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Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
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Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.

Iperborea e l’editoria indipendente a Milano

Una casa editrice nata nel 1987 che negli ultimi anni è diventata un caso di successo.

di Studio
20 Febbraio 2019

Milano è sempre stata una città di grandi case editrici (Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli), da qualche tempo è in ascesa però anche il settore delle indipendenti, fino a una decina d’anni fa un fenomeno decisamente più romacentrico. Tra questi spicca Iperborea, sia sotto il punto di vista culturale che per quello del rapporto con la città. Abbiamo chiacchierato con i due principali artefici di questo “caso”: Pietro Biancardi, editore, e Cristina Gerosa, direttore editoriale.

ⓢ Come, quando e perché avete deciso di far nascere Iperborea?
Iperborea nasce nel 1987 per far conoscere la letteratura nordica in Italia, fino a quel momento “dimenticata” dall’editoria maggiore (ad esempio alcuni autori classici come Knut Hamsun o Selma Lagerlöf erano stati pubblicati negli anni Trenta e Quaranta nelle edizioni della Medusa Mondadori ma poi sono scomparsi dalle librerie). Prima di fondare Iperborea, Emilia Lodigiani (madre di Pietro Biancardi) aveva vissuto dieci anni a Parigi dove era diventata un’appassionata lettrice di molti autori nordici, sia classici che contemporanei, pubblicati con successo in Francia fin dagli anni Settanta. Tornata in Italia si è resa conto che nessuno di loro era mai stato tradotto in Italia. Iperborea si è fatta apprezzare fin da subito per la qualità e il rigore delle sue scelte editoriali (potendo scegliere senza concorrenza, è riuscita a pubblicare fin dall’inizio i più grandi autori di quella vasta e ricca area culturale) ed è cresciuta di anno in anno sia come visibilità che come vendite, azzeccando anche qualche longseller, con autori come Per Olov Enquist, Arto Paasilinna, Björn Larsson, Kader Abdolah. Insieme all’attività strettamente editoriale Iperborea ha sempre dato grande attenzione alla promozione dei suoi autori, iniziative che nel corso degli anni hanno preso la formula dei festival, in particolare dal 2015 con i Boreali, manifestazione nata a Milano (questa edizione inizia il 21 febbraio al Teatro Franco Parenti, qui il programma completo) ma che nel corso degli anni ha toccato diverse altre città come Torino, Venezia, Genova, Firenze.

ⓢ La vostra “estetica” è rimasta più o meno fissa nel tempo, mentre la casa editrice ormai ha sfondato la nicchia…
L’idea di mantenere una grafica forte e distintiva più o meno costante nel tempo risale alle origini: pubblicando autori dai nomi “esotici” e a volte impronunciabili, spesso sconosciuti, provenienti da Paesi poco frequentati dalla cultura mainstream (si pensi ai finlandesi oppure ai baltici) era imprescindibile avere una forte riconoscibilità (di formato e di grafica) che permettesse alla casa editrice di essere visibile e immediatamente riconoscibile in libreria. Con l’aumentare della varietà delle attività culturali proposte (libri, festival, corsi) a un certo punto si è reso necessario un intervento grafico radicale, che non solo coinvolgesse i libri, ma tutta l’immagine di Iperborea. Il risultato di un anno di lavoro insieme a xxystudio è un grande restyling lanciato a gennaio 2015, sotto il quale tutte le iniziative hanno in qualche modo trovato casa, allineandosi e riverberando una con l’altra con una veste sicuramente più “contemporanea” e aperta a un pubblico più giovane. Ed è stato più facile trovare posto sotto lo stesso tetto per le iniziative editoriali arrivate negli ultimi due anni: una collana di libri per ragazzi (i Miniborei), libri illustrati (la serie dei Mumin di Tove Jansson) oltre a The Passenger, un libro-magazine che ambisce a raccontare la contemporaneità di un Paese attraverso longform di autori internazionali. Diversificando la proposta, si è comunque scelto di tenere tutto sotto lo stesso marchio e di dare continuità a un’impostazione grafica alla “francese” (per intenderci, con una gabbia che ritorna, font, titolo e autore nello stesso posto) proprio per rafforzare il lavoro sul brand e sulla continuità nella scelta editoriale (cercando di mantenere scelte grafiche coerenti una con l’altra che riflettessero anche la qualità dei contenuti). Rimanere fedeli all’identità del marchio, già forte e costruita mattone dopo mattone (nel vero senso della parola, visto che il formato dei libri, 10×20 è il formato del mattone di cotto) in oltre 30 anni, cercando allo stesso tempo di dargli una nuova freschezza, è stata una scelta praticamente obbligata. La tua sensazione comunque è confermata dai numeri: il fatturato di Iperborea è triplicato dal 2014.

ⓢ Che rapporto avete con Milano? Vi ha aiutati avere radici in questa città? Come vedete la Milano del futuro rispetto al settore editoriale?
A Milano Iperborea è nata, è cresciuta, passando attraverso gli anni più bui e godendosi l’ultimo periodo di fioritura: ora la città trabocca di iniziative culturali e ha un’offerta finalmente all’altezza di una capitale europea. Anche a questo Iperborea ha dato il suo piccolo contributo: Pietro Biancardi, editore di Iperborea, è uno dei soci fondatori della Libreria Verso, probabilmente la libreria più attiva in città in termini di incontri con scrittori e artisti. Sul futuro del settore editoriale milanese rimaniamo ottimisti: in città si è ormai imposta mediamente una qualità alta dell’offerta, sia per il buon livello degli operatori culturali, sia per il pubblico milanese, ormai ampio, attento e variegato quel che basta per permettere la sopravvivenza (e in qualche modo la prosperità) di nicchie anche piccole. E se effettivamente la politica riuscirà nell’impresa di accorciare la distanza tra centro e periferie, come ha promesso, la città non può che migliorare ulteriormente. L’importante è non dare un’interpretazione sbagliata alla vivacità culturale dei milanesi e cercare di imporre loro grandi imprese calate dall’alto (come il caso di Tempo di libri, forse l’unica iniziativa culturale recente che ha fallito): a Milano c’è un ottimo humus, basta poca acqua qua e là per veder spuntare fiori bellissimi.

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