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Sono passati 26 anni dai Soprano e finalmente David Chase si è deciso a fare una nuova serie tv Racconterà la storia del famigerato programma MKUltra della Cia, una serie di angoscianti esperimenti sugli esseri umani per ottenere il "controllo della mente".
A Los Angeles hanno organizzato una proiezione di Bugonia solo per persone pelate o disposte a farsi rasare a zero prima di entrare È anche una maniera per sentirsi vicini a Emma Stone, che per la sua interpretazione nel film ha deciso anche lei di rasarsi a zero.
ATM ha messo online l’archivio delle sue vecchie campagne e sono bellissime I manifesti, i depliant e le locandine di Azienda Trasporti Milanesi riflettono l’evoluzione del costume e della società milanese.
Anche quest’anno, il solito Tommaso Debenedetti ha diffuso la solita fake news sull’improvvisa morte del vincitore del Nobel per la Letteratura L'autodefinitosi «campione italiano della menzogna» prosegue così la sua lunga striscia di bufale a tema letterario, stavolta la vittima è László Krasznahorkai.
ChatGPT ha lanciato il suo browser con il quale vuole fare concorrenza a Google Chrome Si chiama Atlas, integra l’AI sin dalla barra di ricerca e aspira a insidiare il primato del web browser più utilizzato al mondo di Chrome.
Per due volte la Rai ha prima annunciato e poi cancellato la trasmissione di No Other Land e non si sa ancora perché È successo il 7 ottobre e poi di nuovo il 21. Al momento, non sappiamo se e quando il film verrà reinserito nel palinsesto.
A causa del riscaldamento globale, per la prima volta nella storia sono state trovate delle zanzare in Islanda Era uno degli unici due posti al mondo fin qui rimasto libero dalle zanzare. Adesso resta soltanto l'Antartide.
È uscita una raccolta di racconti inediti di Harper Lee scoperti nella sua casa di New York dopo la morte Si intitola La terra del dolce domani e in Italia l'ha pubblicata Feltrinelli.

Hollywood sostiene Hillary, ma “feels the Bern”

Attori e attrici, registi, personaggi televisivi, come si sta posizionando lo star system americano rispetto alle primarie democratiche.

11 Aprile 2016

A parte qualche rara e rumorosa eccezione, come quelle di Mel Gibson o Clint Eastwood, si sa che lo showbusiness americano è di “sinistra”. Oggi Lena Dunham sta con Hillary, Rosario Dawson sta con Sanders. Kendall Jenner e Khloé Kardashian voteranno Clinton. Spike Lee e Tarantino si sono schierati dalla parte di Bernie. A pochi mesi dalla convention democratica che incoronerà il candidato del partito alla presidenza il prossimo giugno a Filadelfia, le celebrity stando prendendo le parti.

S’è molto detto e scritto in questi giorni dell’uscita di Susan Sarandon, convintissima sostenitrice del candidato Sanders, che è arrivata a sostenere che, se Hillary dovesse vincere le primarie, si augura una vittoria di Trump, che se non altro «scatenerebbe una rivoluzione». Il commento le è valso un litigio su Twitter con Debra Messing (per chi non se la ricordasse: era Grace di Will&Grace), che Vanity Fair ha definito “History in the Making”. Che registi, attori, cantanti e media personalità varie si schierino non è certo una novità: era accaduto già nel 2008 quando molte stelle di Hollywood si erano schierate con Hillary Clinton, salvo poi cambiare cavallo in corsa e passare dalla parte di Barack Obama.

Democratic Presidential Candidate Bernie Sanders Campaigns In New York City

A questo giro, dove ancora una volta Hillary si ritrova a fare la parte della candidata dell’establishment contro un avversario più di rottura e con una coefficienza di coolness più alto, sembra però che Hollywood sia più incline a restare fedele a lei, l’inevitable Hillary come la chiama qualcuno. Lo ha fatto notare Jacob Bernstein, il figlio di Carl “Watergate” Bernstein e della compianta Nora Ephron, in un un pezzo sul New York Times in cui fa il punto sui vari endorsement (altri possono essere trovati qui): «Poche celebrità hanno il potere di alterare la traiettoria di una campagna presidenziale. Eppure il calore con cui Hillary è sostenuta a Hollywood è molto in contrasto con il 2008, quando ci furono molte defezioni tra i suoi sostenitori della West Coast».

È vero, i nomi grossi che sostengono Clinton non mancano, e sembrano anche essere più fedeli rispetto a otto anni fa. Anche perché, potrebbero fare notare i maligni, per quanto Sanders stia prendendo più voti del previsto la sua traiettoria non è per il momento paragonabile a quella di Barack Obama, che nel giro di qualche primaria s’era imposto da “underdog” a candidato vincente: non c’è insomma la tentazione di salire sul carro dei vincitori.

Democratic Presidential Candidates Attend Iowa Jefferson-Jackson Dinner

Restano quindi fedeli alla Clinton grandi nomi dell’establishment del cinema e della moda: Steven Spielberg, George Clooney e la moglie Amal, Robert De Niro, Anna Wintour, Salma Hayek e Jennifer Lopez. Tra le celebrity più giovani e cool, di cui presumibilmente Hillary ha più bisogno visto il successo che Bernie Sanders sta avendo sui millennials, oltre alle sopracitate Lena Dunham, Kendall Jenner, e Khloé Kardashian, si segnalano Amy Schumer, la comica autrice e protagonista di Trainwreck (la rivale Sarah Silverman in compenso sta con Bernie), Katy Perry, Demi Lovato e Beyoncé. Anche Tobey Maguire, noto soprattutto per Spiderman, sta con Hillary, ma Hulk, cioè Mark Ruffalo, sta con Bernie.

È vero insomma che il sostegno di Hollywood a Clinton è solido, che «i power broker dell’ambiente si sono schierati dalla parte della signora Clinton». Ma è anche vero che Bernie Sanders può contare sul supporto di celebrità forse minori nel numero ma più strategiche. O se non altro più attive nel sostenerlo. Susan Sarandon e Sarah Silverman, per esempio, non perdono occasione per ricordare il loro sostegno – più che altro: amore – per il senatore del Vermont. Lo stesso vale per Bill Maher. Oltre ai sopracitati Quentin Tarantino e Spike Lee, fa tifo per Sanders anche Mia Farrow. Fatto forse più interessante, stanno facendo campagna per lui due delle attrici più cool del momento: Rosario Dawson e Gaby Hoffman (l’avete vista in Girls e Transparent, in compenso un altro volto di Transparent, l’ex riot grrrl Carrie Brownstein, ha detto di ammirare Hillary). Più che portare voti, il sostegno di figure come Hoffman sono indicative della diffusa popolarità del senatore socialista tra un pubblico giovane, urbano e cosmopolita.

Wouldn’t be so sure. (via @carrie_rachel)

Una foto pubblicata da Hillary Clinton (@hillaryclinton) in data:

Del resto Sanders, che pure è il candidato più anziano di queste elezioni, ha sedici punti in più di consenso tra gli under 35 rispetto alla sua rivale. I Millennials amano Bernie, scriveva qualche tempo fa l’Atlantic. I volti noti tra i suoi sostenitori inoltre spesso e volentieri hanno un’aura di coolness e di contemporaneità che quelli di Hillary non hanno: «I sostenitori della signora Clinton sono l’equivalente del party di Vanity Fair dopo gli Oscar; quelli di Sanders forse ricordano in più il falò al festival Burning Man», scriveva Bernstein nel suo pezzo su Hollywood.

Come Sanders, a 74 anni suonati, riesca ad essere tanto popolare tra i giovani stupisce. Come un vecchio zio con l’aria professorale e un accento di Brooklyn che sembra uscito da un’altra era (“Why Bernie Sanders tawks that way?” si chiedeva, spiegando molte cose, Vox) sia diventato tanto cool tra la gente cool, beh questo è forse un mistero ancora più grande. Fatto sta che il senatore del Vermont, come notava il Guardian, è riuscito a costruire un sostegno trasversale tra gli hipster e gli ex Sessantottini, tra i giovani che si sentono interpreti della contemporaneità e gli ex ribelli: Gaby Hoffman da un lato, Mia Farrow dall’altro.

Lena Dunham And Abby Wambach Attend Women For Hillary Events

C’è un’espressione, in realtà uno slogan, che forse la racconta lunga: Feel the Bern, che si potrebbe tradurre (male) in “senti la bernitudine” e che rende l’idea dell’attaccamento estetico-emotivo che i fan di Sanders sentono per il loro candidato. Nato come un hashtag, #FeelTheBern, inventato da una degli strateghi della campagna, Winnie Wong, ben presto l’espressione è uscita dai social media per finire sulla stampa, in Tv e per strada, a indicare un entusiasmo che va oltre il sostegno.

Poco prima di scrivere questo pezzo ho fatto due chiacchiere con un collega che trovava poco credibile la ricostruzione di Bernstein secondo cui l’ex segretario di Stato conta più sostenitori a Hollywood. Ma come, diceva, non stanno tutti con Sanders? Forse la differenza è proprio questa: Beyoncé sostiene Hillary Clinton; Rosario Dawson feels the Bern.

Nelle immagini: Sanders e Sarandon in un diner a New York lo scorso 8 aprile (foto di Eric Thayer/Getty Images); Katy Perry durante una manifestazione pro-Hillary (Scott Olson/Getty Images); Lena Dunham parla a un appuntamento della campagna di Hillary Clinton in New Hampshire (Scott Eisen/Getty Images).
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