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In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.
Dopo i meme, i videogiochi, le carte collezionabili e gli spettacoli a Broadway, adesso l’Italian Brainrot arriva anche nei parchi giochi italiani Da fenomeno più stupido e interessante di internet alla vita vera, al Magicland di Valmontone, in provincia di Roma.
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La prima puntata del podcast di Charlie Kirk dopo la sua morte è stata trasmessa dalla Casa Bianca e l’ha condotta JD Vance Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.
Tra i candidati a rappresentare l’Italia all’Oscar per il Miglior film internazionale ci sono praticamente tutti i film usciti in Italia quest’anno Tranne La grazia di Paolo Sorrentino, ma non per volontà: la sua assenza è solo una questione burocratica.
Versace Embodied non è una campagna ma una conversazione sulla cultura Capitolo primo (di una nuova serie): Versace si racconta attraverso fotografia, poesia, musica e oggetti d'archivio, sotto la direzione creativa di Dario Vitale.

Che ne sappiamo noi dei ragazzi

I boomer sono ormai meme, della Gen X ci siamo dimenticati, i Millennial fanno i genitori e degli Zoomer abbiamo analizzato ogni dettaglio. Ma degli adolescenti di oggi cosa sappiamo? Nel nuovo numero di Rivista Studio abbiamo provato a scoprirlo.

di Studio
14 Giugno 2024

Non facciamo altro che parlare di generazioni. Non esiste forse un’espressione recente più fortunata e virale di “Ok, Boomer”. Continuamente incrociamo articoli, specie sui media inglesi e americani, che ci dicono cosa fanno i Millennial e, adesso soprattutto, come sta la Generazione Z. Spesso anche confondendo i piani. “Boomer”, per esempio, è diventata un’espressione passe-partout che non identifica esattamente i Baby Boomer (cioè i nati tra il 1948 e il 1964), ma un po’ a caso tutti quelli che hanno superato la soglia dei quaranta, dimenticandosi che esiste anche la Generazione X (i nati tra il 1965 e il 1980). I Millennial sono diventati genitori e capi d’azienda, ma li trattiamo ancora come se fossero i ragazzi della situazione. Dei Gen Z abbiamo scoperto, quasi con terrore, che ormai sono diventati grandi anche loro e stanno facendo il loro ingresso nel mondo del lavoro e nella vita adulta. La Generazione Alfa (i nati tra il 2010 e il 2024) nessuno sa bene cosa sia, se non che stanno sempre attaccati ai telefoni.

L’idea del numero appena uscito è partita proprio da qui. Ci siamo chiesti: chi sono oggi quelli che convenzionalmente chiamiamo adolescenti e come stanno? Alcuni di noi ne hanno esperienza diretta perché sono padri o madri (ma è un’esperienza troppo soggettiva), altri semplicemente li incrociano per strada. Sappiamo (forse) che musica ascoltano e i social che preferiscono (TikTok, certo), ma che idee iniziano ad avere sul mondo? E in quali valori credono? Non è esattamente una generazione, ma più un’età, quella che va dai 13 ai 17 anni (e che quindi oggi si trova a cavallo tra gli ultimi della Gen Z e i primi di quella Alfa). Un’età che nel corso del tempo è stata raccontata, filmata, mitizzata (dal Giovane Holden a Stand By Me) e che per i ragazzi di oggi si è trovata già ad affrontare due traumi enormi come la pandemia del 2019-21 e gli effetti reali e psicologici del cambiamento climatico, che si sono aggiunti a un cambiamento antropologico particolarmente violento come quello portato dalla tecnologia: nessun bambino fino a questo momento era cresciuto con in mano un dispositivo attaccato a internet sin dalla più tenera età. Con effetti che ancora non conosciamo, ma di cui si inizia a parlare, come dimostrato da uno degli articoli più virali degli ultimi mesi, quello di Jonathan Haidt sull’Atlantic, estratto dal suo libro The Anxious Generation (di cui parla Clara Mazzoleni in un articolo di questo numero), che sostiene si stia verificando un cambiamento a livello neurologico e organico dovuto proprio all’uso precoce di internet e social.

Che sia così o meno, non possiamo ancora saperlo. Ma ci è venuta voglia di conoscerli meglio, questi ragazzi. Li abbiamo fotografati. Li abbiamo ascoltati. Abbiamo raccolto storie, tendenze, mode e fenomeni che li riguardano. Cercando di tracciare un ritratto collettivo il più possibile fedele dell’età minore.

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