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Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
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La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrato dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.

I ragazzi vincenti è un classico, ma soltanto d’estate

Prima delle piattaforme streaming e dei cataloghi infiniti, toccava accontentarsi di quello che offrivano i palinsesti delle tv generaliste: I ragazzi vincenti tornava ogni estate, con la sua storia da manuale del coming of age.

10 Agosto 2023

Le mie estati a fine anni ’90, non ancora decenne, furono un periodo di estrema frustrazione. A esclusione del 1998, causa mondiali di calcio e le storiche vittorie di Pantani al Giro d’Italia e al Tour de France, mi risulta difficile distinguerle tra loro, un po’ perché lontane nel tempo, un po’ perché prive di eventi significativi. Riesco comunque a descriverle adeguatamente come lunghi e interminabili periodi di desolazione in cui mi sentivo alla disperata ricerca di qualcosa, un po’ come Gassman nel Sorpasso o Verdone in Un sacco bello. Quella noia estiva che mi irritava profondamente si è rivelata poi utilissima perché mi ha permesso di scoprire film e avventure che ho studiato nel tempo, tra cui spicca senza dubbio I ragazzi vincenti.

Le piscine erano luoghi mitologici, l’aria condizionata una tecnologia futuristica e le ore di noia duravano il triplo di quelle di oggi. Già al tempo la soluzione era affidarsi a uno schermo, quello della televisione. Senza un catalogo streaming da spulciare, con solo Vhs visti e stravisti, tutto dipendeva dal caso, cioè dal palinsesto. Quello della Rai faceva gridare dalla disperazione, mentre quello di Mediaset poteva regalare grandi gioie. Nel pomeriggio di Rete 4 trovavi i western di Sergio Leone o altri classici come I soliti ignoti, Il federale o Il Conte Max. Storie che a quell’età possono affascinare ma che non comprendi del tutto. Italia 1 era il canale dei giovanissimi con cartoni animati e film inaspettati, tremendamente coinvolgenti, i cosiddetti coming of age movies.

Così, in un noioso pomeriggio estivo, Italia 1 mi ha presentato I ragazzi vincenti. La trama è molto semplice e per questo efficace: una reminiscenza del protagonista ci porta ai suoi ricordi di gioventù, nell’estate del 1962. Scotty Smalls si è da poco trasferito in città, è in cerca di nuovi amici e vuole giocare a baseball. Dopo le prime difficoltà, arriva il provvidenziale aiuto di Benjamin che lo porterà a entrare in un affiatato gruppo di coetanei che si riunisce ogni giorno per allenarsi. Le disavventure sono il loro pane quotidiano e trovano l’apice degli eventi quando una preziosa palla del patrigno di Scotty, firmata da Babe Ruth, il più grande giocatore di tutti i tempi, finisce tra le fauci di un gigantesco cane su cui aleggia una sanguinaria leggenda metropolitana.

Il nome del film non fa suonare quasi mai nessun campanello ai più, ma ogni volta che ne parlo so che se cito due o tre particolari l’esclamazione “ma certo!” è altamente probabile. Questo perché è un classico delle visioni in tenera età (se sei un Millennial), visioni magari distratte che finisci per dimenticare, anche se non del tutto. Oggi mi risulta evidente come I ragazzi vincenti sia stato influenzato in modo significativo dal precedente Stand By Me di Rob Reiner, capolavoro che sotto ogni aspetto è superiore. Tuttavia, dentro di me, non è così. Questo peculiare e personale attaccamento è da ricondurre a diversi motivi: l’ordine cronologico in cui li ho visti, la componente sportiva – cioè un collante dell’amicizia che mi ha saputo conquistare di più rispetto alla ricerca di un cadavere, argomento troppo serio per un bambino – e infine perché lo associo ad Angels, altro film tipico dell’estate televisiva (serale e non pomeridiana) con protagonisti ancora bambini e baseball ma addirittura meno conosciuto nonostante il grande cast e le lacrime assicurate.

La trepidazione che provavo quando guardavo I ragazzi vincenti comprendeva un mix di emozioni causate dal pensiero dell’avventura e della sua potenziale attuazione. Una sensazione di poter vivere le medesime situazioni senza troppa difficoltà e nonostante alcuni elementi irreali, come le dimensioni mastodontiche del cane, che comunque finivo per considerare del tutto plausibili dopo un esame attento e ben ponderato. A seguito della visione la volontà era chiara e non prevedeva in alcun modo giocare a baseball quanto piuttosto mettersi nei guai con i propri amici e trovare poi soluzioni ingegneristiche e spericolate per risolverli.

Nel corso degli anni, con una maggiore indipendenza e il mutare delle gerarchie nelle avventure da intraprendere, mi è successo quello che è successo alla voce narrante dei Ragazzi vincenti e Stand by Me: sono cresciuto ma senza che dimenticassi. Nuovi titoli con altre tipologie di imprese e differenti protagonisti in cui immedesimarmi hanno caratterizzato le estati: American Pie 2, La ragazza della porta accanto… ma non hanno mai sostituito o intaccato il primato nostalgico che attribuisco a I ragazzi vincenti e a quelle sincere emozioni che ho sempre provato nel vederlo.

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