L'avvocata per i diritti umani Sari Bashi, israeliana di origine irachena, ci racconta il suo libro, che ripercorre la storia d’amore con il compagno, palestinese di Gaza, attraverso una raccolta di brani tratti dai diari di entrambi.
Perché una mappa del mondo ha vinto un premio di design?

Qualche giorno fa è stato assegnato il Good Design Award, che dal 1957 in Giappone celebra i migliori prodotti di design, inteso non soltanto come prodotto finale, ma anche come «ciò che arricchisce le vite delle persone». Quest’anno a vincere è stata – a sorpresa – una mappa del mondo. L’ha progettata Hajime Narukawa, un artista e architetto di Tokyo. La mappa del mondo tradizionale, quella che conosciamo, risale addirittura al Cinquecento: venne disegnata per la prima volta nel 1569 dal geografo Gerardus Mercator. Negli anni è stata modificata in base ai cambiamenti geopolitici, ma la struttura di base è rimasta identica.

Narukawa per anni ha cercato di aggiornare quelli che secondo lui erano alcuni evidenti problemi di questa cartina, come le dimensioni dell’Antartide e della Groenlandia. Per correggere gli errori, l’artista ha inventato Autograph, un metodo che permette di rappresentare tutte le superfici terresti e marine nel modo più accurato possibile. Come scrive il sito Spoon Tamago, secondo Narukawa la sua mappa probabilmente non sarebbe stata presa in considerazione in passato; ma adesso, con le nuove preoccupazioni legate al cambiamento climatico e allo scioglimento dei ghiacciai, è stata vista come uno strumento perfetto per riportare fedelmente ogni mutamento.

Il mondo, infatti, nella mappa vincitrice del Good Design Award è rappresentato in modo da dare uguale “dignità” a ogni sua parte: ecco perché l’Antartide, che solitamente sembra molto distante, appare non soltanto vicino al sud America ma anche all’Africa e all’Australia, rispettando le sue dimensioni reali. Il risultato ottenuto è ciò che i suoi creatori definiscono «una prospettiva avanzata e precisa sul nostro pianeta».

Come si costruisce un ecosistema editoriale che sfida le convenzioni e racconta la contemporaneità? Ne parlano Valentina Ardia, editor in chief, e Cristiano de Majo, direttore esecutivo, domenica 14 settembre, ore 12.

Nei suoi libri si oppone a quell'idea di letteratura giapponese “stramba e misteriosa” che tanto successo ha riscosso negli anni. Di questo e di povertà, di stranezze, di suo marito e di litigi con Murakami Haruki abbiamo parlato con lei, durante il Festivaletteratura di Mantova.