Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Nel merchandising di Joe Biden c’è una t-shirt psichedelica

A un primo, rapido sguardo, sembra una t-shirt di un qualche brand di streetwear o gruppo musicale: azzurra, tie-dye, coperta di scritte organizzate con una certa ricercatezza grafica. Invece fa parte del merchandising presidenziale del candidato democratico Joe Biden, che questa settimana ha rivelato una serie di collaborazioni con stilisti che includono diversi capi, da una mascherina di Monique Péan a una sciarpa di Thom Browne. Per esprimere il suo stile – e distanziarsi il più possibile dalla (potente, purtroppo) bruttezza del cappello Maga – Biden ha selezionato un gruppo eterogeneo di designer americani che include Prabal Gurung, Thakoon, Jack e Lazaro di Proenza Schouler, Joseph Altuzarra, Jason Wu e Aurora James, fondatrice del 15 Percent Pledge, che chiede ai rivenditori di garantire che il 15% delle loro azioni provenga da marchi di proprietà nera.
Come già sottolineato da Dazed, è sicuramente la maglietta tie-dye di Joe Perez che sta attirando maggiormente l’attenzione. Sul suo profilo Instagram il designer e direttore creativo si è apertamente schierato dichiarando che Biden – piuttosto che il suo ex boss – avrà il suo voto. Perez è infatti un ex-allievo dell’etichetta DONDA di Kanye West, dove ha lavorato come art director su progetti e pubblicazioni di album: ecco spiegato il design della maglietta. Solo che invece dell’elenco delle date e delle città del tour dell’ipotetica band, sono elencati gli impegni che Biden promette di rispettare: preoccuparsi del cambiamento climatico, sostenere i rifugiati a difendere i valori democratici.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.