Hype ↓
15:55 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

La seconda vita di un Portishead

Punto della situazione sul ritorno di Geoff Barrow, produttore del celebre trio. Dal numero in edicola

18 Agosto 2012

Il nome forse potrà suonarvi sconosciuto, o perlomeno non balenarvi in mente al primo istante, fatto sta che Geoff Barrow – nato nel 1971 a Walton, un piccolo villaggio di neanche trecento anime nel North Somerset, in Inghilterra – è uno dei personaggi cruciali della musica popolare degli anni Novanta, punta di diamante di quel suono che, in questo caso molto riduttivamente, ma senza puzza sotto il naso, potrem- mo chiamare trip-hop. Trattasi infatti del beatmaker e produttore musicale dei grandiosi Portishead, trio inglese com- pletato dall’algida voce di Beth Gibbons e dal talentuoso polistrumentista Adrian Utley, con cui ha prodotto almeno un capolavoro assoluto: Dummy (1994), un quasi-capolavoro: Portishead (1997); e un terzo album: Third (2008), che pur essendo storicamente meno rilevante, è probabilmente il loro miglior disco.

Se teniamo presente l’enorme arco temporale intercorso tra gli ultimi due – undici anni! ere geologiche in fatto di music business –, può sorprendere il perché di questo articolo. In nemmeno sei mesi infatti, Geoff Barrow ha dato alle stampe tre ottimi album, con tre diversi progetti, ognuno improntato su una diversa con- cezione del fare musica, in una sorta di spin off trasversale del suono Portishead. Il primo, in ordine cronologico, è quello firmato dal super-collettivo hip hop che risponde al nome Quakers. Edito dalla Stones Throw di Peanut Butter Wolf – eti- chetta indipendente losangelina di cui ci è già capitato di parlare di su queste pagine –, l’album, realizzato a sei mani assieme a 7-Stu-7 e Dj Katalyst, è una raccolta di quarantun tracce grezze e sporche su cui sono stati chiamati a rappare più di trenta rapper della scena underground statunitense. Il risultato finale, a metà tra Madlib e Pete Rock, è un disco che si ascolta tutta d’un fiato, trascinato da kil- ler-tracks quali “Dark City Lights”, “Fitta Happier” e “War Drums”, e da un’altra dozzina di brani potentissimi: a riprova di quanto il rapporto di interscambio tra Barrow e l’hip hop, da vent’anni a questa parte, continui ad essere estremamente proficuo.

DROKK: Music Inspired by Mega-City One, è invece una soundtrack tutta strumentale realizzata assieme a Ben Salisbury, compositore nominato agli Emmy nonché autore di numerosissime colonne sonore per la Bbc. Il disco, le cui composizioni dovevano inizialmente musicare un film ispirato a Judge Dredd – personaggio dei fumetti molto popolare in Gran Bretagna; da noi ricordato soprattutto per una tragica trasposizione ci- nematografica interpretata da Sylvester Stallone –, è un grumo oscuro di oscillazioni analog e visioni anti-utopiche che ricordano il miglior Carpenter, quello del capolavoro Assault on Precinct 13. Non andato in porto il progetto, il film infatti è stato realizzato da un altro team produttivo con un’altra soundtrack, i due decidono comunque di mettere sul mercato parte delle registrazioni, pubblicate dallo stesso Barrow per la sua In- vada Records. L’album, nonostante una genesi non proprio convenzionale, ha comunque un suo valore, seppur svincolato dalle immagini immaginate. Sono paesaggi desolati che ricordano le produzio- ni anni Settanta di un mostro sacro come Klaus Schulze, registrato per metà con tre esemplari di un vecchio sintetizzato- re del 1975, l’Oberheim Two Voice, e per l’altra metà con un innovativo software di timestretching – il processo audio che riguarda il cambio di velocità o durata di un segnale audio – chiamato Paul.

Sempre su Invada Records è uscito da pochissimo anche l’impronunciabile >>, secondo album dei Beak>, nonché terzo disco di cui andremo a parlare. In questo caso oltre a Geoff Barrow ci sono Matt Williams e Billy Fuller, e quello che ne esce fuori è una specie di krautrock filologico con piccolissime variazioni sul tema. Sembra di ascoltare Tago Mago dei Can, oppure una delle prime cose dei Neu!, in ogni caso è materiale tanto in- trigante quanto poco innovativo. È l’ossessiva ripetizione di un vecchio stilema: secche linee melodiche che si rincorrono, con sopra un cantato ipnotico, reiterato. Un disco che colpisce nella sua opacità, registrato con la solita perizia a livello sonoro e con un gusto compositivo dav- vero peculiare. Poco altro da aggiungere, in una fase della storia della musica in cui passato e futuro sembrano compenetrarsi, come ben spiegato da Simon Reynolds nel suo saggio Retromania, sono le personalità come Geoff Barrow a destreggiarsi.

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.