Hype ↓
11:57 venerdì 7 novembre 2025
Nel nuovo album di Rosalia c’è una canzone in italiano dedicata a San Francesco e Santa Chiara Si intitola "Mio Cristo Piange Diamanti", che lei definisce «la sua versione di un'aria», cantata in un perfetto italiano.
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Nella vittoria di Mamdani un ruolo importante lo hanno avuto anche i font e i colori della sua campagna elettorale Dal giallo taxi alle locandine alla Bollywood, il neo sindaco di New York ha fatto un uso del design diverso da quello che se ne fa di solito in politica.
Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.

Gli amori estivi sono più belli se li canta Mango

La sua musica era chiamata "pop mediterraneo": è capace di descrivere bene certi languori e certe seduzioni sfumate e balneari.

01 Luglio 2024

Più delle altre, l’estate mi sembra una stagione fatta di buone intenzioni, nuove abitudini e gesti ripetuti con una certa gioia. Per questo, l’arrivo del primo sudore pronunciato, per me, coincide con un rito preciso: imbustare e riporre con cura nei piani alti dell’armadio i maglioni invernali, comprare una piantina di basilico, aggiungere almeno un nuovo brano alla playlist: “Una grande estate italiana”.

Appena il termometro oltrepassa i venticinque gradi mi prende uno slancio, una nostalgica e travolgente smania di Italia del secolo scorso. Tra i capisaldi di quella che è ormai a tutti gli effetti una tradizione personale ci sono Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Michelangelo Antonioni e Nanni Moretti. All’apice di questa piramide – che so bene descrivere un fenotipo umano preciso – c’è però Mango, che immagino come una specie di divinità avvolta da un’aura luminosa, con le braccia aperte e pronte ad accogliere i tre mesi estivi in arrivo. Onnipresente nella maggior parte delle mie playlist, nella sua carriera trentennale Mango ha cantato con precisione millimetrica quello che ci succede appena l’aria si impregna di caldo e salsedine. Il suo stile musicale è stato più volte soprannominato “pop mediterraneo”, una definizione che descrive bene la sinuosa miscela di semi-falsetto, sonorità che sembrano arrivare da lontano e testi trasognati.

Di Mango, che è uno di quegli artisti che è sempre colonna sonora di qualcosa di pivotale, ho due ricordi. Il primo, d’infanzia, ha a che fare con un bungalow in Provenza e dei vicini italiani fissati con “Oro” e “La rondine”; comprensibile, erano pur sempre gli anni Duemila e si trattava dei suoi due più grandi successi. Il secondo, invece, è arrivato quasi per caso in quel periodo della vita in cui si è in un costante e tumultuoso dialogo con sé stessi.

La prima volta che ho ascoltato “Arcobaleni” ero un’adolescente timida e spaventata dalle possibilità che le emozioni potevano aprirmi, ed è un’esperienza che mi pare di aver capito meglio con il passare del tempo. A pensarci ora, niente della cotta estiva che mi stava ribollendo dentro somigliava agli amori conturbanti cantati da Mango. I motivi erano diversi: innanzitutto, io avevo diciassette anni, sedici in meno di quelli che aveva Mango quando Adesso – l’album in cui è contenuto il brano – è uscito. È ragionevole pensare che non avessi ancora toccato tutte le sfumature di sentimento provate da un trentatreenne; poi, le volte in cui avevo visto la persona a cui pensavo si possono contare sulle dita di una mano, tanto che ora ne ricordo a malapena il viso e qualche particolare del corpo. Ma era una sera d’estate, avevo i piedi nudi ben piantati nella sabbia di una spiaggia, e tutto mi sembrava gigantesco e in divenire.

Di Mango mi piace che, nei suoi pezzi, è raro incontrare amori eccessivi, tormentati, troppo convoluti. Tra gli arabeschi dei suoi suoni vivono piuttosto dei legami profondi ma distesi, come se avesse trovato il segreto per rendere l’amore un sentimento più pacificato che sofferto, anche quando ci si separa o si è nostalgici. Di “Arcobaleni” mi colpiva (e mi colpisce tuttora) il racconto così preciso dei “miraggi strani” che appaiono all’avvicinarsi e all’allontanarsi dell’altro. Seduta affianco a qualcuno che mi piace mi riesce sempre difficile stare concentrata, impegnata come sono a combattere lo strisciare di un’allucinazione: immagino la peluria delle braccia e delle cosce allungarsi e tirarmi la pelle, spingerla verso l’altro, abbarbicarsi ai suoi peli e finalmente arrivare alla fusione. Altre volte penso che, se mi avvicinassi di un solo altro millimetro, tutti e due potremmo assistere allo spettacolo gotico e démodé di una lampada al plasma.

A farmi affezionare definitivamente alla mia canzone dell’estate sono stati gli inganni dell’occhio. Tutti i timidi e gli introversi, a un certo punto, devono fare i conti con il guardare negli occhi le altre persone. Se da ragazzina la sola possibilità mi metteva in crisi, nel tempo ho imparato a puntare gli occhi in quelli altrui con un’intensità modulata, trovando una via di mezzo tra la non intenzionalità e il sembrare stralunata, mi sono impratichita con i significati degli sguardi, sono finita a sviluppare una sana ossessione per il guardarsi. Mango mi cantava nelle orecchie «cado giù / negli occhi tuoi / ci vedo quello che vuoi», mentre avevo appena iniziato a rifletterci. Anche questa mi era parsa fin da subito una specie di rivelazione messianica.

Se ora mi viene quasi da ridere ogni volta che mi capita di pensarci, da adolescente facevo fatica a immaginare che queste potessero essere in qualche modo delle esperienze condivise. Per la me diciassettenne ascoltare la musica era un mezzo efficace per aprirmi su un mondo emotivo inesplorato e le acrobazie vocali di Mango mi aiutavano a dare a quanto scoprivo una dimensione al contempo reale e incantata. I suoi testi essenziali e affilati arrivavano sempre dritti al punto, ma erano le sue sonorità a compiere il vero miracolo: riuscivano a trasformare il mio litorale ligure mangiato dai villeggianti del nord-ovest in rigogliose oasi avvolte da esotiche nubi aranciate.

Ognuno di noi ha un libro, una canzone, un film che associa all’estate. “Cose d’agosto” è una raccolta di articoli in cui le autrici e gli autori di Rivista Studio raccontano questo loro feticcio estivo, che sia intellettuale o smaccatamente pop.

Articoli Suggeriti
Nel nuovo album di Rosalia c’è una canzone in italiano dedicata a San Francesco e Santa Chiara

Si intitola "Mio Cristo Piange Diamanti", che lei definisce «la sua versione di un'aria», cantata in un perfetto italiano.

Ascoltare Una lunghissima ombra di Andrea Laszlo De Simone è meglio di meditare

Arrivato a 8 anni distanza da Uomo Donna, il nuovo album del cantautore è ancora una volta e più che mai un capolavoro di bellezza e malinconia.

Leggi anche ↓
Nel nuovo album di Rosalia c’è una canzone in italiano dedicata a San Francesco e Santa Chiara

Si intitola "Mio Cristo Piange Diamanti", che lei definisce «la sua versione di un'aria», cantata in un perfetto italiano.

Ascoltare Una lunghissima ombra di Andrea Laszlo De Simone è meglio di meditare

Arrivato a 8 anni distanza da Uomo Donna, il nuovo album del cantautore è ancora una volta e più che mai un capolavoro di bellezza e malinconia.

L’occulto nell’arte raccontato da Massimiliano Gioni

Fata Morgana è l’enorme mostra corale di Fondazione Trussardi a Palazzo Morando che indaga l’ultraterreno
nelle pratiche artistiche. Ce l’ha raccontata uno dei suoi curatori.

Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico

Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.

Giorgio Forattini, un qualunquista a Repubblica

Muore a 94 anni il vignettista più riconosciuto e riconoscibile nella storia dei giornali italiani, dalla gobba di Andreotti al pisellino di Spadolini.

In occasione del cinquantesimo anniversario dalla morte di Pasolini, Cam Sugar ha pubblicato la colonna sonora di Porcile

Creata dal compositore, direttore d’orchestra e pianista italiano Benedetto Ghiglia, è composta dai dodici brani che amplificano la violenza allegorica del film.