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Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
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C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
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È scomparsa la critica e curatrice d’arte Lea Vergine

20 Ottobre 2020

«Quando arriva, dopo molti mesi di rinvii, il momento in cui non si può più differire la stesura di un’introduzione che è cimento e certame, si fumano quaranta “serraglio” al giorno, ci si chiude in casa sperando di ammalarsi, si pasteggia ad ansiolitici, si legge Gian Battista Vico, si raccolgono gli sparsi appunti, le larve, le scalette, messe giù con la speranza che – tanto – poi – al momento – basterà – cucirli – insieme – perché – ormai – tutto – è – nella – testa, si mendica l’attenzione di qualche figura amica e le si legge il risultato di tutto questo». È l’incipit di L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940, Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche, del 1980. Un libro fondamentale per la storia dell’arte contemporanea, come tutti i libri di Lea Vergine, nota critica d’arte italiana e compagna di Enzo Mari, scomparsa a 82 anni a meno di 24 ore dalla morte del grande designer, con cui era ricoverata in ospedale.

Nata a Napoli nel 1935, Lea Vergine aveva iniziato la sua carriera negli anni ’60, sempre a Napoli, per poi trasferirsi a Milano. Della sua vita ne aveva parlato con Antonio Gnoli su La Repubblica nel 2014, «venni concepita, fuori dal matrimonio, da una fanciulla totalmente estranea al mondo di mio padre. Una ragazza povera, bella e sventata. Nel 1938 non si davano nozze riparatrici. Mio padre, famiglia borghese, si presentò a mia nonna e disse: “Mammà, ho una figlia”». Divenuta internazionalmente celebre con il volume Il corpo come linguaggio. Body Art e storie simili edito nel 1974, primo saggio dedicato alla corrente realizzato analizzando e facendosi fornire il materiale direttamente dagli artisti, Vergine è considerata da allora la massima esperta italiana delle pratiche artistiche legate all’uso del corpo come mezzo di espressione. A quella pubblicazione seguirono altrettanti successi, come L’altra metà dell’avanguardia, dedicata al ruolo delle donne nelle correnti artistiche del XX secolo, e L’arte non è faccenda di persone perbene.

Nella sua carriera ha curato numerose mostre come L’altra metà dell’avanguardia, nel 1980 a Palazzo Reale di Milano, e poi Trash. Quando i rifiuti diventano arte, al MART di Rovereto, e allo stesso museo aveva curato anche, con Giorgio Verzotti, Il Bello e le Bestie. Tra gli altri volumi anche Arte in trincea, edito nel 1996 per Skira e Necessario è solo il superfluo. Collaboratrice sin dal 1973 di quotidiani come Il manifesto, una serie di suoi articoli pubblicati in vari quotidiani si trovano anche nel volume Ininterrotti transiti, pubblicato da Skira nel 2001.

Di Enzo Mari, ne ha sempre parlato come di un grande amore: «Mi sarei volentieri trasferita a Roma, volevo vivere nella bellezza meteca e sguaiata di quella città. Per Enzo decisi di andare a Milano. Era il 1966. Stiamo insieme da 48 anni. E nei suoi riguardi ho sviluppato un’ossessione amorosa», ha detto sempre a Repubblica. S’incontrarono a Napoli, dove lei viveva, su invito di Giulio Carlo Argan. Qui lavorarono per un anno a Linea Struttura, una nuova rivista d’avanguardia, ma tra i due predestinati non successe niente. A progetto concluso, era il 1966, esplose «l’incontenibile mistero delle coppie», come lo chiamava lei. «Avevamo entrambi altri matrimoni contratti quasi da bambini. E con scandalo generale dopo cinque o sei mesi andammo a vivere insieme», lo raccontava sempre a La Repubblica ma nel 2012, sulla loro coppia agli antipodi (Vergine di arte, musica e letteratura ne sapeva più di chiunque altro, Mari invece era esperto di piante, animali, muffe, bacilli, «ma eravamo d’accordo sui film, e su tutte le altre cose importanti»), che funzionava benissimo.

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