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12:56 lunedì 10 novembre 2025
Un imprenditore ha speso un milione di dollari per promuovere una collana AI a New York e tutte le sue pubblicità sono state vandalizzate Avi Schiffman voleva far conoscere il suo prodotto ai newyorchesi. Che gli hanno fatto sapere di non essere interessati all'amicizia con l'AI.
Stranger Things sta per finire ma ricomincerà subito, visto che Netflix ha già pronto lo spin-off animato S’intitola Tales From ’85 ed espande la storia ufficiale tra la seconda e la terza stagione, riprendendone i personaggi in versione animata.
Gli azionisti di Tesla hanno entusiasticamente approvato un pagamento da un bilione di dollari a Elon Musk  Se Musk raggiungerà gli obiettivi che l'azienda si è prefissata, diventerà il primo trillionaire della storia incassando questo compenso da mille miliardi.
Nel primo trailer de La Grazia di Paolo Sorrentino si capisce perché Toni Servillo con questa interpretazione ha vinto la Coppa Volpi a Venezia Arriverà nella sale cinematografiche italiane il 15 gennaio 2026, dopo aver raccolto il plauso della critica alla Mostra del cinema di Venezia.
Nel nuovo album di Rosalia c’è una canzone in italiano dedicata a San Francesco e Santa Chiara Si intitola "Mio Cristo Piange Diamanti", che lei definisce «la sua versione di un'aria», cantata in un perfetto italiano.
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.

Il social Satyricon di Filippo Ceccarelli

Lì dentro. Gli italiani nei social è un racconto coinvolgente e affettuoso di tutte le assurdità che gli italiani mostrano su Internet, la conferma della tradizione farsesca che da sempre tiene assieme il nostro Paese.

10 Maggio 2022

Non c’è nulla di più rassicurante di accorgersi che, in fondo, tutto è già successo, che non c’è niente di nuovo, le cose si ripetono, che non è vero che fatta l’Italia si dovevano fare gli italiani perché gli italiani c’erano già, prima dell’unità, prima dei Rinascimento, dei Comuni e delle Signorie, del Cristianesimo, quando latini non stava ancora per sinonimo di sudamericani e forse prima ancora. Sì, essere rassicuranti è passibile di accuse semplici e solite, si rischia immediatamente di finire associati al cinismo del “ma che ce frega, ma che ce importa” o pure del “chi ha avuto ha avuto ha avuto, scurdammoce o passato” che sono comunque tracce di un carattere atavico, ma la placida serenità di cui si fa scorta con la lettura di Lì dentro. Gli italiani nei social (Feltrinelli) di Filippo Ceccarelli è diversa, ha più a che fare con la serenità della filosofia antica, lasciare che le cose scorrano, non darsi il peso di cambiarle perché sarebbe impossibile, farsi affascinare dalla vitalità delle persone, accettare come umane anche le situazioni più assurde, soprattutto le più assurde, senza moralismi, senza malizia, quasi con affetto, con disincanto e distacco. Il libro è un Satyricon dell’Italia di oggi e, d’altra parte, già gli antichi si erano accorti che epica, commedia e tragedia da noi fossero importate e che l’unico tratto davvero originale degli italiani fosse la satira. L’imitazione della realtà per cui tutto ciò che accade sembra in fondo già visto e giù successo. Perfino un colpo di Stato, da noi, può apparire di seconda mano, immediatamente come farsa, senza passare dalla tragedia. Anche l’assalto di Capitol Hill, dopotutto, non spaventa troppo, Jake Angeli è anche un po’ italiano, e poi, a guardare bene, c’è già stato qualcosa di simile e comunque siamo riusciti a tirare avanti. E, d’altra parte, qui poi ci conosciamo tutti.

Ceccarelli ha una curiosità vorace e coinvolgente per tutto il campionario umano che gli italiani mettono in mostra sui social, soprattutto su Instagram, con la naturalezza di cui sono capaci. I profili con le Panda fotografate dai paesini più sconosciuti, le cascate trionfanti di salumi, le esibizioni più sfrenate, i politici fieri di aver fatto il picco di share o che vogliono ballare in tv, i critici d’arte che discettano di chem-sex, le parodie più tremende, quelle realizzate con la sapienza di parodiare qualcosa, e – ancora meglio – quelle realizzate senza la consapevolezza di essere parodici. Diceva Orson Welles che Roberto Rossellini aveva avuto vita facile da regista perché gli italiani sono tutti attori e dunque basta accendere una camera per sentirsi registi, cosa che – al netto dell’insolenza a Rossellini – e un po’ quanto diceva Stendhal sul fatto che agli italiani il teatro, il cinema non c’era ancora, ma la performance è simile, viene naturale. E dunque è bastato mettergli una videocamera in tasca perché si scatenassero e mostrassero corpo e anima, in ugual misura, con uguale entusiasmo. Una vitalità, come si diceva, all’insegna dell’eterno ritorno. Dove i tipi sono gli stessi identici dell’antica farsa atellana di duemila anni fa. E così mentre lì c’erano il mangione tonto, Maccus, il vecchio rimbambito, Pappus, il furbacchione Dossennus e il tronfio e pieno di sé, Bucco, oggi abbiamo gli scandali con l’abbuffata di cozze pelose a spese della collettività, le truffe con schemi piramidali di cartapesta, il generale Pappalardo, il buongiornismo, Mark Caltagirone e Francesca Cipriani. Tipi già transitati nella commedia di Plauto o in Petronio, e poi nella novellistica medievale e quindi nella commedia dell’arte, e attraverso le maschere e la commedia all’italiana fino a noi. Per cui la moglie di un politico che usa account falsi per criticare avversari politici ma poi si fa sgamare è una cosa da novella, il giornalista che scopre di poter lucrare se trasforma il suo personaggio in un fulminato sulla via di Damasco poteva essere un epigramma di Marziale, fino ai politici che, nel segreto dell’urna, si sfidano a colpi di nomi buffi da proporre al Quirinale per suscitare quel mesto sghignazzo che, ormai, pare obbligato a ogni scrutinio.

Tuttavia, c’è forse una piccola novità che ci hanno offerto le nuove tecnologie, se non nello spirito quantomeno nella modalità con cui lo condividiamo. Ceccarelli racconta che buona parte delle centinaia di video e immagini commentate nel libro sono frutto di uno scambio continuo col figlio, Giacomo, prima Caronte nel mondo dei social per il padre, e poi primo amico e prediletto destinatario di segnalazioni. Ecco, non c’è nulla ormai che faccia più disperare nella capacità degli esseri umani di poter comunicare realmente tra loro, che condividere sui social certe immagini. Tutto è ammalato di premesse, di distinguo, di repliche che si credono puntute, ma che sono in realtà del tutto fuori fuoco. Così che l’entropia ti fa passare la voglia e ti fa rifugiare nel privato e nel silenzio. Per non passare la giornata sommerso di notifiche di persone che non hanno capito e, come diceva il saggio, non c’è niente da capire se non l’hai capito già. Sapere, invece, che ci può essere fiducia reale con qualcuno e che si può condividere – nel senso pre-social – realmente qualcosa con qualcuno, senza precisazioni o spiegazioni, resta ancora un valore inestimabile. Tutti i più fortunati hanno almeno un Giacomo a cui inviare quel video del personaggio in cerca d’autore che si mette in ridicolo sui social. Sapendo che, però, lo si condivide con tenerezza e senza cattiveria, giusto perché tutto il resto torni nella giusta dimensione, quella di sempre.

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