Hype ↓
08:23 lunedì 8 dicembre 2025
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento La geografia del cinema e dalla tv mondiale cambierà per sempre, dopo questo accordo da 83 miliardi di dollari.
Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

Mark Lanegan, maledetto suo malgrado

È morto a 57 anni l'ex leader degli Screaming Trees: icona del grunge e sopravvissuto agli anni '90, è stato un artista di immenso carisma, capace di andare oltre le pose e la retorica che così spesso banalizzano i grandi del rock.

23 Febbraio 2022

Del cordoglio social per Mark Lanegan mi ha colpito soprattutto la varietà delle canzoni scelte: oltre alle band di cui ha fatto parte, ho visto saccheggiare almeno i primi sei album di una carriera solista ormai trentennale. Personalmente ho scelto “Where Did You Sleep Last Night”, perché mi è sempre piaciuta, per il legame con altri due maledetti (Lead Belly prima e Cobain poi), per l’interpretazione, perché sta nel suo disco che ho comprato per primo, ma allo stesso modo avrei potuto optare per “Borracho” o per tante altre.

Ho cominciato a interessarmi molto alla musica in un periodo in cui ancora sembrava necessario approfondire e “studiare” il passato, quindi i gruppi grunge, fenomeno che era finito da pochi anni, li ho coperti tutti, ma fatto salvo per i Nirvana (che sono stati un altro tipo di avvenimento globale, più simile ai Beatles) non è mai stato la mia cosa. Mark Lanegan era uscito vivo da quegli anni, travalicando il genere di cui era una delle icone, una di quelle rimaste in vita. Ne usciva ammaccato e pieno di demoni, ma con una carriera solista che non è una bestemmia ritenere migliore di quella della band che lo ha reso noto. Era diventato un crooner, un grande autore, un cantautore americano. Le radici erano lì, ce le aveva addosso, ma di fatto era diventato uno di quelli che potevano fare quello che volevano. Anche al di là di band e arrangiamenti: voce e chitarra, voce e piano, puro songwriting a tenere in piedi tutta l’impalcatura. Sono in pochi a riuscirci, o quantomeno a riuscirci per davvero, con credibilità, e non come fosse un lungo finale di una carriera dove il meglio è stato dato molto tempo prima. Certo, sono in pochi ad avere quella voce e quel vissuto. Bastavano quelli per dare credibilità a tutto. Spesso il maledettismo è una posa. Una posa anche rispettabile, fondante nella storia del rock. Quello che aleggiava su Lanegan era invece una maledizione. Non era la posa del maledetto, era essere maledetto suo malgrado, in un senso più vicino al significato della parola stessa.

Che collaborasse con i Queens of The Stone Age o apparisse nei Mad Season, che facesse un disco con Isobel Campbell o con Greg Dulli, a tutto quello che toccava donava un’aura fortissima, quella di uno che aveva visto l’inferno e aveva la voce giusta per raccontarlo. Ci si affezionava a Lanegan, come dimostrano le testimonianze di lutto che stanno invadendo i social network, anche in numero inaspettato rispetto all’effettiva fama del personaggio. Un personaggio di culto, sentito come un segreto per pochi, autore di dischi da tenersi stretti e non pubblicizzare troppo, come raccontava nel 2006 la vicenda del “lurido clerk” in “Tono Metallico Standard” degli Offlaga Disco Pax. Un cordoglio diffuso che è anche un’altra dimostrazione di come sia difficile lasciare andare gli anni Novanta.

È un cliché dire che un artista stia tutto nel carisma, nell’atmosfera che si porta dietro, nel modo in cui è in grado di cambiare l’atmosfera di una stanza, però è difficile pensare Lanegan senza il peso di una vita complicata stampato addosso, e soprattutto è difficile pensare le sue canzoni fuori dal contesto che lui stesso rappresentava. Quel contesto l’aveva raccontato nel 2020 in un’autobiografia (Sing Backwards and Weep) in grado di spezzarti in due. Un anno fa era uscito anche un memoir (Devil in a coma) sulla sua esperienza con il Covid: prima negazionista, convinto che il virus fosse telecomandato dai potenti, che sorvegliavano lui e la moglie, attraverso il 5G. Poi la malattia lo aveva colpito duramente, in un quadro di salute già fortemente compromesso dai danni che decenni di alcolismo ed eroina gli avevano lasciato in eredità. Sul palco portava se stesso, quella voce, quella faccia, la sigaretta e l’asta del microfono. L’ho visto dal vivo più di una volta ma non ci ho mai parlato.

Articoli Suggeriti
Orfeo di Virgilio Villoresi è un’altra prova del fatto che un nuovo cinema italiano sta nascendo davvero

L’opera prima del regista, adattamento del Poema a fumetti di Dino Buzzati, mescola live action, animazione e musica per creare un mondo e un linguaggio con pochi eguali nella storia recente del nostro cinema.

L’età dell’oro del cinema italiano non sarebbe stata la stessa senza le fotografie di Tazio Secchiaroli

Del leggendario fotografo abbiamo parlato con il figlio Davide, in occasione dell'inaugurazione della mostra dedicata a suo padre al Festival del Cinema di Porretta Terme.

Leggi anche ↓
Orfeo di Virgilio Villoresi è un’altra prova del fatto che un nuovo cinema italiano sta nascendo davvero

L’opera prima del regista, adattamento del Poema a fumetti di Dino Buzzati, mescola live action, animazione e musica per creare un mondo e un linguaggio con pochi eguali nella storia recente del nostro cinema.

L’età dell’oro del cinema italiano non sarebbe stata la stessa senza le fotografie di Tazio Secchiaroli

Del leggendario fotografo abbiamo parlato con il figlio Davide, in occasione dell'inaugurazione della mostra dedicata a suo padre al Festival del Cinema di Porretta Terme.

La leggendaria collezione d’arte di Ileana Sonnabend è arrivata a Mantova

Ha aperto nel Palazzo della Ragione un nuovo museo dedicato a una delle collezioni private più importanti del Novecento: 94 opere che hanno cambiato la storia dell'arte.

L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento

La geografia del cinema e dalla tv mondiale cambierà per sempre, dopo questo accordo da 83 miliardi di dollari.

Arabella, un film, due amiche

Carolina Cavalli e Benedetta Porcaroli, rispettivamente regista e attrice de Il rapimento di Arabella, al cinema dal 5 dicembre, sono le protagoniste della nostra nuova digital cover.

L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo

Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.