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10:36 martedì 18 novembre 2025
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.
Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.

Immagini e icone a Venezia

Due mostre a Venezia esplorano il rapporto tra tempo e immagine: Chronorama, 400 tesori fotografici dagli archivi Condé Nast a Palazzo Grassi, e Icônes, che apre il 2 aprile a Punta della Dogana, con le opere d’arte della Pinault Collection.

di Studio
31 Marzo 2023

Dal 12 marzo al 7 gennaio dell’anno prossimo, Palazzo Grassi, a Venezia, ospita la prima grande mostra dedicata alle immagini provenienti dagli archivi di Condé Nast, in parte recentemente acquisiti dalla Pinault Collection. A cura di Matthieu Humery, consulente per la fotografia per Pinault, Chronorama. Tesori fotografici del XX secolo, riunisce quattrocento immagini che raccontano il Ventesimo secolo attraverso gli eventi, i fenomeni sociali e le personalità illustri che lo hanno segnato. Percorrendo il secolo dagli anni Dieci fino all’inizio degli anni Ottanta, la selezione presenta le opere di oltre centocinquanta artisti internazionali come Edward Steichen, Berenice Abbott, Cecil Beaton, Lee Miller, André Kertész, Horst P. Horst, Diane Arbus, Irving Penn, Helmut Newton tra i fotografi, Eduardo Garcia Benito, Helen Dryden e George Wolfe Plank, tra gli illustratori. Artisti che hanno definito l’estetica fotografica e artistica del tempo sulle pagine di Vogue, Vanity Fair, House & Garden, Glamour e Gq. Il nucleo di immagini storiche dialoga con Chronorama Redux, un progetto che propone uno sguardo contemporaneo attraverso i lavori di quattro artisti: Tarrah Krajnak, Eric N. Mack, Giulia Andreani e Daniel Spivakov. Le opere saranno allestite in quattro spazi espositivi diversi di Palazzo Grassi come interludi che irrompono nel percorso cronologico della mostra principale.

Rinnovare lo sguardo, esplorare il rapporto con il tempo e le immagini, trasmettere testimonianze del passato: obiettivi condivisi con la mostra Icônes, a Punta della Dogana dal 2 aprile al 26 novembre. A cura di Emma Lavigne, direttrice generale della Pinault Collection, e Bruno Racine, direttore e amministratore delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, Icônes è una mostra che riunisce diverse opere della collezione ragionando sul concetto di “icona”: la sua etimologia greca rimanda ai concetti di “immagine” e “somiglianza”, il suo utilizzo generalmente si riferisce alla pittura religiosa, ma in tempi più recenti il termine è stato associato all’idea di modello, figura emblematica. Vettore del passaggio verso un altro mondo e altri stati di coscienza, l’icona riporta a una realtà trascendentale con il potere di attualizzare la presenza dell’invisibile, creando un’emozione o un abbagliamento estetico e spirituale. Queste sono le iconostasi, dispositivi che nascondono gli officianti del culto dietro un muro di immagini, come una porta verso il mondo divino. Sono opere che generano spazi come tante pause o luoghi di raccoglimento nell’era della saturazione di immagini e della loro appropriazione indebita. Le opere raccolte (di Maurizio Cattelan, Josef Albers, Edith Dekyndt, David Hammons, Arthur Jafa, Donald Judd, On Kawara, James Lee Byars, Sherrie Levine, Agnes Martin, Paulo Nazareth, Camille Norment, Roman Opalka, Lygia Pape, Michel Parmentier, Philippe Parreno, Robert Ryman, Dayanita Singh, Rudolf Stingel, Danh Vo e Chen Zhen) invitano attraverso l’esplorazione del significato stesso di immagine a una condivisione di ciò che è visibile.

Nell’immagine: David Hammons, Black Mohair Spirit, 1971 Pinault Collection © David Hammons

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