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Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".
Secondo una ricerca dell’università di Cambridge l’adolescenza non finisce a 18 anni ma dura fino ai 30 e oltre Secondo nuove analisi neuroscientifiche, la piena maturità cerebrale degli adulti arriva molto dopo la maggiore età.
I fratelli Duffer hanno spiegato come settare la tv per guardare al meglio l’ultima stagione di Stranger Things I creatori della serie hanno invitato i fan a disattivare tutte le “funzioni spazzatura” delle moderne tv che compromettono l'estetica anni '80 di Stranger Things.
L’incendio di Hong Kong potrebbe essere stato causato dalle tradizionali impalcature in bambù usate nell’edilizia della città Le vittime accertate sono 55, ci sono molti dispersi e feriti gravi. Sembra che il rogo sia stato accelerato dal bambù usato nei lavori di ristrutturazione.
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.

Martina Pastori, videomaker

Ha collaborato con Fibra, Ghali, Rkomi e si è fatta notare per lo sguardo molto attento verso i luoghi in cui gira, soprattutto Milano.

27 Febbraio 2019

Quando ho contattato per la prima volta Martina Pastori per dirle che avrei scritto quanto segue, chiedendole se, di conseguenza, potessimo accordarci per parlare del suo percorso, anche solo per non arrivare a conclusioni che non rispettassero la sua idea o l’oggettività del suo cammino, una delle prime cose che mi ha detto è stata: «Basta che non scrivi che sono la videomaker del rap italiano». È infatti facilissimo, in questi anni, accomunare tutto ciò che è visivamente “spinto” rispetto alla norma — dove per norma si intendono sedicenti vincitori di Sanremo che prendono parecchia ispirazione dai video di Childish Gambino – all’ondata di “nuova” (ormai si fa per dire) musica che ha travolto prima Milano e poi l’Italia negli ultimi quattro anni.

Nel mondo dei videoclip musicali l’ultima novità è la trap, ma per il semplice fatto che la trap, che si trascina dietro dunque ogni altro sotto-genere del rap, è l’unica vera novità e ciò ha fatto sì che anche chi gravitava intorno al mondo della musica potesse prendere una boccata d’ossigeno. Se si vuole parlare di una città come Milano e di chi la dipinge senza avere come primo intento quello di raccontare un luogo, i lavori di Martina sono un’ottima base da cui partire. Nei suoi video (per spendere qualche nome ha collaborato con Fabri Fibra, Ghali, Capo Plaza, Rkomi e con brand come Napapijri) l’ambiente circostante il presunto protagonista del video è il vero protagonista.

Martina Pastori sul set di un video di Ghali

Prendendo in analisi video come “Maria Antonietta” di Priestess — una delle giovani sensation dell’estate 2015 — o lo stesso “Ninna Nanna” di Ghali, ma anche lavori più datati come “Essere Felici Qua” de L’Orso — uno dei gruppi indie del giro Garrincha quando sembrava che l’indie sarebbe esploso prima dei vari Calcutta e Paradiso — si scopre un’attenzione per le forme e i particolari praticamente unica nel suo genere, capace di rendere molte inquadrature — come già le ha definite lei — delle fotografie in movimento. La staticità, infatti, è la base di partenza dei suoi video, che partono da forme intorno a un dettaglio — dove spesso questo dettaglio è ironicamente il protagonista del video stesso — per andare a indagare uno spazio che di primo acchito ci sembrava di conoscere alla perfezione.

Se quindi nella maggior parte dei video abbiamo gli artisti che si muovono in un ambiente, sia esso il Bronx di New York o un set fotografico nell’hinterland milanese, nei video di Martina Pastori possiamo dire che capita più spesso che sia l’ambiente a muoversi intorno a chi lo occupa. E l’intento di prendere alla sprovvista chi guarda è sempre vivo. Se si pensa ironicamente a quell’ode alla città che è “Milano Bachata” di Rkomi e Marracash, in cui i due rapper – uno della Trecca, l’altro di Barona – cantano alla catulliana maniera il loro rapporto con la città, in fin dei conti positivo, Martina Pastori decide di mostrarci una Milano che cade a pezzi, che si disintegra su sé stessa. L’apoteosi dell’ambiente che divora il protagonista, quasi come fosse un marchio di fabbrica.

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