I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Bin Laden deleted, e Karzai presenta il conto
Bin Laden, già ridotto più a un simbolo che a leader della guerra del terrorismo islamista contro l’Occidente, è stato eliminato. Una volta per tutte. Obama got Osama, per riprendere un lancio un po’ (un po’ tanto) cheap di una certa stampa e blogosfera americana.
Il mondo festeggia. Gli alleati europei porgono le loro congratulazioni al presidente degli Stati Uniti; il Pakistan rivendica il proprio ruolo nel lavoro di intelligence che ha portato a stanare Bin Laden; lo Yemen tira un sospiro di sollievo, perché – come da tempo fanno notare molto analisti – il pericolo è che questo poverissimo paese della penisola arabica diventi il nuovo quartier generale di al-Qaida, e senza Bin Laden (che era di origini yemenite) in giro sono tutti più tranquilli.
Ma c’è qualcuno che non festeggia. O, meglio, che non si limita a festeggiare. È Hamid Karzai, il presidente dell’Afghanistan in perenne equilibrio precario tra la guerra ai Talebani e l’insofferenza per una presenza occidentale sempre più imbarazzante. Ebbene, Karzai pensa l’eliminazione di Bin Laden rappresenti una svolta per la sua nazione. Una dimostrazione che l’Afghanistan “non è [più] un paese per terroristi.”
Dunque è giunto il momento di presentare il conto ai Paesi occidentali. Di dire loro di prepararsi a levare le tende o per lo meno ad abbassare il tiro:
If the international troops are the true allies of Afghans, now they should come up to say that killing of the Afghans, women, children and elders was not a good idea in the last many years as it was happening on a daily basis
Congratulazioni, Mr Obama. Hai sconfitto il più grande nemico degli Stati Uniti. Adesso dovrai vedertela con gli alleati…

Storie Instagram piene (di tessere elettorali, di inviti al voto, di improperi contro gli astenuti) e urne vuote: per l'ennesima volta, la politica fatta sui social si è dimostrata il più inutile degli strumenti.