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La sentenza del processo Diddy è molto più complicata di come la si sta raccontando È vero che è stato assolto dalle accuse più gravi, che gli facevano rischiare l'ergastolo. Ma è vero anche che rischia fino a 20 anni di carcere.
Il Dalai Lama sta per compiere 90 anni e Cina e Tibet già litigano per il suo successore Lui ha detto che il suo successore non nascerà sicuramente in Cina, la Cina lo ha accusato di essere «un manipolatore».
I BTS hanno fatto la reunion, annunciato un nuovo disco e anche un tour mondiale Finita la leva militare, i sette sono tornati a lavoro: in una live hanno annunciato i molti impegni per la seconda metà del 2025 e il 2026.
Il leak del trailer dell’Odissea di Christopher Nolan era ampiamente prevedibile Il piano era di proiettarlo nelle sale americane per tutto il mese di luglio, ma ovviamente qualcuno ne ha fatto un video con lo smartphone.
Le prime immagini della serie di Neuromante le ha fatte vedere William Gibson Lo scrittore ha condiviso su X una breve clip in cui si vede il leggendario bar Chatsubo di Chiba City: «Neuromancer is in production», ha annunciato.
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.

Matthew Wong è l’artista che tutti dovrebbero conoscere

Autodidatta, morto suicida nel 2019, a 35 anni, nel 2020 l'artista canadese di origini cinesi è entrato nella top ten delle vendite.

27 Gennaio 2021

Se dovessimo scegliere l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare i nostri ultimi dieci anni potremmo puntare su Matthew Wong. Non così glamour, non troppo famoso, ma straordinariamente capace di testimoniare attraverso la sua arte le inquietudini e quel senso di precarietà tipico del nostro tempo. Paesaggi malinconici, casolari isolati in mezzo alla natura e cieli immensi. Wong è morto suicida a 35 anni nell’ottobre del 2019, eppure è riuscito a lasciare, in quel poco tempo che si è concesso, un segno indelebile nell’arte di oggi. Definito dal New York Times il più grande talento della sua generazione, nel 2020 è entrato nella top ten delle vendite con la cifra record 20,3 milioni di dollari su un totale di ventidue lotti presentati.

Canadese di Toronto, origini cinesi, si ispirava a pittori come Édouard Vuillard e Paul Sérusier. Ma aveva la stessa passione cromatica dei Nabis, la semplicità apparente di Hockney e l’approccio energico di certi espressionisti astratti. I temi? Quelli dei giorni nostri. Dalla malinconia alla natura, dal l’incertezza alla fragilità dell’esistenza umana. Ma soprattutto, la solitudine. Ecco perché al centro di quasi tutte le sue tele metteva sempre un soggetto minuscolo e solitario. A volte era una figura umana, ma altre volte era un fiore o una barca o una casa. Appariva persa in mezzo a paesaggi maestosi e minacciosi al tempo stresso. Persa come si sentiva lui e un po’ come ci sentiamo oggi noi: privi di difese, spaventati da un futuro senza coordinate e in balia di una  pandemia che non offre appigli. Wong aveva anticipato già tutto, senza avere mai avuto il tempo di viverlo in prima persona.

Matthew Wong, 2015. Ritratto dell’artista. Courtesy Karma, New York. Foto di Monita Cheng.

Matthew Wong, Blue Night, 2018. Courtesy Matthew Wong Estate e Karma New York

Matthew Wong, Pink Wave, 2017. Courtesy Sotheby’s

Affetto da autismo, dalla sindrome di Tourette e da una depressione che si portava dietro dall’infanzia, è diventato pittore quasi per caso. Nel 2009, dopo la laurea in antropologia culturale all’Università del Michigan, aveva deciso di tornare a Hong Kong per qualche tempo. Uno scatto, realizzato col suo Nokia nella camera da letto del nonno gli aveva acceso qualcosa dentro. Tanto da convincerlo ad iscriversi alla School of Creative Media della City University, dove otterrà un master in fotografia. Ma sarà la pittura a conquistarlo davvero. «Ho iniziato comprando un blocco da disegno e una bottiglia di inchiostro», raccontava. «Ho fatto subito un casino nel bagno di casa. Ho versato l’inchiostro a caso su ogni pagina che poi ho distrutto sperando che ne venisse fuori qualcosa di interessante».

Da autodidatta, inizia a studiare le cromie di Matisse, le composizioni di Picasso e le pennellate fluide di Van Gogh. Frequenta i forum di artisti che si radunano sui social media, soprattutto su Facebook. E fa circolare in rete i suoi quadri. Nel giro di un anno espone al Cuiheng Art Museum di Zhongshan, in Cina. Poi all’Hong Kong Visual Arts Center. Nel 2016 il curatore Matthew Higgs lo invita a partecipare alla mostra collettiva Outside che si tiene alla galleria Karma, nell’East Village. Roberta Smith, critico d’arte di punta del New York Times, descriverà il suo debutto americano come “indimenticabile”. Da questo momento in poi tutto va alla velocità della luce. Pubblico, critica e collezionisti vengono letteralmente rapiti da quel suo linguaggio inquieto e intensissimo. Il Dallas Museum of Art acquista il suo dipinto “The West”. Sulla rivista Hyperallergic, il poeta John Yau definisce i suoi paesaggi come “pellegrinaggi allucinanti”. «Wong», scrive, «crea una miriade di linee, punti, macchie e pennellate lussureggianti, arrivando infine a creare un paesaggio immaginario». Sebbene prolifico, Wong non inflaziona mai il mercato con le sue opere, anzi le lascia decantare. Una strategia che si rivelerà vincente, anche se non avrà mai la possibilità di sperimentarlo.

«Sto combattendo con il diavolo ogni singolo giorno, ogni momento di veglia della mia vita», dice alla madre poche settimane prima di morire. Sta lavorando alla sua seconda personale da Karma, intitolata Blue. I dipinti si ispirano alle notti di luna piena ammirate durante un viaggio in Sicilia. Matthew Wong decide ogni cosa: dall’allestimento al catalogo. Vuole che il suo nome compaia soltanto sull’ultima pagina. La mostra verrà inaugurata lo stesso. Ma la galleria non metterà in vendita nessuno dei suoi lavori.

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