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C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Guido Guidi in Veneto, nei non-luoghi della pianura

In Veneto 1984-89, uscito per Mack, raccoglie il lavoro del fotografo su una periferia che è insieme urbana e rurale.

08 Ottobre 2019

Meno male che c’è Mack, la giovane casa editrice londinese di arte e fotografia, a valorizzare nel panorama internazionale fotografi come Guido Guidi, trattati con meno attenzione del dovuto in Italia. Nel 2018 uscì Per strada, tre volumetti che documentano la via Emilia dalla Lombardia all’Adriatico. A giugno 2019 usciva In Sardegna, di nuovo un trittico su due viaggi separati da anni che paiono secoli, uno nel 1974, l’altro nel 2011. A ottobre 2019 è invece il turno di In Veneto 1984-89, in cui Guidi esplora il Veneto centrale, lontano dalle bellezze veneziane o palladiane, per concentrarsi sulle periferie un tempo rurali e oggi trasformate in urban sprawl cresciuti negli anni senza un indirizzo urbanistico o architettonico preciso, come crepe disordinate, o muschi o funghi, allargandosi fuori dai corpi di Padova, Vicenza, Treviso. I panorami di queste zone, una volta campagna e ora non più – eppure non ancora città – non riescono a trovare una precisa identità, e sfumano in una caratterizzazione anonima e omologata, come non-luoghi della pianura. A proposito della sua attenzione per i margini, Guidi spiegava nel 2018 ad Artribune: «Sono nato in campagna. Mi piace anche la città, ma mi è sempre piaciuto lavorare e stare fuori dal centro. Sono interessato, come ho già detto, al vernacolare. Ha intuito su questo la mia cultura in ambito architettonico, di matrice organica, che è di per sé lontana dal concetto di centralità».

Sempre in tema di viaggi e strade, Guidi partecipa anche all’importante Viaggio in Italia, curato da Luigi Ghirri nel 1984. Proprio Ghirri, anche lui pubblicato da Mack, è per Guidi un’amicizia e un’influenza, ma i due non devono essere sovrapposti: si conoscono nel 1977, si frequentano e lavorano insieme, eppure lo sguardo di Guidi rimane distaccato da quello dell’altro emiliano, mantenendosi più campagnolo, più sporco, meno concettuale. Guidi non è veneto – nasce a Cesena, nel 1941 – ma con il Veneto ha da sempre un rapporto molto stretto: studia allo Iuav di Venezia dal 1959, qui allaccia rapporti stretti con Carlo Scarpa, Bruno Zevi, Giancarlo De Carlo, Luigi Veronesi, Italo Zannier, Ignazio Gardella, poi di nuovo ci insegna. Le immagini di In Veneto 1984-89 rappresentano il suo primo lavoro interamente scattato in grande formato, con una Deardor 8X10. Il 19 ottobre inaugurerà anche una mostra (breve: rimarrà aperta no al 17 novembre) legata al libro. Si può visitare al Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto.

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