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18:28 mercoledì 30 aprile 2025
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.

Tutti i migranti deportati in Albania dovranno tornare in Italia

18 Ottobre 2024

Verrà il giorno in cui qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di quello che è successo negli ultimi giorni tra Italia e Albania. Ma non è questo il giorno: quest’oggi segnaliamo che il Tribunale di Roma, in particolare i giudici della sezione specializzata in materia di immigrazione, non hanno convalidato nessuno dei sedici provvedimenti con i quali i migranti erano stati deportati in Albania. La notizia l’ha data l’Ong Sea Watch Italy con un post su Instagram: questo dunque il primo risultato ottenuto dalla nuova politica migratoria del governo italiano. Adesso aspettiamo di capire cosa succederà: le stesse sedici persone verranno nuovamente inviate in Albania, con chissà quali altre motivazioni? Proseguirà il casting della deportazione, come lo aveva definito Ferdinando Cotugno in un pezzo per Rivista Studio, e verranno selezionate altre sedici vittime?

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In attesa di scoprire le risposte a queste domande, può essere utile fare un bilancio di questa operazione italo-albanese. Innanzitutto, bisogna ricordare che quattro delle sedici persone deportate erano rientrate in Italia già ieri: due perché si sono dichiarate minorenni – categoria che non rientra nell’accordo stretto tra il nostro Paese e l’Albania – e due per problemi di salute. Per deportare queste sedici persone, il governo ha speso, secondo le stime più attendibili, tra i 250 mila e i 290 mila euro. Vale a dire 18 mila euro a deportato. Non che la questione sia economica, ma è bene riportare queste cifre se si considera quanta propaganda sia stata fatta in Italia negli ultimi dieci anni sul cosiddetto “costo” dell’immigrazione: i partiti che oggi costituiscono la coalizione di governo definivano “eccessivi” i 30-35 euro che le associazioni e imprese che si occupano di accoglienza ricevono come rimborso per ogni persona accolta in una loro struttura.

Un ultimo dato: mentre si celebrava come una svolta storica nelle politiche migratorie italiane la deportazione di sedici persone in Albania, nel nostro Paese sono arrivati 2285 immigrati.

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