Un minuto e mezzo di scene che ci confermano che sì, il film diretto Emerald Fennell, la regista di Saltburn, sarà un adattamento erotico.
Luca Guadagnino presenterà Queer, il suo nuovo film, al prossimo Festival di Cannes
Secondo quanto riporta Jordan Ruimy su WorldofReel, tra i film che saranno presentati in anteprima alla prossima edizione del Festival di Cannes – in programma dal 14 al 25 maggio – ci sarà Queer di Luca Guadagnino. Si tratta di una prima volta per il regista, che finora ha sempre preferito la Mostra del cinema di Venezia per presentare i suoi film: cinque dei suoi otto lungometraggi li abbiamo visti per la prima volta sul Lido. Numero che avrebbe potuto essere anche più alto se non fosse stato per lo sciopero degli attori di Hollywood: Challengers, film che arriverà nelle sale il 26 aprile (ne abbiamo scritto qui), doveva essere presentato in anteprima proprio a Venezia. Quando però i membri del cast, e in particolare Zendaya, hanno annunciato che non sarebbero stati presenti alla Mostra per via dello sciopero indetto da Sag-Aftra, l’anteprima veneziana del film è stata annullata.
Queer è l’adattamento del romanzo omonimo di William S. Burroughs (in Italia è stato pubblicato una prima volta nel 1985 con il titolo di Diverso e poi in una nuova edizione del 1998 con quello di Checca, ed è una sorta di sequel di Junkie), rimasto senza editore per quasi trent’anni nonostante lo scrittore lo avesse completato nel 1953. Le riprese del film si sono svolte in Italia e sono terminate nello scorso luglio: da quel momento in poi Guadagnino ha lavorato al montaggio e alla post-produzione. Protagonista del film è Daniel Craig, che interpreterà Lee, l’alter ego letterario di Burroughs. Assieme a lui nel cast ci sono Drew Starkey, Jason Schwartzman e Lesley Manville.
Dopo Challengers, anche i costumi di Queer sono stati curati da JW Anderson, che in un’intervista al Guardian ha definito Queer uno dei suoi romanzi preferiti e descritto l’adattamento di Guadagnino come un «un film al quale non manca niente. C’è il Messico, ci sono un sacco di droghe e c’è Daniel Craig».

Una grande commozione e una standing ovation di 23 minuti per il film di Kaouther Ben Hania, che mescola documentario e finzione per raccontare la storia vera di una bambina uccisa a Gaza dopo una lunghissima agonia.

È uno dei giovani festival più interessanti degli ultimi anni, perché mescola arti visive e cinema e ha un programma tanto selezionato quanto “estremo”. Ne abbiamo parlato con Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia in Italia, che del festival è l’organizzatore.