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Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.
Fontaines D.C., Kneecap e molti altri musicisti hanno fondato un’alleanza di artisti per contrastare l’estrema destra Si chiama Together e ha già indetto una grande manifestazione per il 28 marzo a Londra.
C’è un’azienda che sta lavorando a un farmaco simile all’Ozempic per far dimagrire i gatti in sovrappeso Una casa farmaceutica sta sperimentando un impianto a rilascio costante di GLP-1 per aiutare i gatti obesi.
Paul Thomas Anderson ha rivelato i suoi film preferiti del 2025 e ha detto che non è affatto vero che questo è stato un pessimo anno per il cinema Secondo il regista, ci sono diversi film (oltre il suo Una battaglia dopo l'altra) usciti quest'anno di cui dovremmo essere molto contenti.
L’ansia da Spotify Wrapped è talmente grave che migliaia di persone hanno creduto a una bufala su una versione modificabile disponibile a pagamento Evidentemente, quella di scoprire di avere dei brutti gusti musicali scorrendo il proprio Wrapped è una paura più diffusa di quanto ci si immagini.

Il giallo e il rosa

Mr Peanut e il poliziesco: la letteratura come terra di infinite possibilità e sentieri che si biforcano

12 Giugno 2012

A questo punto il lettore
ha capito che quello che ha tra le mani
non è un semplice giallo.

(Dalla bandella di Mr Peanut)

Mentre leggevo Mr Peanut di Adam Ross (Einaudi 2012), mi sono convinto, senza esserne totalmente convinto, che il punto di partenza, il principale riferimento letterario (non dichiarato) del libro che stavo leggendo fosse Il giardino dei sentieri che si biforcano, fenomenale racconto di Borges, che lo stesso autore argentino, nella nota introduttiva alla prima parte delle sue Finzioni, definì “poliziesco”. In esso si narra la vicenda avvitata in un vortice di una spia di origine cinese braccata durante la Prima guerra mondiale che, nel corso della sua fuga, incontrando lo studioso Stephen Albert, scopre l’enigma contenuto nel romanzo del suo antenato Ts’ui Pên, che tutti avevano giudicato illeggibile, caotico e privo di senso, finendo per condannare alla follia il suo autore, ma che in realtà consisteva nel tentativo di scrivere un romanzo assoluto in cui tutte le possibilità fossero previste e realizzate.

In tutte le opere narrative, ogni volta che s’è di fronte a diverse alternative ci si decide per una eliminando le altre; in quella del quasi inestricabile Ts’ui Pên, ci si decide – simultaneamente – per tutte. Si creano, così, diversi futuri, diversi tempi, che a loro volta proliferano e si biforcano. Di qui le contraddizioni del romanzo.

Non essendo la definizione di “poliziesco” del tutto intonata alla cornice – l’inseguimento con sparatoria finale – una ragionevole interpretazione è che Borges usi, peraltro sibillinamente, il termine perché il poliziesco e il giallo sono per antonomasia i generi letterari delle possibilità e delle biforcazioni. Leggiamo costruendo ipotesi – come andrà a finire? Chi è il colpevole? – più che in qualsiasi altro genere. E, più che in qualsiasi altro genere, le possibilità che non si realizzano sono altrettanti mondi che vengono cancellati. La cosa meravigliosa dello scrittore argentino è il suo talento nel fondere, in modo perfettamente armonico e con apparente semplicità, il piacere fisico della lettura – la storia, l’ambientazione – con le profonde conseguenze filosofiche – il livello meta – della creazione.

La mia convinzione circa l’ispirazione segreta di Ross nasce dal fatto che Mr Peanut è un romanzo che tematizza in modo quasi ossessivo l’idea che la letteratura sia una terra di infinite possibilità e di sentieri che si biforcano, con la conseguenza che qualsiasi scelta sia una forma di tradimento. Lo fa mescolando moltissimi ingredienti che sembrano tutti andare in questa direzione. E stingendo il giallo nel rosa. Raccontando l’impossibilità di afferrare la verità attraverso un’indagine e l’impossibilità di conoscere gli uomini e le donne attraverso l’amore. Aprendo la porta a tutte le possibilità.

Innanzitutto è la ricostruzione di un uxoricidio, che però è in apparenza un suicidio: Alice, la moglie del protagonista, ingerisce volontariamente una nocciolina, ben sapendo di essere allergica. David, il marito presunto innocente, è un creatore di videogiochi, forma narrativa che è il più rappresentativo esemplare di sentieri che si biforcano. I due, inoltre, si sono conosciuti a un seminario su Hitchcock, maestro di storie che sembrano andare in una direzione quando invece vanno in un’altra. E non è finita qui, i due investigatori che si occupano del caso sono rispettivamente: il più celebre uxoricida d’America Sam Sheppard, condannato ingiustamente negli anni Cinquanta per l’omicidio di sua moglie Marilyn e ispiratore delle serie televisiva Il Fuggitivo, e l’altro uxoricida mitologico, o meglio il suo anagramma, che nella Finestra sul cortile James Stewart spiava col suo teleobiettivo. Si aggiungano gli enigmatici inganni visivi di Escher è il collage è più o meno completo.

Linguisticamente lineare, ma concettualmente composito, Mr Peanut rientra nella casistica dei romanzi nei romanzi. Oltre a essere un creatore di videogiochi, infatti, David Pepin sta anche scrivendo un romanzo, che in parte è ciò che il lettore ha davanti e che continuamente si confonde con il piano della ipotetica realtà. Studente di nomi del calibro di Stanley Elkin e William Gass, come si apprende dalle note biografiche sul suo blog, Adam Ross è chiaramente dentro il discorso postmoderno, dell’esaurimento della letteratura nella letteratura dell’esaurimento, ma, anche di più, è ambiziosamente in cerca della pietra filosofale per fondere riflessione meta e narrazione pura.

Il problema è che i congegni metanarrativi, che io amo molto, funzionano e hanno senso quando sono precisi e ben oliati. La facilità di Borges nel dispiegare concetti assoluti e spaventosamente complessi. Il funambolismo di Nabokov nell’architettare strutture ellittiche e beffarde. Mentre in Mr Peanut la tematizzazione metanarrativa è alla fine la cosa meno interessante del romanzo, perché non si capisce. Ovvero la tecnica narrativa non riesce a coronare le premesse di un ricchissimo apparato concettuale e simbolico. E, alla fine, troppe biforcazioni fanno perdere di vista il giardino. (Notare la differenza: Borges scrive di un romanzo assoluto, ma non tenta di scrivere un romanzo assoluto.)

Sono riuscitissime, invece, e valgono la lettura del libro, le scene dai matrimoni che Ross mette in fila una dietro all’altra. Bellissimo il racconto del viaggio alle Hawaii con escursione di David e Alice. Luminosamente squallidi gli interni newyorkesi che ospitano Hastroll e sua moglie Hannah, sempre stesa a letto. Ma davvero superlative le pagine che ricostruiscono la vicenda vera di Sam Sheppard e di sua moglie Marilyn, un consistente inserto faction che infonde piacere a ogni punto e che sembrerebbe suggerire a Ross una direzione sicura. Un ottimo viatico, tra l’altro, per Ladies & Gentlemen, la raccolta uscita nel 2011 negli Stati Uniti, ma che, trattandosi di racconti, chissà se vedrà mai la luce qui.

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