Countess from Hong Kong, Charlie Chaplin, 1967

Fedora, Billy Wilder, 1978

A Couch in New York, Chantal Akerman, 1996

Il programma inizia con Southland Tales – Così finisce il mondo, di Richard Kelly (il regista di Donnie Darko), visibile a livello globale, e prosegue con una selezione curata di titoli per ciascun Paese in cui Perfect Failures sarà disponibile. Oltre all’anarchica commedia fantascientifica di Richard Kelly presentata in anteprima al Festival di Cannes nel 2006 e accolta negativamente, potremo vedere Fedora, anacronistico melodramma realizzato da Billy Wilder nel 1978, uscito in pochi Paesi e pubblicizzato con una debolissima campagna promozionale, Un divano a New York, coraggiosa commedia di Chantal Akerman che nel 1996 sfida gli stereotipi del cinema romantico, La contessa di Hong Kong (1967), ultima opera di Charlie Chaplin, con Sophia Loren e Marlon Brando, recensita negativamente dalla critica internazionale, Night Moves, pellicola drammatica diretta da Kelly Reichardt nel 2013, accolta con entusiasmo ma accusata di plagio, e Showgirls, film erotico cult del 1995 di Paul Verhoeven, un fallimento critico e commerciale alla sua uscita e considerato oggi come una satira acuta e spietata di Hollywood. In pratica, un corso interamente costituito da film d’autore per imparare a fallire nel miglior modo possibile e, soprattutto, per ora, restando a casa.

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