Per tutto il fine settimana ci sono stati voci di un suo arresto e detenzione. Poi si è scoperto che in realtà aveva il visto scaduto da un pezzo.
La cosa più vandalizzata nelle proteste di Los Angeles sono i robotaxi
Più delle banche, dei McDonald’s, dei negozi di lusso e di fast fashion.

Banche, McDonald’s, negozi di brand di lusso e catene di abbigliamento fast fashion: sono questi solitamente i bersagli preferiti durante le manifestazioni che diventano proteste violente. Si tratta di marchi e istituzioni simbolo di una certa idea di globalizzazione, legate a un potere politico ed economico percepito come ostile alle persone.
Le proteste di queste ore scoppiate a Los Angeles contro la linea dura del governo Trump in materia d’immigrazione hanno però confermato che ci sono nuovi obiettivi sulla lista. Si tratta dei taxi a guida autonoma di Waymo, azienda della galassia di Alphabet e quindi legata a Google. È l’unico servizio attualmente disponibile negli Stati Uniti di taxi senza conducente, attivo anche in altre tre grandi città statunitensi: San Francisco, Phoenix e Austin. I veicoli di Waymo forniscono già oltre duecentocinquantamila corse l’anno ai propri utenti.
Sono tanti i video dei manifestanti che circondano alcuni veicoli a guida autonoma, dandoli alle fiamme e scattando loro foto. Non è un fenomeno del tutto inedito: negli ultimi mesi negozi e veicoli legati alle Big Tech (in particolare quelli Tesla) sono sempre più bersaglio di questo genere di azioni. Un ulteriore prova del fatto che le grandi del settore tecnologico non sono più soltanto delle “multinazionali cattive” ma il simbolo di un potere nuovo, quello che abbiamo ribattezzato broligarchia.