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Massive Attack, Brian Eno, Fontaines D.C. e Kneecap hanno formato un’associazione per difendere gli artisti pro Palestina L'obiettivo è difenderli dalle minacce e dalle cause legali, soprattutto le band e i musicisti più giovani.
È morto lo scrittore di culto Gilberto Severini Nel 2011 era arrivato tra i finalisti allo Strega con il libro "A cosa servono gli amori infelici".
I due maggiori premi letterari giapponesi quest’anno non sono stati assegnati perché non c’erano romanzi abbastanza belli I prestigiosi premi Akutagawa e Naoki, da regolamento, hanno deciso di saltare l’annata perché nessun candidato meritava di essere premiato.
Adolescence è la serie più vista nel 2025 su Netflix, persino più di Squid Game La serie inglese domina la classifica dei contenuti originali più visti, confermandosi così l'evento televisivo dell'anno.
I meme e le fake news sul cold kiss-gate, la coppia di amanti beccata al concerto dei Coldplay, sono fuori controllo Andy Byron e Kristin Cabot, loro malgrado, sono diventati la coppia più famosa di tutta internet.
In Giappone hanno organizzato un torneo di Tekken 8 per gli anziani delle case di riposo Otto partecipanti, tra i 60 e i 90 anni, che hanno dimostrato inaspettato talento videoludico.
Zadie Smith farà il suo esordio da cantante nel nuovo album di Blood Orange Per ascoltarla dovremo aspettare il 29 agosto, data di uscita di Essex Honey.
L’Odissea di Nolan esce tra un anno ma la prevendita dei biglietti è già partita e ci sono anche i primi sold out Negli Usa e in Inghilterra le sale IMAX hanno finito i biglietti, a un anno esatto dall'uscita del film.

Il segreto di Red Bull Racing: l’analisi dei dati e Internet veloce

04 Ottobre 2013

La storia della Red Bull Racing, la molto vincente casa automobilistica di Formula 1, è quella di una cenerentola delle corse. Fino al 2004 non si chiamava nemmeno così: era la Jaguar, scuderia traballante che non era mai riuscita a piazzare un suo pilota sul podio di una gara e, come miglior risultato, si era piazzata settima nella classifica costruttori nel 2004. Nello stesso hanno il suo proprietario, la Ford, decise di venderla alla società di energy drink. E da quel momento cambiò tutto.

La rivoluzione, in casa Red Bull, è iniziata grazie allo sfruttamento dei dati. Secondo Alan Peasland, capo del settore tecnico della scuderia, per vincere un gran premio vengono utilizzati circa cento Gigabyte di dati. Ogni vettura è dotata di un centinaio di sensori sparsi per tutta la sua lunghezza, che rilevano dati sull’accelerazione di gravità, la temperatura e lo spin e li mandano ai box, dove un team di analisti li processa. Questo modus operandi ha pagato: dal 2010 Red Bull Racing ha vinto sia il titolo piloti che quello costruttori ogni anno. Quest’anno potrebbe essere il quarto doppio trionfo di fila.

I dati raccolti in pista vengono istantaneamente mandati anche ai laboratori Red Bull nel Regno Unito, cosa che – lo spiega Matt Cadieux, responsabile del settore informazioni – non fa nessun altro team di Formula 1. Il cuore del riscatto della scuderia è proprio in un laboratorio sito a Milton Keynes, cittadina del Buckinghamshire inglese: 24 analisti siedono davanti a 4 file di schermi, tramite i quali monitorano le condizioni del pilota e scambiano informazioni coi box.

Il risultato di questa inedita macchina organizzativa è che i tempi di reazione per decidere (in seguito a minuscoli cambiamenti che avvengono in pista o nella macchina) sono stati drasticamente ridotti: nell’ultima gara del 2012 Sebastian Vettel – pilota di punta di Red Bull – rischiò seriamente di perdere il campionato per un incidente con un’altra vettura. I suoi meccanici, invece di farlo rientrare ai box, decisero, sotto consiglio di Milton Keynes, di lasciarlo in pista. Arrivò sesto. Vinse il Mondiale.

(via)

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