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La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.
Dopo 30 anni di lavori e un miliardo di investimenti, è stato finalmente inaugurato il nuovo, gigantesco museo egizio di Giza Sarà il museo più grande del mondo dedicato a una singola civiltà e punta a rilanciare il turismo in crisi in Egitto.
Le dimensioni del massacro in Sudan sono visibili nelle immagini satellitari Il Paese è devastato dal 2023 da una sanguinosa guerra civile su base etnica scatenata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF).
Il colpo più duro all’ex principe Andrea non è stata la revoca del titolo, ma il linguaggio usato nel comunicato ufficiale Gli esperti sono rimasti scioccati dal linguaggio “brutale” utilizzato da Buckingham Palace per annunciare che Andrea non sarà più principe.
L’operazione anti narcos a Rio de Janeiro è stata la più sanguinosa nella storia della città 2.500 agenti delle forze speciali brasiliane hanno attaccato il noto gruppo di narcotrafficanti Commando rosso, provocando 138 morti.
La quarta stagione di The White Lotus sarà ambientata tra Parigi e la Costa Azzurra Saltato l’accordo commerciale con la catena di hotel Four Seasons, HBO sta cercando hotel di lusso vista Senna come set della nuova stagione.
Robert Pattinson ha deciso di diventare un cantante e avrebbe già pronto il suo primo album Un’ambizione che coltivava sin dai tempi di Twilight: due brani della colonna sonora del film li cantava lui.

Il whisky è dei giapponesi

Perché quello nipponico sta battendo anche il classico scotch. Abbassando i prezzi e alzando la qualità

13 Aprile 2012

L’edizione giapponese di Whisky Magazine da diverse stagioni sta divorando una fetta notevole del mercato di riviste specializzate per bartender, e non. Ma è normale visto che attualmente il Giappone ha tre etichette pregiate in cima alla classifica dei distillati più apprezzati, e qualitativamente degni di nota, del mondo. Perché tra 300 etichette presenti all’ultimo World Whiskies Awards a vincere il migliore single malt è stata la giapponesissima Yamazaki Suntory. Una conferma che pesa perché a riconoscere il successo raggiunto sono state le antiche famiglie (di liquori) scozzesi.

Elogio alla lentezza pura per la Yamazaki Suntory, una distilleria nata nel 1923 che ha atteso molti anni per diventare “da cultori” e che, ora, riesce a sopravvivere sul mercato internazionale anche lontano dalla valle di Yamazaki – sopra Kyoto, praticamente nota più per la battaglia cinquecentesca ampiamente coperta da filmografie e miniature vendute da Sotheby’s. Un angolo di Giappone che ha ruscelli pulitissimi (essenziali per il maltaggio in puro stile scozzese) e soprattutto un’umidità tale che sommata alle colline verdi ha fatto di Yamazaki la copia certosina dell’ecosistema delle Highlands. Risultato:  un whisky da record che ha in comune moltissimo con l’originale (se ne esiste uno), che oltre a invecchiare bene di 18 anni ha raggiunto anche le cifre di 13mila dollari a bottiglia come nel caso di Yamazaki 50 years old. Consequenziali successi che hanno portato questa distilleria a superare il classico scotch.

La familiarità con le scritte da whisky – di solito scontrose, un po’ rudi, quasi mai benevole – ha reso scettici quelli che guardando l’ariosa etichetta di uno Yamazaki 12 years (tra i più venduti) al primo sorso “dovevano” tacciarlo di retrogusto un po’ toffee: per nulla torboso, ovvio, perché la torba c’è solo in Scozia, lamentavano. E poi, non è un buon segno che al bancone di un whisky bar di Tokyo gli sgabelli siano pochissimi, tanti quanti gli eletti in grado di reggere il secondo bicchiere di Ichiro’s Malt 23 Year Old. Fisici non abituati ma che hanno continuato a testare il proprio livello alcolico allenandolo prima con elaborati cocktail dalle preparazioni lentissime, per arrivare poi pronti a ordinare un solo scotch da sorseggiare in tempi ancora più dilatati. Se il successo di etichette e classifiche ha premiato gli sforzi nipponici, quello dei consumatori giapponesi è diventata un rigoroso (e un po’ ostinato) votarsi a nuove abitudini in fatto di bar. Meglio allora consumare meno e continuare a produrre elementi per cocktail di altissimo livello: come i bar tools, sofisticati oggetti di design, alias strumenti per creare drink, che nel loro essere esteticamente belli e minuziosamente precisi “traslano” l’accortezza del rito del tè a quello della preparazione di cocktail.

I bar dunque sono rimasti (anzi si sono moltiplicati) ma i nipponici hanno provato a smettere di inseguire il culto del whisky “alla” scozzese, pur mantenendo il maltaggio da tradizione gaelica, e hanno continuato a cercare nuovi primati. Come cambiare i prezzi e mettere sul mercato il compromesso del whisky:  bouquet di albicocca e vaniglia, etichetta eterea e tappo bianco. Segni particolari: solo una scritta nera minimale e un prezzo imbattibile: meno di 14 dollari. Così il Nikka Yoichi (must lo Yoichi 1990) in versione single malt ha (ab)battuto un altro record: l’immaginario old e cupo per il distillato-da-sigaro. E il Giappone si è preso oltre alla testa della classifica anche un target che al whisky non aveva ancora pensato.

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