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16:49 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Delle foto sul sito di Medici senza frontiere hanno fatto incazzare tutti

23 Maggio 2022

Negli scorsi giorni Medici senza frontiere aveva pubblicato sul suo sito le fotografie di una sedicenne congolese violentata da tre miliziani, una scelta che ha scatenato una discreta shitstorm sui social media: fotografi, attivisti e avvocati specializzati in diritti umani hanno durissimamente criticato la scelta dell’organizzazione, fino a quando Medici senza frontiere non ha deciso di rimuovere le immagini dal sito e chiedere scusa pubblicamente. «Abbiamo commesso un grave errore di valutazione decidendo di pubblicare le foto di una minorenne che ha vissuto una simile esperienza», queste le parole di un rappresentante della Ong riportate oggi dal Guardian. Un errore tanto più grave se si considera che Msf ha delle linee guida precise da rispettare in questi casi: un/una minorenne orfano/a vittima di un crimine come questo non può essere considerata/o in condizione di fornire il suo consenso alla diffusione di immagini o informazioni che lo/la riguardino.

Lo stesso rappresentante ha detto che la ragazza (vittima di stupro due mesi prima che le foto venissero scattate) aveva dato il suo consenso e aveva accettato di essere fotografata, aggiungendo però che Msf avrebbe dovuto sapere che tutto questo non era sufficiente «data la sua età e il trauma che aveva subìto». Le foto rimosse mostravano la ragazza stesa su una panchina mentre veniva curata in un ospedale gestito da Msf a Drodro, un campo profughi nella provincia congolese di Ituri. Sui social le prime critiche sono arrivate da Benjamin Chesterton, produttore cinematografico a capo di Duckrabbit, che ha descritto le immagini della ragazza come «razziste e disumanizzanti». In un primo momento Msf aveva difeso la decisione di pubblicare quelle foto, ma con il proseguire e l’ingigantirsi della polemica, alla fine ha scelto di rimuovere le due immagini che ritraevano la ragazza.

Le foto erano state scattate dalla fotografa iraniana Newsha Tavakolian per l’agenzia Magnum. Tavakolian ha anche lei difeso il progetto – intitolato Ituri, a Glimmer through the Crack – e ha aggiunto che Msf ha deciso di cancellare le immagini dal sito senza prima interpellarla sulla questione. «Non stiamo parlando di una sedicenne “qualsiasi”, che vive la vita di una bambina in un mondo facile. No, questa ragazza vive nel Congo dell’est, in una zona in cui lo stupro è uno strumento di guerra».

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