Hype ↓
21:27 lunedì 22 dicembre 2025
Erika Kirk ha detto che alle elezioni del 2028 sosterrà J.D. Vance, anche se Vance non ha ancora nemmeno annunciato la sua candidatura «Faremo in modo che J.D. Vance, il caro amico di mio marito, ottenga la più clamorosa delle vittorie», ha detto.
A causa della crescita dell’industria del benessere, l’incenso sta diventando un bene sempre più raro e costoso La domanda è troppa e gli alberi che producono la resina da incenso non bastano. Di questo passo, tra 20 anni la produzione mondiale si dimezzerà.
È appena uscito il primo trailer di The Odyssey di Nolan ed è già iniziato il litigio sulla fedeltà all’Odissea di Omero Il film uscirà il 16 luglio 2026, fino a quel giorno, siamo sicuri, il litigio sulle libertà creative che Nolan si è preso continueranno.
Il ministero della Giustizia americano ha fatto prima sparire e poi ricomparire una foto di Trump con Epstein Il Department of Justice sostiene che tutto è stato fatto per «proteggere delle potenziali vittime di Epstein» ritratte nella foto.
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.

Riessere John Malkovich

L'attore sessantacinquenne vive un momento di grande rilancio, tra film e serie tv.

21 Febbraio 2019

A nessuno viene intitolata una via quando è ancora in vita. A nessuno meno uno: John Malkovich. Lui, sessantacinque vispissimi anni, la sua via ce l’ha da un pezzo, il nastro è stato tagliato vent’anni fa esatti (mamma mia). Essere John Malkovich di Spike Jonze usciva nel 1999 e, a me ragazzino, pareva una cosa folle e modernissima: c’era il nome di un attore vivente, nonché presente nel cast, nel titolo! Era una roba folle e modernissima pure il film, caposaldo di un’epoca in cui il cinema poteva ancora essere folle e modernissimo, forse. È stato con tutta probabilità quello il momento – quello dell’intitolazione della via immaginaria, intendo – in cui John Malkovich è stato cristallizzato nelle nostre teste come John Malkovich. Noi entravamo nella sua mente, lui entrava nelle nostre. È stato quello il momento in cui un nome già notissimo, amatissimo, cultissimo è diventato un apax irripetibile del cinema contemporaneo. Il rischio è stato, se mai, che quel film fosse percepito come la tappa finale, come il premio alla carriera che la carriera la chiude per sempre. Dopo Essere John Malkovich, difatti, l’attore ha infilato annate non sempre felicissime, una dopo l’altra: del resto era già John Malkovich, cosa avrebbe dovuto dimostrare ancora? Poi chissà cosa interviene: la noia, la terza età, il revival degli anni ’90 (questo di sicuro). Fatto sta che oggi il nostro eroe sta vivendo un grande rilancio.

Ci sono le serie tv: a Natale è stato Hercule Poirot in The A.B.C. Murders, inappuntabile miniserie BBC ancora senza distribuzione da noi; ora è nella terza stagione di Billions, appena cominciata. C’è il ruolo decisivo di Netflix: prima il film più visto sulla piattaforma (così dicono dai piani alti), e cioè Bird Box di Susanne Bier, lui insieme a Sandra Bullock cercava di sopravvivere agli alieni che se li guardi muori; poi lo spassoso Velvet Buzzsaw di Dan Gilroy, caricato da poco, dov’è uno degli artisti favoriti dal critico Jake Gyllenhaal, tra pettegolezzi Art Basel e svolte horror-cronenberghiane. Scelte folli e modernissime pure queste: la serialità che, ormai l’abbiamo capito, ha sostituito il grande cinema d’autore nell’immaginario del pubblico; e la nuova distribuzione dei film stessi, sempre più lontani dalle sale perché nessuno ci va più. Malkovich è sempre stato un po’ gigione e oggi si diverte a farlo ancora di più, che gli affidino la parte del superdetective di Agatha Christie o l’action tamarro. Del resto, fin dagli esordi è l’interprete bravissimo (Le relazioni pericolose, Il tè nel deserto, Ritratto di signora, eccetera) che può fare anche cose bruttissime (Gli occhi del delitto, Mary Reilly, The Libertine, eccetera) senza che nessuno se ne accorga o quasi.

È l’attore che può passare da Rowan Atkinson a Manoel de Oliveira da un mese con l’altro (era il 2003), che vince premi di nicchia (mai un Oscar) e mette a segno blockbuster miliardari. Tutto ciò può accadere forse perché prima viene sempre John Malkovich, con la sua bocca a culo di gallina e le camicie alla coreana. S’è inventato pure un marchio d’abbigliamento (Mrs. Mudd) attraverso cui, sostanzialmente, vende i vestiti suoi, catalogati sotto etichette che bastano a definire un uomo e un mondo: Uncle Kimono e Technobohemian. Praticamente i caftani di Marta Marzotto. Per alcuni talentuosissimo, per altri sopravvalutatissimo, non è mai stato davvero messo in discussione, perché prima veniva sempre tutto il resto. Prima veniva John Malkovich. Oggi, finalmente, si diverte a fare più o meno sé stesso, per levare di torno ogni dubbio. Il pittore senza più ispirazione di Velvet Buzzsaw, dicevamo. Il regista attempato che si lancia in una relazione sì pericolosissima con una teenager (Chloë Grace Moretz) in I Love You Daddy, deliziosa commedia massacrata dalla critica americana per ragioni soprattutto di timing: l’ha diretta Louis C.K., pure protagonista nei panni del padre della lolita, travolto dalle accuse di molestie sessuali a pochi giorni dall’uscita stabilita. Alla fine il film non è uscito mai (quantomeno non ufficialmente) né in patria né tantomeno da noi, si capisce.

Il prossimo ruolo è quello che, probabilmente, terrà insieme tutto: stracultismo e cinema d’autore, gigionismo e modernissima follia. Paolo Sorrentino ha chiamato Malkovich per The New Pope, la serie-sequel di The Young Pope. Nelle prime foto dal set si vede il nuovo protagonista insieme al vecchio pontefice, vale a dire Jude Law, dunque ci si immagina un passaggio di consegne stile Ratzinger con Bergoglio, con generatore automatico di sorrentinismi già attivo. Il Papa come icona definitiva, se non fosse che – possiamo già esserne certi – l’icona John Malkovich divorerà pure lui, come ha sempre fatto con qualsiasi cosa. Postilla finale. Scrivendo queste righe, mi sono accorto di un dettaglio solo apparentemente banale. Il correttore automatico di Word non ha mai segnato come errore la parola “Malkovich”. Anche questo, probabilmente, è essere John Malkovich.

Articoli Suggeriti
Ardesia di Ruska Jorjoliani è il romanzo di tutti gli expat che sanno che torneranno a casa, prima o poi

Nata a Mestia, al confine con la Russia, trasferitasi a Palermo, Jorjoliani scrive in italiano per raccontare il suo Paese, la Georgia. L'abbiamo incontrata e con lei abbiamo parlato di radici, folklore, traduzioni, Stalin e turistificazione.

È appena uscito il primo trailer di The Odyssey di Nolan ed è già iniziato il litigio sulla fedeltà all’Odissea di Omero

In particolare per colpa di un personaggio che molti hanno già ribattezzato il Cavaliere oscuro dell'Odissea o il Batman dell'antica Grecia.

Leggi anche ↓
Ardesia di Ruska Jorjoliani è il romanzo di tutti gli expat che sanno che torneranno a casa, prima o poi

Nata a Mestia, al confine con la Russia, trasferitasi a Palermo, Jorjoliani scrive in italiano per raccontare il suo Paese, la Georgia. L'abbiamo incontrata e con lei abbiamo parlato di radici, folklore, traduzioni, Stalin e turistificazione.

È appena uscito il primo trailer di The Odyssey di Nolan ed è già iniziato il litigio sulla fedeltà all’Odissea di Omero

In particolare per colpa di un personaggio che molti hanno già ribattezzato il Cavaliere oscuro dell'Odissea o il Batman dell'antica Grecia.

All Her Fault non è una serie tv, è rage bait per maschi bianchi

La serie, con protagoniste Sarah Snook e Dakota Fanning, sembra un thriller ma in realtà è tutta una grande storia sulla sisterhood che vince sempre. E sull'impossibilità degli uomini di uscire puliti da qualsiasi situazione.

Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto

Da quello che si vede nel trailer (pochissimo), di sicuro non è il Tom Cruise di Top Gun o di Mission: Impossible.

di Studio
I migliori album del 2025

Una liberissima selezione degli album usciti quest'anno che ci sono piaciuti di più.

Ludovica Rampoldi è da anni una delle più brave sceneggiatrici italiane ma ora è anche una regista

C'è la sua firma su 1992, Gomorra, The Bad Guy, Esterno notte, Il traditore e Il maestro. E adesso anche su una delle sorprese di questo anno cinematografico: Breve storia d'amore, la sua opera prima da regista.