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22:40 lunedì 1 settembre 2025
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.
Miley Cyrus è diventata la prima celebrity a fare da testimonial a Maison Margiela La campagna scattata da Paolo Roversi è una rivoluzione nella storia del brand.
Andrea Laszlo De Simone ha rivelato la data d’uscita e la copertina del suo nuovo album, Una lunghissima ombra Lo ha fatto con un post su Instagram in cui ha pubblicato anche la tracklist completa del disco.
Il Van Gogh Museum di Amsterdam rischia la chiusura a causa di lavori di ristrutturazione troppo costosi Lo dice il museo stesso: servono 121 milioni di euro per mettere a posto la struttura. Il Van Gogh Museum pretende che a pagare sia il governo olandese. Il governo olandese non è d'accordo.
C’è grande attesa attorno a The Voice of Hind Rajab, il film che potrebbe essere la sorpresa di questa Mostra del cinema Per i nomi che lo producono, per il regista che lo dirige e soprattutto per la storia vera che racconta: quella di una bambina di 6 anni, morta a Gaza.

Le donne di Slim Aarons

Un libro raccoglie il lato femminile delle «beautiful people in beautiful places» che hanno reso celebre l'opera del fotografo americano.

02 Novembre 2016

La guerra, in un certo senso, fece bene a Slim Aarons: tornato dal fronte europeo (sbarcò anche ad Anzio, con gli Alleati) dopo la fine della Seconda guerra mondiale, non cadde nel pozzo del ptsd, né rimase intrappolato in romanticismi sulla bellezza della guerra. Decise invece di non vivere mai più quello che aveva vissuto sul fronte. Di dedicare la sua vita al contrario della guerra, ciò che verrà descritto poi nel suo motto: fotografare «attractive people doing attractive things in attractive places».

L’Italia, ancora una volta, svolse un ruolo fondamentale nella sua vita, contribuendo a formare il particolare stile di ritratti che lo renderanno uno dei più iconici fotografi del Novecento. Il magazine Life aprì una sede a Roma, e gli offrì un posto. Qui iniziò a frequentare «stelle del cinema, gangster e il Vaticano». Una foto in particolare segnò un punto di svolta nella carriera di Aarons: fu quando Life gli chiese di scattare un ritratto di una allora diciannovenne Betsy von Furstenberg per una copertina. Aarons raccontò: «Dovevo portarla via da Roma e dalla vita notturna di Roma, farle sparire le borse sotto gli occhi. Allora la portai in un piccolo hotel a Ravello, sulla Costiera amalfitana. La lasciai a dormire e riposare per due giorni interi. Pranzavamo insieme, e chiamavo continuamente i suoi genitori per assicurare che non stessi approfittando della figlia». La copertina uscì nel gennaio del 1951 e catapultò Slim Aarons, immediatamente, tra i migliori fotografi di Life e del momento. Da lì in avanti, sarebbero state centinaia le altre Betsy von Furstenberg fotografate.

Abrams_Imprint_Copyright_LeftAlign_BlackAarons fotografò per decine di anni il mondo allora conosciuto come “jet set”, da Acapulco a Saint Moritz, da Palm Springs a Capri. Una volta trovate le «persone attraenti» era facile e naturale fotografarle in «luoghi attraenti»: molto spesso le loro stesse case, o hotel di lusso, o luoghi di villeggiatura, enclave allora inaccessibili di ricchezza e nobiltà. Le «attractive things», naturalmente, erano oziare, bere cocktail, e talvolta mangiare. Ogni foto, ogni volume di Slim Aarons ha contribuito a rendere questo mondo un po’ più proibito, iperuranico, leggendario. Gli anni del jet set frequentato e ritratto da Aarons, che erano i Cinquanta, i Sessanta e i Settanta soprattutto, erano anni in cui la celebrità aveva un significato molto diverso da oggi, e pure da quello che prenderà con gli anni Ottanta e Novanta. William Norwich, nell’introduzione al volume Poolside with Slim Aarons, lo paragona a un Eden che venne definitivamente corrotto dall’Aids. Dopo gli anni Ottanta, l’edonismo non fu mai più lo stesso.

È da poco uscito, per Abrams, la raccolta Slim Aarons: Women. Contiene oltre duecento ritratti femminili, per la maggior parte mai apparsi in raccolte precedenti. Tra i volti, oltre alla già citata Betsy von Furstenberg, anche Audrey Hepburn, Jackie Kennedy, Diana Vreeland. Ma i soggetti più frequenti del libro sono le “socialite”: Babe Paley, Alice Topping, Nelda Linsk, Patsy Pulitzer e molte altre. Ogni scatto è ambientato in modo naturale in ville, piscine, cottage, castelli, fedelmente a un’altra famosa massima del fotografo: «No assistants, no props, no stylists, no lights, no problems».

Nella gallery, da sinistra a destra: Anne Bindon, model and competitive swimmer, stretches her legs at Long Bay Beach, Bermuda, 1955; Lady Daphne Cameron sits on a tiger pelt in the trophy room of Laddie Sanford’s Palm Beach house, 1959; The Swiss actress Ursula Andress, Rome, circa 1955; Guests relax around the Canellopoulos penthouse pool, Athens, 1961; Film producer Valerie Cates, Marbella, 1976; Laure de La Haye-Jousselin at the gates to her château in Normandy, 1957; Painter and sculptor Wendy Vanderbilt Lehman, Palm Beach, 1964; Donna Stefanella Vanni Calvello di San Vincenzo in her family’s residence, Palazzo Gangi, Palermo, 1984. Crediti: © Slim Aarons/Getty Images.
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