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20:13 mercoledì 10 dicembre 2025
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.
La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrate dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui per gestire lo stress invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.

Google ha mosso i primi passi per eliminare gli URL dalle nostre vite

30 Gennaio 2019

I ricercatori della società di Mountain View stanno lavorando per liberarci dai problemi causati dagli URL. Emily Stark, responsabile della sicurezza del browser Chrome, ha precisato a Wired come lo scopo principale delle nuove iniziative presentate nel corso di una conferenza nella Bay Area sia contrastare l’azione degli hacker, che attualmente sfruttano la confusione dei caratteri che compongono gli URL, ad esempio creando link che apparentemente rimandano a siti canonici e in realtà conducono a pagine di phishing, oppure progettando direttamente URL quasi identici a quelli regolari, sperando che la vittima non si accorga di dettagli quali la dicitura “G00gle”. La multinazionale lavora su come identificare quelle sequenze identificative che deviano dallo standard, puntando su TrickURL, strumento open source pensato per aiutare i programmatori a verificare che il software visualizzi gli URL in modo coerente e accurato, fornendogli una sorta di modello.

Stark e i suoi colleghi vorrebbero poi creare degli avvisi per informare chi naviga su Chrome degli URL potenzialmente fasulli: la stessa dirigente dichiara che «l’obiettivo è implementare degli strumenti che respingano gli attacchi agli URL fuorvianti, evitando allo stesso tempo di contrassegnare come sospetti i domini legittimi». Stark sottolinea come un’altra sfida sia mostrare agli utenti soltanto le parti degli URL rilevanti ai fini della sicurezza e delle decisioni individuali, filtrando invece tutte le altre componenti. Un processo delicato, visto che «per alcune persone gli URL funzionano bene, molti li adorano». I critici dell’iniziativa guardano invece agli svantaggi derivanti da un browser sempre più potente e diffuso, perché gli stessi programmatori Google potrebbero approfittare delle ricerche, magari intervenendo a vantaggio dell’azienda sulle strategie per la visualizzazione delle identità dei siti; i cambiamenti apparentemente secondari su privacy e sicurezza di Chrome, inoltre, possono avere un impatto rilevante sulla comunità web. Senza contare che, come nota la fondatrice della Luta Security Katie Moussouris, «dal momento che Chrome viene usato sempre di più dalle imprese rispetto ai singoli utenti, la capacità di Google di modificare rapidamente le interfacce visibili e le strutture di sicurezza collegate, utili alle persone, sarà frenata dalla pressione dei clienti business».

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