José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
È uscito il trailer del documentario di Charlotte Gainsbourg su sua madre, Jane Birkin
Jane Birkin, 74 anni, al film sulla sua storia non voleva partecipare. Dopo una prima intervista, filmata e realizzata da sua figlia, Charlotte Gainsbourg, aveva detto di no. Fino a quando, due anni dopo, rivedendo insieme a Charlotte quello stesso filmato, si è convinta definitivamente per il contrario. Ne è nata un’opera dal titolo Jane par Charlotte, appena presentata in anteprima a Cannes 2021, dove madre e figlia sono arrivate insieme, e in cui la regista ha spiegato di aver pensato di parlare in modo nuovo con sua madre per esplorare e risolvere un certo riserbo che esisteva tra loro. «Era una specie di scusa per avvicinarmi a lei, per guardarci l’un l’altra, per prenderci del tempo», aveva già detto all’Hollywood Reporter. Da oggi è disponibile anche il trailer.
Come riporta Dazed & Confused, nel film (per il quale al momento non c’è una data italiana), Gainsbourg ritrae Birkin come madre, artista e moglie del cantante e cantautore francese Serge Gainsbourg. «L’idea era di poterla guardare davvero con gli occhi di una figlia, ma è soprattutto una dichiarazione di amore», ha continuato l’autrice che conosciamo come attrice e spesso musa di registi come Lars von Trier e Gaspar Noè. A proposito di amore, il documentario incede ovviamente nella storia romantica che ha appassionato la Francia per decenni, impressa in “Je t’aime, moi non plus” e nelle tante fotografie con cui Serge Gainsbourg ha immortalato la moglie.
Sulla riservatezza che l’attrice e regista ha spesso avuto circa la propria infanzia e i propri genitori, Charlotte Gainsbourg ha detto che aveva bisogno di fuggire dalla loro popolarità, così come da Parigi e dalla Francia, soprattutto dopo la morte nel 2013 della sorella maggiore Kate Barry, che era nata dal matrimonio di Birkin con il compositore di colonne sonore John Barry. Da tutto questo nasce il suo documentario che, spera, «potrà dare un’immagine di mia madre diversa da quella che l’ha resa un’icona». Perché infatti, per quanto l’opera ruoti attorno alla storia d’amore tra i genitori, Serge rimane solo un’ombra, sullo sfondo, lasciando a Jane Birkin e ad altre drammatiche tematiche che hanno toccato la sua vita (come la morte della figlia appunto), la possibilità di essere davvero protagoniste.
Ci ha messo 20 anni a realizzare il film dei suoi sogni, che adesso è in cima al botteghino italiano, americano e mondiale. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato della sua passione per il teatro, del ristorante dei suoi genitori e di quella volta che incontrò Spielberg.