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Newsweek ha spiegato perché le morti ufficiali di Wuhan potrebbero essere solo una piccola parte
Mentre l’Italia e la Spagna hanno già ampiamente superato il numero dei morti ufficiali in Cina per l’epidemia da Coronavirus (e l’America si avvia a diventare il nuovo epicentro dei contagi), sempre più dubbi vengono sollevati sui numeri ufficiali rilasciati dal Paese di Xi Jinping. Come racconta Newsweek, alcuni fattori negli ultimi giorni hanno contribuito a sollevare parecchie domande, a partire dalla pila di urne accatastate in una delle otto case funerarie di Wuhan, che stanno lavorando a pieno ritmo, dai tassi di cremazione ufficiali della città e dalle notizie di un sistema sanitario sopraffatto. Sono in molti, infatti, a pensare che le 2.535 morti (su 50.000 infezioni) dichiarate dal governo cinese non siano che una piccolissima parte del bilancio reale.
Lo scetticismo nasce dal modo in cui, almeno in una fase iniziale, i funzionari cinesi hanno minimizzato, se non coperto, la gravità dell’epidemia prima che si diffondesse all’estero, e dalle numerose revisioni al metodo con cui sono stati conteggiati i casi interni. Secondo Newsweek, «il sistema sanitario di Wuhan è stato travolto durante le fasi di picco della diffusione del virus in Cina, il che solleva ulteriori domande in merito ai 2.535 morti dichiarati». Negli ultimi giorni, inoltre, hanno iniziato a circolare sui social cinesi foto delle urne che arrivavano a Wuhan, «dopo che le famiglie che avevano perso i loro cari a causa del Coronavirus avevano ricevuto l’ordine di ritirare le ceneri cremate da una delle case funebri della città». Le immagini hanno inevitabilmente rimesso in discussione il vero bilancio delle vittime: se tra mercoledì e giovedì scorsi dei camion hanno trasportato all’incirca 2500 urne nella casa funebre in questione (che è solo una delle otto attive in città), come ha riferito un autista al sito Caixin, e se altre 3500 sono state fotografate accatastate nella stessa struttura, com’è possibile che quei 2.535 morti ufficiali siano reali?
Secondo i dati riportati da Newsweek, «Nel 2019 a Wuhan si sono svolte 56.007 cremazioni, 1.583 in più rispetto al 2018 e 2.231 in più rispetto al 2017, secondo i dati rilasciati dall’agenzia per gli affari civili di Wuhan. Nel 2019, la popolazione di Wuhan è cresciuta solo dell’1,1% rispetto al 2018, secondo una stima delle Nazioni Unite. Comunque, anche se queste cifre suggeriscono un aumento del tasso di mortalità della città al di sopra della cifra della crescita della popolazione, non sono conclusive». Secondo molti cittadini di Wuhan, le vittime potrebbero essere intorno alle 26.000, almeno basandosi sulla quantità di urne consegnate e distribuite per tutta la città. Sui social, infatti, c’è chi fa il calcolo di circa 3500 urne al giorno consegnata da ognuna delle case funebri nel periodo che va dal 23 marzo al 3 aprile: «in base a questi calcoli, in 12 giorni saranno distribuite circa 42.000 urne. Togliendo almeno 16.000 morti che rientrerebbero in quelle “normali”, basandosi sul tasso di mortalità annuale della Cina nell’arco di due mesi e mezzo, la stima delle urne dimostrerebbe che l’epidemia di Coronavirus avrebbe potuto causare qualcosa come 26.000 morti».
Come abbiamo visto anche in Italia, di questi tempi è facile farsi prendere la mano con stime e grafici, che risultano essere spesso approssimativi e dannosi quando non sono elaborati da professionisti. Newsweek avverte perciò di prendere con le pinze le informazioni che ci arrivano e le teorie elaborate sui social, cinesi e non: rimane il fatto che ci sono ancora moltissime cose da chiarire su cos’è successo in Cina all’inizio dell’epidemia.

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