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22:34 mercoledì 5 novembre 2025
Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare l’intelligenza artificiale per creare brutte copie dei suoi film Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni, il neosindaco di New York Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump Nelle prime dichiarazioni pubbliche e social, il neosindaco ha anche ribadito la promessa di ridisegnare NY a misura di migranti e lavoratori.
Ogni volta che va a New York, Karl Ove Knausgård ha un carissimo amico che gli fa da cicerone: Jeremy Strong E viceversa: tutte le volte che l'attore si trova a passare da Copenaghen, passa la serata assieme allo scrittore.
È uscito il trailer di Blossoms Shanghai, la prima serie tv di Wong Kar-wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.

Dieci anni fa gli autori di “Despacito” sarebbero stati molto più ricchi

04 Settembre 2017

È stata un’estate bellissima per Luis Fonsi e Daddy Yankee, gli autori di “Despacito”. Il pezzo reggaeton pop è stato caricato su Youtube all’inizio del 2017, ma solo qualche mese fa è effettivamente esploso, sostituendo “See You Again”, l’omaggio di Wiz Khalifa e Charlie Puth al defunto attore Paul Walker, al primo posto dei video più guardati di sempre sulla piattaforma di condivisione. Inoltre, una versione di Despacito remixata da Justin Bieber è stata la canzone più ascoltata dagli utenti di Spotify in questa estate. Secondo la Universal, l’etichetta discografica di Fonsi, “Despacito” è stata riprodotta 4,6 miliardi di volte sulle piattaforme di streaming (una cifra che tiene dentro anche i numeri di Apple Music ed altri). E considerando che ogni visualizzazione o ascolto genera profitto, con una sola hit il duo portoricano ha fatto un sacco di soldi.

Le cose potrebbero andare meglio? A quanto pare sì. Quartz prova a fare i conti in tasca a Luis Fonsi e Daddy Yankee, senza però arrivare a cifre precise (i contratti della Universal sono segreti e dipendono da alcune variabili come la popolarità e il background). Sembra strano dirlo, ma un margine di errore di qualche milione di dollari non cambia molto: il succo del discorso è che  le piattaforme di streaming, finanziate con le pubblicità e accessibili liberamente dagli utenti, polverizzano i guadagni di un artista. Almeno rispetto a quando acquistare un cd musicale era uso comune, o all’epoca, più recente, dei download a pagamento.

Per esempio, Spotify paga un musicista tra gli 0,0006 dollari e gli 0,0084 per ogni ascolto. Molto meno di iTunes ogni volta che il pezzo viene acquistato per il download (20 centesimi). Più della metà delle visualizzazioni di “Despacito” (2,7 miliardi) arrivano però da Youtube. Ciò significa che chi potrebbe essere interessato all’acquisto di una canzone preferisce ascoltarla in streaming sulla piattaforma di Google, che secondo le stime paga all’autore 0,0007 dollari ogni volta che gli utenti cliccano play.

Perché allora resta così importante essere su Youtube? La risposta di Quartz è semplice: senza Youtube “Despacito” non sarebbe stata “Despacito”. Piuttosto che pagare un dollaro e scaricarla gli utenti sarebbero semplicemente passati ad altro.

foto Getty.
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