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In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

5 pezzi per ricordare Inge Feltrinelli

I grandi personaggi incontrati, i casi del Dottor Zivago e del Gattopardo, articoli e video per celebrare l'icona della cultura italiana morta il 20 settembre.

di Studio
20 Settembre 2018

Inge Feltrinelli, conosciuta anche con il nome da nubile, Inge Schönthal, è scomparsa il 20 settembre all’età di 87 anni. Il suo nome è associato soprattutto alla casa editrice che ha contribuito a plasmare e al suo legame col marito, Giangiacomo Feltrinelli, ma è stata anche molte altre cose, a cominciare da una fotografa famosa che a poco più di vent’anni ha girato il mondo per fotografare Hemingway, Picasso e molti altri. Ecco una rassegna di alcune delle cose più interessanti da leggere e guardare a proposito di Inge – non sono tantissime sorprendentemente le cose che la riguardano – dove in particolare vengono approfonditi i due più importanti e controversi casi editoriali in cui Inge è stata coinvolta, Il gattopardo e Dottor Zivago.

Seize the Right Moment: Inge Feltrinelli – 032c, 2013
Inge Feltrinelli, certo, lady dell’editoria italiana e moglie di Giangiacomo. Ma anche Inge Schönthal, fotografa che – già giovanissima, e prima di conoscere il futuro marito – ha scattato alcune ritratti alle icone di quel tempo. Forse il modo migliore per ricordarla è leggere, o rileggere, questa intervista di 032c, che risale a cinque anni fa, quando Inge aveva già più di ottant’anni. Si parla, soprattutto, delle sue foto più celebri: Greta Garbo a New York nel ‘52, Hemingway a Cuba nel ’53 (lo scrittore la evitò per giorni interi, all’inizio litigarono, poi la invitò a restare per due settimane), l’autoscatto con il Marlin. E ancora: Gary Cooper, Allen Ginsberg, il presidente Kennedy. Ma anche delle sue scelte da donna indipendente che «non ha mai lasciato che le sue storie con gli uomini intralciassero la mia carriera».

Inge Feltrinelli – Repubblica, 2013
Un ritratto-intervista firmato da Antonio Gnoli, storico caporedattore delle pagine culturali di Repubblica, dove tra le altre cose Inge ripercorre le sue origini, raccontando come riuscì a sopravvivere al Terzo Reich (il patrigno nascose le sue radici ebraiche dandole un nome “ariano”) e come si avvicinò alla fotografia, facendo da assistente a una fotografa di Amburgo. Inge traccia anche un bilancio delle sue esperienze nella fotografia e nell’editoria: «Sono state due esperienze confinanti. Della fotografia penso che non sia importante la sua perfezione tecnica ma la coincidenza tra ciò che hai dentro e quello che realizzi con lo scatto».

Inge’s Life – Vogue, 2010
Al festival di Roma del 2010 è stato presentato il documentario Inge Film, di Simonetta Fiori e Luca Scarzella, in cui Inge ha raccontato la sua storia. A partire da quel documentario Vogue ha pubblicato una gallery che ripercorre le sue molte vite: «Giovane ebrea nella Germania nazista. Poi fotoreporter in America con Hemingway e Picasso. Quindi l’incontro decisivo con Giangiacomo e, dopo la sua scomparsa, il lavoro incessante e coerente in una delle case editrici più importanti del Paese».

A protagonist in the Pasternak case: Inge Schönthal: Between Legend and Reality – US-russia.org, 2014
La prima edizione del Dottor Živago fu pubblicata in Italia, da Feltrinelli, nel 1957, visto che il romanzo di Pasternak fu vietato in Russia e che infatti l’autore fu perseguitato dopo la sua pubblicazione all’estero. Fu un giovane giornalista italiano che viveva a Mosca, Sergio D’Angelo, a fare avere il manoscritto ai coniugi Feltrinelli. In questa intervista D’Angelo ricorda l’importanza del ruolo di Inge nell’operazione.

Intervista ad Inge Feltrinelli – Video Cultura RSI, 1988
A cura di Cesare Chiericati (Archivi RSI, 1988). In questa preziosa intervista della durata di quasi un’ora, Inge Schönthal parla del percorso editoriale dei grandi classici che hanno fatto la storia di Feltrinelli, della letteratura e del cinema italiano. Ad esempio del Gattopardo, che venne rifiutato da Mondadori (Elio Vittorini) perché troppo “tradizionale”, e oltre a ispirare a Visconti l’omonimo film del 1963 diventò un best-seller del Dopoguerra, con due milioni e mezzo di copie vendute (nel 1988 ricorreva il trentennale della pubblicazione). Parlando del suo amore per il cinema, Inge rivela che una delle sue passioni, che considera quasi un “vizio”, è andare al cinema a mezzogiorno. Un momento toccante è quello in cui parla del grande scetticismo con cui venne accolta in casa editrice e nell’ambiente culturale di Milano: «Ci sono voluti molti anni perché i milanesi iniziassero a farmi sentire accettata. Ma oggi io mi sento di “nazionalità milanese”».

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