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00:59 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

La cosa più vandalizzata nelle proteste di Los Angeles sono i robotaxi

Più delle banche, dei McDonald’s, dei negozi di lusso e di fast fashion.

09 Giugno 2025

Banche, McDonald’s, negozi di brand di lusso e catene di abbigliamento fast fashion: sono questi solitamente i bersagli preferiti durante le manifestazioni che diventano proteste violente. Si tratta di marchi e istituzioni simbolo di una certa idea di globalizzazione, legate a un potere politico ed economico percepito come ostile alle persone.

Le proteste di queste ore scoppiate a Los Angeles contro la linea dura del governo Trump in materia d’immigrazione hanno però confermato che ci sono nuovi obiettivi sulla lista. Si tratta dei taxi a guida autonoma di Waymo, azienda della galassia di Alphabet e quindi legata a Google. È l’unico servizio attualmente disponibile negli Stati Uniti di taxi senza conducente, attivo anche in altre tre grandi città statunitensi: San Francisco, Phoenix e Austin. I veicoli di Waymo forniscono già oltre duecentocinquantamila corse l’anno ai propri utenti.

Sono tanti i video dei manifestanti che circondano alcuni veicoli a guida autonoma, dandoli alle fiamme e scattando loro foto. Non è un fenomeno del tutto inedito: negli ultimi mesi negozi e veicoli legati alle Big Tech (in particolare quelli Tesla) sono sempre più bersaglio di questo genere di azioni. Un ulteriore prova del fatto che le grandi del settore tecnologico non sono più soltanto delle “multinazionali cattive” ma il simbolo di un potere nuovo, quello che abbiamo ribattezzato broligarchia.

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