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14:35 martedì 17 giugno 2025
I veneziani le stanno provando tutte per rovinare il matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez Striscioni, cartelli, assemblee, proteste, pure un adesivo anti Bezos ufficiale che si trova attaccato un po' ovunque in città.
La nuova grande idea di Mark Zuckerberg è mettere la pubblicità anche dentro Whatsapp Per il momento le chat sono state risparmiate dalla banneristica, ma c'è sa scommettere che non sarà così a lungo.
Pixar ha annunciato un film con protagonista un gatto nero e tutti hanno pensato che ricorda molto un altro film con protagonista un gatto nero Il film Disney-Pixar si intitola Gatto, è ambientato a Venezia e lo dirige Enrico Casarosa. Il film al quale viene accostato lo potete indovinare facilmente.
Tra Italia, Spagna e Portogallo si è tenuta una delle più grandi proteste del movimento contro l’overtourism Armati di pistole ad acqua, trolley e santini, i manifestanti sono scesi in piazza per tutto il fine settimana appena trascorso.
Will Smith ha detto che rifiutò la parte di protagonista in Inception perché non capiva la trama Christopher Nolan gli aveva offerto il ruolo, ma Smith disse di no perché nonostante le spiegazioni del regista la storia proprio non lo convinceva.
Hbo ha fatto un documentario per spiegare Amanda Lear e la tv italiana agli americani Si intitola Enigma, negli Usa uscirà a fine giugno e nel trailer ci sono anche Domenica In, Mara Venier e Gianni Boncompagni.
Le prime foto della serie di Ryan Murphy su JFK Junior e Carolyn Bessette non sono piaciute a nessuno La nuova serie American Love Story, ennesimo progetto di Ryan Murphy, debutterà su FX il giorno di San Valentino, nel 2026.
Il video del sassofonista che suona a un festa mentre i missili iraniani colpiscono Israele è assurdo ma vero È stato girato durante una festa in un locale di Beirut: si vedono benissimo i missili in cielo, le persone che riprendono tutto, la musica che va.

Il mago del cinema italiano

C'era proprio bisogno di Tornatore che gira un corto-spot per Esselunga con un nostrano Willy Wonka?

26 Ottobre 2011

Quand’ero piccolo i miei zii, intuito che ero drogato di cinema, mi regalarono la VHS di Nuovo Cinema Paradiso, film del 1988 di Giuseppe Tornatore. Il film era stato un successo clamoroso e aveva vinto l’Oscar come Miglior Film Straniero. Io all’epoca avevo 12 anni e per me il Cinema era solo a stelle e strisce. iniziava con Splash! Una Sirena a Manhattan e finiva con Karate Kid. Il cinema italiano era per me bambino, un’entita inesistente, foriera di probabile noia sinistra. Gente che lava i piatti versus sirene con il volto di Daryl Hannah. Ricordo ancora quando i miei genitori, in uno slancio culturale, mi portarono a vedere Bianca di Moretti al cinema: un’esperienza tra le più dolorose della mia infanzia. Incredibilmente però, Nuovo Cinema Paradiso mi conquistò. Di quel film apprezzavo, forse inconsapevolmente, l’incredibile magniloquenza, una realizzazione tecnica all’epoca inimmaginabile per il nostro cinema. Piani sequenza, gru, carrelli come se non ci fosse un domani. Mi colpiva quella aria da kolossal americano inserita in un contesto di pura italianità. Meglio: l’idea che un dodicenne di Rivolta d’Adda (CR) può avere di “pura italianità”. Un paese incredibilmente stereotipico con le piazzette dei paesini siciliani piene di vecchietti con la coppola e donne con vestitoni neri lunghi e grembiuli da cucina. Oggi direi un Italia cartolinesca. All’epoca mi sembrava innocente e sognante. Guardai Nuovo Cinema Paradiso fino allo sfinimento e mi sembrava il massimo della vita. Poi probabilmente Tornatore non s’è mai più espresso a quei livelli. O forse io sono invecchiato e sono diventato sempre più noioso. Risultato, oggi come oggi, Giuseppe Tornatore mi sembra uno dei registi più falsi e furbi in circolazione.

Ieri ho visto Il Mago di Esselunga, cortometraggio di una ventina di minuti scarsi realizzato da Tornatore e prodotto da Adnkronos e da Bernardo Caprotti, patron della catena di supermercati. Io l’ho visto su youtube, ma se proprio volete possedere questa perla trash, lo regalano in dvd in tutti i supermercati Esselunga. La storia è quella della famiglia Rossi – composta dal padre Antonio, la moglie Maria e l’insopportabile figlioletto Sandrino – che in una bella giornata autunnale esce di casa per andare a fare la spesa. I tre, felici e senza preoccupazione alcuna, si recano a fare la spesa come se fosse la cosa più bella del mondo. Il figlio vorrebbe andare al Luna Park, ma i genitori lo convincono ad andare “in un posto molto più divertente”. Mentre loro sono in macchina a ridere scherzare, sulle loro tracce c’è un misterioso signore, agghindato come un investigatore privato hard boiled (impermeabile e cappellaccio a falde larghe) che comunica via radio con una sorta di centro operativo e dice delle cose come “Attenzione! Si stanno avvicinando: preparatevi all’accoglienza!”. Contemporaneamente vediamo una lunga serie di camion dell’Esselunga che, come le ballerine acquatiche di Esther Williams, si muovono all’unisono, in uno tripudio di lucine e sgommate. Una volta arrivati al supermercato, mostrato come un’enorme cattedrale nel bel mezzo del nulla, vengono accolti dal misterioso investigatore privato che si rivela essere Il Mago di Esselunga. Immaginatevi un Willy Wonka con l’aggiunta di effetti cartooneschi modello Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?, realizzati però nel 1981 con uno Specrtum ZX mezzo rotto. Il Mago accompanerà l’allegra famigliola tra gli scaffali del supermercato, svelando un mondo di simil Oompa Loompa che lavorano tutto il giorno per noi. L’Esselunga diventa quindi un luogo fantastico, dove tutti coloro che ci lavorano conoscono i nomi e i gusti dei clienti. Non solo: è un portale intradimensionale che mette in contatto diretto le corsie con i luoghi da dove viene la merce in esposizione. Per chiarire: alzi una confezione di mele e sotto ci vedi un bel prato del Trentino, pieno di gente intenta a raccogliere quelle mele che ti saluta felice. Sono tutti contenti: lavorano come se fossero i Sette nani di Biancaneve e lo fanno solo per noi, per renderci contenti. C’è anche una squallida sottotrama che vi risparmio (guardatevelo. Ne vale la pena) ma fondamentalmente è tutto qui: l’Esselunga è un luogo incantato, pieno di gente che lavora per noi e che ci vuole tanto bene.

Ripeto: guardatevi Il Mago di Esselunga. Ma poi, che titolo è Il Mago di Esselunga? Quanto suona male? Raramente mi è capitato di vedere una cosa così fuori di testa. In prima battuta per un motivo semplicissimo: è impossibile trovare accettabile la rappresentazione fiabesca del supermercato. Spacciare oggi come oggi, in un momento di crisi e frustrazioni come questo, un ambiente lavorativo come quello dell’Esselunga come magico, divertente, dove la gente ti conosce, ti aiuta e ti vuole bene è impossibile. Dopo due minuti di visione ti trasformi automaticamente in Er Pelliccia, c’è poco da fare. Il cameo del Signor Caprotti che, travestito da panettiere, regala un panino a forma di esse al bambino Sandrino dicendogli: “l’iniziale del tuo nome è nei nostri cuori!” fa venire voglia di invadere la Polonia. Tralasciando il fatto che poi Sandrino, in un momento quasi liturgico spezza il pane e rende grazie. Fa incazzare perché fare la spesa oggi per molti è tutt’altro che una festa e pensare che quelli che lavorano all’Esselunga sono lì per il nostro sollazzo, è da imbecilli. Ma quello che più stupisce, dal punto di vista comunicativo, è la scelta di Tornatore di rifarsi ancora una volta al cinema americano. La musica, la tecnica e l’aria de Il Mago di Esselunga sembra essere un omaggio al più rasserenante cinema anni Ottanta a stelle e strisce. J.J. Abrams rifà Spielberg e riporta in vita la Amblin con Super8. Tornatore per raccontare che La Spesa è Bella, rimette in scena il cinema pensato per la televisione dei primi Novanta. Avete presente quelle cose con Tim Allen che danno su Rete 4 al pomeriggio del 23 dicembre? Tornatore mette due campanellini in colonna sonora, fa qualche carrellone, due effetti speciali e tenta di applicare la zuccherosità posticcia targata Disney a un supermercato. Un prodotto semplicemente vergognoso che sbaglia strategia comunicativa sotto ogni punto di vista.

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